Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Fiat: quella crisi che non è mai finita

Dopo gli scontri di ieri tra operai e polizia, proclamato lo sciopero nazionale del settore metalmeccanico

27 aprile 2004

Quando una notizia di notevole gravità non viene presa nella giusta considerazione, e a sottolineare il fatto è solo la voce dei diretti interessati che viene resa flebile dalla sottolineatura di pochi giornalisti, si usa dire che "se non ci scappa il morto il fatto non si verrà mai a sapere". In Italia, prima che molte cose di preponderante gravità venissero alla luce, ne sono dovuti scappare parecchi morti, e pur se, per attenzionare come era giusto fare alcuni fatti (che alle volte si sono scoperti epocali), non sia stato sempre un vero e proprio passaggio a miglior vita, si è dovuto comunque attendere il punto di non ritorno.
Penso, rivolgendo la memoria ad un passato recente, agli omicidi di Marco Biagi e Massimo D'Antona, penso al crack Parmalat, penso all'Italia (e agli italiani) in Iraq, penso alla situazione della Fiat.

E' già da troppo tempo che il disagio economico e sociale in Italia è giustificato dai fisiologici transiti dovuti di volta in volta all'euro, all'ostruzionismo dell'opposizione, all'incapacità di adattamento del popolo al nuovo andazzo comunitario, alla mala giustizia fino ad arrivare ad addurre, come spiegazione alla crisi, l'incapacità degli italiani di fare economia. Mentre i miti di grandezza continuano (adesso con minore riuscita) ad alimentare la campagna commerciale-elettorale di un governo che da troppe parti ha fallito, dall'altra si ha ingannato la popolazione facendogli fare investimenti suicidi, abbagliandolo con esorbitati cifre che avrebbero dovuto rappresentare tanti nuovi posti di lavoro che però continuano a non vedersi e a sostenere forti riprese nell'industria, che va' letteralmente a catafascio.
La ripresa della Fiat, che sotto gli occhi di tutti fino all'anno scorso verteva in condizioni moribonde, si è rivelato l'ennesimo abbaglio, e c'è voluta la manifestazione violenta del malessere per far sì che un attenzione maggiore fosse focalizzata verso quello che già è un dramma nazionale.

In Basilicata, nell'area industriale Fiat di Melfi, è stata una carica della polizia contro i lavoratori che manifestavano, a far tastare il polso della  situazione ai più.
Il presidio dei lavoratori, che già durava da settimane per protestare contro le attuali condizioni di lavoro, e che ha via via bloccato l'operato degli altri stabilimenti (a Termini Imerese (PA) l'azienda automobilistica ha fatto nuovamente ricorso alla cassa integrazione, per la mancanza dei pezzi che proprio da Melfi dovevano arrivare) è diventato "caso" solo ieri, quando, appunto, la polizia ha caricato gli operai che bloccavano l' accesso principale all'area industriale a due autobus con a bordo circa 35 lavoratori che intendevano entrare in fabbrica. 
La reazione della Fiom (Federazione impiegati operai metallurgici) è stata durissima, che ha accusato la polizia di servilismo nei confronti della Fiat, e ha subito proclamato per domani, mercoledì 28 aprile, quattro ore di sciopero nazionale del settore metalmeccanico. In Basilicata domani lo sciopero sarà generale, di otto ore e riguarderà tutte le categorie, ad eccezione di quelle vincolate alla legge sul preavviso del diritto di sciopero.

Già da ieri mattina la Fiom torinese ha proclamato uno sciopero di due ore,  nello stabilimento di Mirafiori, dove si sciopera anche oggi. Anche in altre fabbriche dell'indotto torinese sono in corso dichiarazioni di sciopero "contro le cariche della polizia e a sostegno della lotta degli operai di Melfi". In Lombardia hanno scioperato anche i lavoratori della fabbrica dell'Alfa Romeo di Arese (Milano), e hanno preso parte a un'assemblea davanti alla portineria centrale.

Fabbrica deserta e produzione ferma, infine, nello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco. L'attività dei circa 5.000 dipendenti è bloccata in seguito alla protesta in corso a Melfi per il mancato arrivo di componenti per la produzione. All'esterno della fabbrica è stato affisso un comunicato della direzione che comunica la sospensione delle attività per i lavoratori addetti ai modelli Alfa 147, Alfa 156 e Alfa G7 "a causa della mancanza di materiali provenienti dal comprensorio di Melfi".
Come già detto, l'attività dello stabilimento di Termini Imerese (PA), con circa 1.400 lavoratori, è bloccata dalle 14 di giovedì scorso.

Le 4 ore di sciopero nazionale dei metalmeccanici, proclamate dalla Fiom-Cgil dopo i fatti di Melfi per domani, in Sicilia si articoleranno territorialmente secondo un calendario stabilito ieri. La notizia è stata data dalla Fiom regionale.
Secondo Giovanna Marano, leader della Fiom siciliana, la reazione contro la protesta degli operai a Melfi è la risposta della Fiat "ai sacrifici dei lavoratori, di personale che viene tenuto sotto il livello minimo di sussistenza in una delle aree più deboli del paese". Marano ha aggiunto anche di ritenere "stupefacente il silenzio di altri sindacati su vicende gravissime".
Solidarietà ai lavoratori in lotta della Sata-Fiat e dell'indotto di Melfi è espressa anche dalla Fiom-Cgil di Palermo. "Il tentativo di reprimere con la forza la protesta sindacale da parte del governo nazionale e della Fiat - sostiene la Fiom - dimostra il disprezzo profondo che l' attuale governo e l' azienda ha per le problematiche sociali e per i principi di democrazia e di rappresentanza degli interessi legittimi dei lavoratori".
Per la Fiom di Palermo "da un lato il governo dichiara di non potere intervenire su una vertenza sindacale, dall'altro lascia che le forze dell'ordine intervengano, attraverso l' uso della forza, sui manifestanti". "Questo dimostra, che in realtà - conclude il sindacato - non ha nessuna volontà di aprire confronti costruttivi che possano portare a migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori".

A Melfi stamane lo scenario si è comunque presentato diverso rispetto a quello di ieri . Non c'è la tensione che ieri mattina, che sin dalle prime luci del giorno, aveva caratterizzato la giornata. C'è, molta attesa nei blocchi per l'incontro tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e per gli sviluppi che i vari tentativi di mediazione, in atto nelle ultime ore, potranno avere.
Nei blocchi per tutta la notte è continuata la discussione tra i manifestanti sui fatti di ieri. In nottata la Cgil e la Fiom hanno tenuto a Melfi una lunghissima riunione.
Oggi si prevedono altri incontri e - si apprende - potrebbe anche esserci una riunione di tutte le sigle sindacali che farebbe parte di quelle iniziative per ricomporre la vertenza per trovare una via d'uscita all'impasse nel quale è la situazione di Melfi.

La Fiom, ha inoltre avviato una sottoscrizione a favore dei lavoratori di Melfi e rivolge un appello ai movimenti e alla società civile a sostegno della lotta in corso.

F.M.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

27 aprile 2004
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia