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In Italia un giovane su due è senza lavoro

Disoccupazione, ancora un record negativo. In Sicilia si avvia un apposito "Piano Giovani"

28 febbraio 2014

Un nuovo record negativo per l’Italia, dove gli effetti del peggior anno dall'inizio della crisi per il mercato del lavoro (il 2013) si fanno sentire a pieno nel primo mese del 2014. Sale il tasso di disoccupazione che a gennaio risulta pari al 12,9%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti nei dodici mesi.
E' quanto emerge dalle rilevazioni diffuse dall'Istat. E' il tasso più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 293 mila, aumenta dell'1,9% a gennaio rispetto al mese precedente (+60 mila) e dell'8,6% su base annua (+260 mila).

Quasi la metà dei disoccupati risiede nel Mezzogiorno (un milione 450 mila). Tra le diverse tipologie di lavoro, anche quello precario, definito dall'Istat come atipico, nella media del 2013 è tornato a scendere. Infatti, il numero di dipendenti a tempo determinato e di collaboratori scende a 2 milioni 611 mila, in calo di 197 mila unità in un anno. Insomma a calare non solo solo i dipendenti a tempo indeterminato (-190mila).
Tra il 2008 e il 2013, gli anni della crisi, si contano complessivamente 984 mila occupati in meno: significa che un milione di italiani è uscito dalla schiera degli occupati.

A gennaio, aumenta ancora la disoccupazione giovanile. I disoccupati tra i 15 e i 24 anni sono 690 mila. L'incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all'11,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,8 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 42,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,0 punti nel confronto tendenziale. Un dramma nel dramma.

In Sicilia, da sempre una delle regioni italiane maggiormente colpite dalla piaga della disoccupazione, l’Assessorato dell'Istruzione e della Formazione professionale, per contrastare la mancanza occupazionale dei giovani sta mettendo in atto un apposito "Piano Giovani" da 230 milioni di euro…

LAVORO AI GIOVANI, IL PIANO DELLA REGIONE
di
Geraldine Pedrotti (Repubblica/Palermo.it, 28 febbraio 2014)

Un rimborso di 400 euro al mese per i praticanti e contributi fino a 60 mila euro per i ragazzi che, una volta abilitati, vogliano aprire un proprio studio professionale. È in arrivo una boccata di ossigeno per i giovani avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e giornalisti siciliani che, già a partire dall'estate, potranno ricevere un sostegno economico per il primo anno di praticantato e beneficiare di un finanziamento a fondo perduto dalla Regione per mettersi in proprio e aprire uno studio in cui esercitare la professione. È quella che dall'assessorato alla Formazione definiscono "Priorità 1" e fa parte del tanto atteso Piano Giovani, il programma regionale per il lavoro giovanile da 230 milioni di euro che sarà presentato dal governatore Rosario Crocetta e dall'assessore alla Formazione Nelli Scilabra stamattina, di cui Repubblica è in grado di fornire importanti anticipazioni. La "Priorità 1", divisa nelle due linee "Giovani professionisti" e "Prima impresa giovani", sarà tra le prime misure a partire e destinata a migliaia di laureati under 35. Una misura che vale complessivamente 30 milioni di euro e coinvolgerà oltre cinquemila tra praticanti e professionisti abilitati.

GIOVANI PROFESSIONISTI - La prima linea del programma è quella rivolta ai praticanti e per cui l'assessorato alla Formazione stanzia 12 milioni di euro. A beneficiarne saranno 3.333 giovani, di età inferiore ai 35 anni e residenti in Sicilia, che inizieranno il praticantato a partire dal prossimo settembre. Il rimborso sarà di 400 euro, 300 a carico della Regione e 100 del datore di lavoro in cui si effettua il praticantato. Il sostegno economico durerà 12 mesi e coprirà, quindi, solo il primo anno di pratica. Non sarà possibile riuscire a comprendere, almeno per quest'anno, l'intera platea dei praticanti siciliani. Ma, assicurano dall'assessorato alla Formazione, la misura - quest'anno in fase sperimentale - sarà riproposta dall'anno prossimo fino almeno al 2020, usufruendo dei tre miliardi della prossima programmazione del Fondo sociale europeo. In futuro, inoltre, i beneficiari della misura saranno ampliati e si farà in modo di estendere la copertura anche al secondo anno di praticantato.

Non si conoscono ancora i criteri di selezione dei 3.333 che riusciranno ad accaparrarsi il rimborso spese. L'assessorato, infatti, emanerà il bando entro l'estate e sta ancora consultando gli Ordini professionali degli Avvocati, dei Commercialisti, dei Consulenti del lavoro e dei Giornalisti per definire i dettagli. Quello che già si sa è che per beneficiare dell'indennità di 400 euro non si dovranno avere vincoli di parentela entro il terzo grado, e di affinità entro il secondo, con i professionisti o i soci degli studi professionali presso cui si svolge il praticantato.

PRIMA IMPRESA GIOVANI - La seconda parte del piano prosegue il percorso di sostegno cominciato nella prima parte. Dopo il praticantato e l'abilitazione, infatti, i ragazzi sono sostenuti nell'impresa di aprire un proprio studio professionale. Questa misura prevede uno stanziamento di 18 milioni di euro per finanziamenti a fondo perduto che vanno da 20 mila euro per l'attività aperta da un singolo soggetto a un massimo di 60 mila euro per società o cooperativa formate da più giovani professionisti under 35. La misura comprenderà duemila persone e 500 studi da avviare. I finanziamenti potranno essere usati per coprire qualsiasi tipo di costo di avviamento, dall'acquisto di macchinari e arredi, a quelle di promozione dell'attività fino al pagamento dell'affitto e delle utenze. Una grossa opportunità per i giovani che spesso, una volta abilitati, non riescono a praticare la professione, scontrandosi con una realtà fatta da concorrenza spietata e guadagni che raramente riescono a coprire i costi. Con il risultato che, il più delle volte, il giovane neoabilitato decide di abbandonare il sogno di mettersi in proprio, appoggiandosi a studi più grossi dove continua a essere sottopagato.

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28 febbraio 2014
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