A Catania nasce il movimento "Forza d'Urto": prima iniziativa il blocco totale dei trasporti
Il costo eccessivo del carburante, la mancanza di regolamentazione dei pagamenti della committenza, il cartello imposto dalle compagnie assicurative e una rete infrastrutturale inadeguata. Questi alcuni dei motivi alla base della nascita del Movimento "Forza d'Urto", presentato ieri mattina a Catania, del quale fanno parte, tra gli altri, l'Associazione imprese autotrasportatori siciliani (Aias) e il Movimento dei Forconi, che ha organizzato dal 16 al 20 gennaio in Sicilia un fermo degli autotrasportatori.
"Noi stiamo soffrendo di più rispetto al resto d'Italia - ha spiegato il presidente dell'Aias Giuseppe Richichi - perchè siamo periferici. Abbiamo più volte chiesto l'intervento dello Stato in maniera da non allontanarci ulteriormente dall'Europa, ma non siamo stati ascoltati". "Il nostro - ha aggiunto Richici - è uno sciopero spontaneo che non produrrà alcun caos e ci auguriamo che vedrà l'adesione di tutti i siciliani. Ma è necessario perchè ormai siamo con le spalle al muro. Non ci saranno le situazioni che si sono venute a creare nel 2000. Noi non vogliamo danneggiare nessuno. Ci fermiamo solo per il bene della Sicilia".
"Siamo stanchi - ha aggiunto dal canto suo il leader del Movimento dei Forconi Mariano Ferro - perchè questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti". "Il nostro appello è rivolto a tutti i siciliani - ha aggiunto Ferro - che vogliono combattere la politica corrotta e incapace, i sindacati imbelli, le associazioni finte, il caro carburante, le cartelle esattoriali con tassi da usura, l'arroganza delle banche, la burocrazia cieca e ottusa. Per tutto questo invitiamo autotrasportatori, agricoltori, allevatori, imprenditori, commercianti, studenti, indignati e affamati a partecipare". [Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]