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Chi di 4 perisce di 4 ferisce: Palermo si rialza come Lazzaro. Il Catania subisce 3 gol dal ''diavolo''. Il Messina proprio non va.

21 dicembre 2006

PALERMO - ASCOLI 4-0
Palermo (4-3-2-1): Fontana 6, Cassani 6, Zaccardo 6, Barzagli 6, Pisano 5.5, Gio. Tedesco 6.5, Corini 6.5, Guana 7 (36' Capuano 6), Bresciano 6.5 (5' st Parravicini 6), Di Michele 6.5 (31' st Brienza 6), Amauri 6.5. (1 Agliardi, 15 Dellafiore, 21 Biava, 22 Munari). All.: Guidolin 6.
Ascoli (3-5-2): Pagliuca 7, Cudini 5, Pecorari 4.5, Nastase 5.5, Vastola 5.5 (11' st Guberti sv), Fini 6, Boudianski 6.5 (11' st Galloppa sv), P. Zanetti 5, Pesce 5 (31' st Bocchetti sv), Perrulli 5, Paolucci 5. (33 Eleftheropoulos, 23 Corallo, 41 Pecchia, 84 Job). All. Sonetti 6.
Arbitro: Gava di Conegliano Veneto 6.
Reti: nel pt 15' Bresciano; nel st 8' Corini, 39' Gio. Tedesco, 47' Capuano.
Note: angoli: 2-6. Recupero: 2' e 3'. Ammoniti: Corini e Pecorari per gioco falloso. Spettatori: 19.485, per un incasso di 364.922,30 euro.
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Basta davvero poco al Palermo per riscattare la pesante sconfitta di Roma e riprendere il cammino in campionato. I rosanero, con il minimo sforzo, conquistano un secco 4-0 contro un Ascoli poco concreto, assai modesto e anche sfortunato in un paio di occasioni che gli sono capitate nel primo tempo. Il Palermo avrebbe potuto anche vincere con qualche gol in più, ma paradossalmente anche i marchigiani sarebbero potuti andare in vantaggio, se fossero stai bravi a sfruttare un paio di episodi. Nemmeno quello.
La disfatta di Roma, visto come sono andate le cose in questa ultima esibizione nello stadio 'Barberà dell'anno solare 2006, sembra avere lasciato il segno, nel cuore, nella testa e nelle gambe dei giocatori del Palermo, che stentano un po' a prendere le misure di un Ascoli così modesto da non meritare nemmeno l'atto di presenza nel campionato di Serie A. L'espressione dell'allenatore bianconero Sonetti, non appena al 2' di recupero del primo tempo Pecorari svirgola il pallone su un cross di Cassani dalla destra, costringendo Pagliuca a superarsi per evitare il raddoppio, è davvero emblematica.

Eppure, nonostante la sua assai modesta cifra tecnica, l'Ascoli riesce a trovare qualche varco nella distratta difesa del Palermo e sfiora in un paio di occasioni il gol. I meriti non sono suoi, meglio parlare di gravi errori dei padroni di casa, ma Fontana è costretto a rimanere sempre sul chi va là. Il Palermo, che trema al 6' (errore di Barzagli, ma rimedia Zaccardo) e al 14' (bellissima apertura di Fini per Vastola, il cui cross finisce sull'esterno della rete), con il minimo sforzo, ottiene il massimo: cioè, il gol di Mark Bresciano, da tempo a secco e dunque smanioso mettersi in posa statuaria al momento di esultare.
Poi, però, è ancora l'Ascoli a farsi sotto, sia pure senza troppa convinzione, quasi con timore. I marchigiani al 25' vedono danzare incredibilmente, e beffardamente, il pallone a pochi centimetri dalla linea di porta dopo un angolo, ma Boudianski e Paolo Zanetti non riescono a spingerlo oltre. Un intervento goffo, ma efficace, permette a Fontana di respingere un tiro del 'piccolo Nedved' (quando giocava nella Juventus in tanti lo accostavano al ceco) Boudianski, poi il Palermo chiude in avanti e, forse per scarsa convinzione, non riesce ad archiviare il match.

Nel secondo tempo, il Palermo chiude presto i conti con Corini su punizione, poi comincia a bombardare Pagliuca che, nonostante i quarant'anni compiuti (nell'altra porta c'è Fontana, che i suoi primi 40 li festeggerà a fine gennaio) un paio di giorni fa, riesce miracolosamente a salvarsi su Amauri, alla fine anche lui cede e il Palermo straripa. Segnano Giovanni Tedesco e Ciro Capuano, su respinta proprio di Pagliuca, ma il gol lo avrebbe meritato anche il brasiliano Amauri che, invece, lascia ad altri la ribalta della scena.
Il Palermo passa da un 4-0 all'altro, supera indenne l'ira di Zamparini e riprende a vele spiegate il suo cammino in campionato: nelle ultime due sfide casalinghe ha segnato sette reti senza subirne alcuna, dimostrando di meritare il terzo posto che occupa. Solo quello, però. Basterà ai tifosi che a lungo hanno sognato sul tetto della Serie A, al fianco delle grandi del calcio?


MILAN - CATANIA 3-0
Milan (4-3-1-2): Kalac 5.5, Cafu 6 (42' st Simic sv), Bonera 6, Kaladze 6, Jankulovski 6, Gattuso 6.5 (44' st Gourcuff sv), Pirlo 6, Brocchi 6, Kakà 8, Oliveira 5 (17' st Seedorf 6), Gilardino 6.5. (29 Fiori, 31 Antonelli, 9 Inzaghi, 15 Borriello). All. Ancelotti 6.5.
Catania (4-3-3): Pantanelli 6, Silvestri 5.5, Sottil 6, Stovini 5.5, Lucenti 5 (10' st Vargas 6), Baiocco 5.5, Edusei 6, Caserta 6.5, Mascara 5.5, Spinesi 5.5, Millesi 5.5 (1' st Corona 5). (16 Polito, 2 Sardo, 5 Minelli, 13 Izco, 11 Del Core). All.: Marino 6.
Arbitro: Dondarini di Finale Emilia 5.5.
Reti: nel pt 4' Kakà, nel st 37' Gilardino, 43' Kakà.
Note: angoli: 7-2 per il Milan. Recupero: 1' e 3'. Ammoniti: Bonera e Gourcuff per gioco falloso. Spettatori: 41.232.
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La differenza la fa Kakà. Il Catania rinvia a un'altra data l'appuntamento con il primo risultato utile contro una big del campionato perdendo per 3-0 con il Milan a San Siro. Gli etnei non demeritano, giocando una partita coraggiosa e sfiorando più volte il gol, ma poco possono contro il fuoriclasse brasiliano, che con le sue accelerazioni decide la partita siglando una doppietta e trascinando i compagni al successo.
Al posto di Colucci infortunato, Marino è costretto a schierare Millesi nel tridente d'attacco, mentre Ancelotti torna al modulo classico con due punte e Kakà trequartista. Il Catania ha subito problemi di marcatura sul brasiliano e ne paga immediatamente le conseguenze. Baiocco se lo lascia scappare via due volte, Silvestri fatica a contenerlo e così le discese sulla sinistra del fuoriclasse rossonero diventano una costante della partita.
Solo la prima azione però si conclude in gol dopo un veloce uno-due in area con Gilardino, mentre Pantanelli ci mette una pezza in un paio di occasioni e al 13' il suo diagonale finisce invece di poco a lato. Sotto di un gol già al 4', il Catania cerca di restare in partita e ha il merito di riuscirci senza rinunciare a qualche sortita in avanti.

La squadra di Marino potrebbe anche pareggiare in occasione del primo tiro scagliato verso la porta rossonera, ma la fortuna è dalla parte dei padroni di casa: al 32' Mascara lascia fermo Kalac con una splendida punizione da 25 metri, ma l'incrocio dei pali salva per il Milan. Sarà il rosario che Ancelotti stringe tra le mani, ma la fortuna sembra davvero girare dalla parte dei locali, quando il colpo di testa di Spinesi, ben imbeccato da Caserta, esce d'un soffio al 46'.
Marino ci prova con Corona al posto di Millesi a inizio ripresa, ma il Milan torna ad attaccare anche se con il sinistro sbilenco di Oliveira che, dopo aver sprecato una buona occasione sul finire del primo tempo, calcia a lato da centro area all'8'. La fortuna, comunque, continua chiaramente a stare dalla parte del Milan e al 13' Bonera riesce a respingere un tiro di Caserta a colpo sicuro dopo un affondo sulla fascia di Silvestri.

Kakà rimane il più pericoloso dei suoi anche se di pericoloso il Milan crea molto meno rispetto al primo tempo. Si arriva così senza grandi emozioni al raddoppio di Gilardino al 37', dimenticato completamente dalla difesa etnea in occasione di un fuorigioco non scattato e lasciato libero di battere Pantanelli da due passi su assist di Kaladze. A concludere la serata è ancora Kakà al 43' con destro radente per un 3-0 decisamente troppo severo per il Catania, che nel finale potrebbe accorciare: il tiro di Spinesi dopo una difettosa respinta di Kalac su tiro di Vargas viene però respinto sulla linea da Kaladze.


MESSINA - PARMA 1-1
Messina (3-5-2): Storari 5,5, Rea 6 (30' pt Morello 5), Parisi 5,5, Zanchi 6, Iuliano 6, Lavecchia 5, De Vezze 6, Cordova 5 (30' st Coppola 5,5), Masiello 6, Floccari 5,5, Di Napoli 6. (88 Caglioni, 16 Ogasawara, 21 Alvarez, 3 Minetti, 10 Iliev). Allenatore: Giordano 5.
Parma (4-5-1) Bucci 6, Ferronetti 6, Paci 6, Rossi 6, Castellini 6,5, Dessena 6,5, Cigarini 5,5, Ciaramitaro 5,5 (30 st Dedic 5,5), Pisanu 6 (43 st Bocchetti sv), Gasbarroni 5,5 (31 st Paponi 6,5), Budan 6. (23 De Lucia, 33 Coly, 6 Bolano, 34 Savi).Allenatore: Pioli 6.
Arbitro: Giannoccaro di Lecce 6.
Reti: 28' st Di Napoli, 32' st. Paponi
Note: recupero 4' e 4'. Angoli 8 a 2 per il Messina. Serata serena, terreno in ottime condizioni, spettatori 7.000. Ammoniti: De Vezze, Pisanu, Parisi per gioco falloso, Bucci per ostruzione.
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Nulla da fare per i giallorossi di Giordano che dopo cinque sconfitte consecutive incappano in un pareggio casalingo al termine di una partita bruttissima, con poco mordente e lucidità. Un gran gol di Paponi, una mezza rovesciata di tacco, fa l'1-1 che rende pesante l'aria in casa Messina.
Il Parma rimaneggiato ha fatto il suo dovere badando a uscire imbattuto in uno scontro diretto e pertanto la gara non è mai decollata a parte quattro minuti di fuoco nella ripresa quando prima Di Napoli e poi Paponi sono andati a segno. Per il resto davvero nulla. L'ennesimo stop pone adesso in serie difficoltà il tecnico messinese Bruno Giordano che rischia il posto, nonostante le assicurazioni del presidente Franza. Troppo brutta la sua squadra, con poche alternative tattiche in mancanza di Riganò e poco carattere, l'ombra di quell'undici visto nei primi otto turni di campionato.
Giordano, tecnico dei giallorossi, ribadisce il 5-3-2 di Milano, con la sola variazione di La vecchia al posto dello squalificato Zoro. Attacco affidato a Di Napoli vista la lunga assenza di Riganò. Tanti problemi per Pioli che deve rinunciare a Grella, Morfeo, Couto e Muslimovic, e si affida a una formazione molto giovane con Budan unico terminale offensivo.Parte a gran velocità il Messina mostrando subito i denti ma a parte un tiro di Cordova produce poco, più pericoloso il Parma in contropiede con Budan che al 13' mette i brividi a Storari.

La partita scorre via in maniera piuttosto noiosa visto peraltro il livello tecnico piuttosto basso. Il Messina non riesce a creare problemi nella zona di Bucci e il pubblico comincia a contestare in maniera chiara. Primo tempo indecoroso e da cancellare ad eccezione di un tentativo di testa di Iuliano fermato da Bucci. Giordano testardamente non cambia a inizio ripresa, Pioli non ha motivo di farlo. Ci prova De Vezze dopo 7 minuti con un tiro da fuori ma la palla sorvola la traversa con Bucci in ritardo.
Un minuto dopo Budan da un metro non riesce a ribattere in rete un pallone non trattenuto da Storari. Nel proseguo dell'azione De Vezze salva sulla linea di porta. Il Parma capisce che può vincere la partita e Dessena impegna di testa Storari al 21'. È un grave errore perchè i giallorossi trovano più spazio e passano al 28: cross di Masiello, tocco di testa di Floccari e appoggio in rete sempre di testa di Di Napoli. Primo gol dell'attaccante in questa stagione al San Filippo.
Il Parma pareggia subito: tiro dal limite di sinistro di Castellini, Storari ribatte e Paponi di testa in tuffo pareggia. La partita s'infiamma e Storari compie il miracolo su Budan entrato solo in area. Finisce con le contestazioni alla squadra al grido ''mercenari'', lancio di fumogeni in campo e cori irripetibili verso il presidente Franza.

Fonte: La Sicilia

- La classifica di serie A

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21 dicembre 2006
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