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In serie A si parla siciliano... All'inizio del nuovo campionato solo vittorie per Palermo, Messina e Catania

11 settembre 2006

PALERMO - REGGINA 4-3
Palermo (4-3-2-1): Agliardi 6, Zaccardo 6, Barzagli 5.5 (38' st Cassani sv), Biava 6.5, Pisano 5.5, Diana 6, Corini 6.5, Simplicio 5.5 (31' st Parravicini 5.5), Brienza 6 (16' st Capuano 6), Bresciano 7, Amauri 7. (12 Fontana, 4 Gio. Tedesco,10 Caracciolo, 17 Di Michele). All.: Guidolin 6.
Reggina (3-5-1-1): Pelizzoli 6, Lanzaro 6, A. Lucarelli 5, Aronica 5.5, Mesto 4.5 (44' pt Giosa 5.5), Missiroli 5 (1' st Amoruso 6, 29' st Carobbio 6), Amerini 5.5, Gia. Tedesco 6, Modesto 5.5, Leon 6.5, Bianchi 8. (30 Campagnolo, 3 Morabito, 8 Tognozzi, 15 Barillà). All.: Mazzarri 6.5.
Arbitro: Ayroldi di Molfetta 5.5.
Reti: nel pt 12' Bresciano, 17' Biava, 27' Corini rigore, 42' Bianchi; nel st 10' Bianchi, 22' Amauri, 34' Bianchi rigore.
Note: angoli: 4-4. Recupero: 2' e 2'. Espulsi: nel st 18 Aronica per doppia ammonizione (secondo cartellino per fallo su Corini). Ammoniti: A. Lucarelli, Biava, Gia. Tedesco, Aronica, Simplicio, Modesto per gioco falloso; Bresciano per fallo di mani; Lanzaro per proteste; Parravicini e Pisano per ostruzionismo. Spettatori: 24.509 (18.000 abbonati, 6.509 paganti), per un incasso di 441.429,26 (342.105,26 quota, 99.324,00 incasso partita) euro.
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Gol, prodezze individuali, emozioni e spettacolo nello stadio Barbera, dove il Palermo apre con un successo il suo terzo campionato di Serie A consecutivo, il quarto dell'era Zamparini. C'è tutto, anzi di più, nella vittoria della squadra allenata da Francesco Guidolin: sette gol, due pali (uno per parte), diverse parate dei portieri, due rigori (uno per parte). Non poteva cominciare meglio il campionato del Palermo, ma anche la Reggina può consolarsi: se giocherà sempre con lo stesso piglio, la compagine guidata da Walter Mazzarri potrà sicuramente sperare nella salvezza.
I calabresi non hanno mai mollato e, pur giocando quasi tutto il secondo tempo con un uomo in meno, sono riusciti a tenere aperta una partita che, dopo soli 26', sembrava chiusa, con il Palermo avanti di tre gol e la Reggina letteralmente a pezzi. Con il passare dei minuti, anche per effetto del gol nel finale del primo tempo di Bianchi, gli ospiti prendono coraggio e tengono in ansia il Palermo, che spreca, subisce e a tratti appare troppo svagato.

L'inizio è al piccolo trotto: finché il ritmo si mantiene entro certi limiti, la Reggina dimostra di essere competitiva. Non appena i rosanero accelerano, però, la squadra ospite va in affanno, soffre e non riesce ad arginare le iniziative degli uomini di Guidolin. La partita vive sulle accelerazioni di Diana da una parte e di Bresciano dall'altra, ma è sui calci piazzati che il Palermo costruisce il suo successo, oltre che sulle prodezze in acrobazia di due 'inspospettabili' come Bresciano e Biava.
I primi due gol sono straordinari nell'esecuzione, poi ci pensa capitan Corini a mettere il punto esclamativo su un primo tempo nel quale il Palermo ha ottenuto più del massimo e lo ha fatto giocando senza eccessivi sforzi. Questione di uomini. Un esempio? I padroni di casa si permettono il lusso di rinunciare a gente come Di Michele e Caracciolo, per fare posto a Brienza e Amauri; la Reggina invece, non ha cambi adeguati.
Prima del riposo, tuttavia, gli ospiti riescono ad accendere un lumicino di speranza, centrando la porta con Rolando Bianchi, ma è troppo poco: tornano negli spogliatoi con un bottino deprimente, fatto di tre ammoniti e altrettanti gol al passivo,che si aggiungono ai 15 punti di penalizzazione subiti nelle scorse settimane dalla giustizia sportiva. E dire che la Reggina era partita bene, costringendo Agliardi a un intervento in uscita sul difensore Lanzaro (uno dei tanti ex in campo), proiettato in area; dopo avere subito a lungo, la squadra di Mazzarri è brava a risollevarsi e a riaprire la partita, complice un vistoso calo del Palermo, che nella ripresa sembra avere perso mordente e lucidità.
I rosanero colpiscono una traversa esterna con Corini su punizione, ma si rilassano un pò troppo in difesa e alla fine rischiano di essere clamorosamente raggiunti da un'avversaria che, per per persa, ha il pregio di non smettere mai di crederci. E non lo ha fatto nemmeno quando era sotto di tre gol. I calabresi subiscono una pesante mazzata subito dopo il quarto d'ora, allorché l'arbitro spedisce negli spogliatoi Aronica, palermitano d'origine, che atterra Corini con una spallata. Il difensore della Reggina era già ammonito e pertanto finisce anzitempo la partita.
Nonostante l'inferiorità numerica, gli ospiti non mollano, dimostrando grande carattere,grinta e determinazione da vendere, come testimonia il palo colpito su punizione da Leon, con Agliardi battuto. Bianchi tiene a galla i suoi, ma non basta per alleviare la penalizzazione che rimane angosciante e azzerra quasi ogni speranza dei tifosi amaranto.

MESSINA - UDINESE 1-0
Messina
(4-4-2): Storari 6,5, La Vecchia 6,5, Iuliano 6,5 (dal 24' st Rea 6), Zanchi 7, Parisi 5, Coppola 5, De Vezze 6, Masiello 5,5, Cordova 6, Di Napoli 5, Riganò 6 (al 19' st Alvarez 6,5; al 44' st Sullo) (88 Caglioni, 13 Rea, 89 Calà, 86 Ghomsi, 41 Sullo, 3 Minetti, 21 Alvarez). All.: Giordano 7.
Udinese (4-4-2): De Sanctis 7, Zenoni 6,5, Natali 6, Zapata 5,5, Felipe 6 (dal 32' st Dossena sv), Pinzi 6, Obodo 6, Eremenko 5, Siqueira 6,5 (dal 36' st Montiel 6), Asamoah 6 (dal 36' st Gerardi s.v.), Iaquinta 5. (12 Paoletti, 6 Coda, 20 Dossena, 24 Vargas, 27 Montiel, 29 De Martino, 32 Gerardi). All.: Galeone 6.
Arbitro: Mazzoleni di Bergamo 5,5.
Reti: al 28' st Zanchi.
Note: angoli: 4 a 2 per il Messina. Recupero: 1' e 4'. Ammoniti: De Vezze, Coppola, Obodo, Felipe, per gioco falloso; Di Napoli per proteste.
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Vittoria per il Messina al San Filippo, che inaugura nel migliore dei modi il suo terzo campionato consecutivo in A, dopo che le vicende di calciopoli hanno riportato la squadra nella massima Serie. La partita è sembrata quasi un incontro di fine stagione, con poca voglia di farsi male da parte di peloritani e friulani. Ma alla fine i concreti siciliani hanno meritato il successo.
Le fiammate iniziali durano molto poco con rapidi capovolgimenti di fronte, ma le due squadre non riescono a confezionare occasioni preziose. Al 2' punizione di Cordova dalla destra, e Obodo salva in angolo. Sul corner De Sanctis esce a vuoto e si scontra con Zanchi, che rimane a terra per qualche minuto: l'arbitro assegna la punizione all'Udinese. Al 3' Iaquinta dopo una discesa sulla destra mette al centro un pallone che nessuno dei suoi compagni sfrutta per il tempestivo intervento di Zanchi. Un minuto dopo splendida 'palombellà di Cordova che pesca Di Napoli tutto solo: 'Re Artu" gonfia la rete ma l'arbitro annulla per fuorigioco.
Al 9' errore di Parisi che in pratica consegna la palla a Iaquinta, il campione del mondo però spreca un'occasionissima facendosi anticipare dal gran recupero di Zanchi. Per un buon quarto d'ora l'Udinese riesce a pressare il Messina nella sua metà campo, poi su un capovolgimento di fronte i giallorossi arrivano sottoporta: passaggio filtrante di De Vezze ma un solitario Riganò viene fermato davanti al portiere bianconero per fuorigioco. Al 16' fallo di Zapata su Di Napoli a cinque metri dall'area, e la successiva punizione di Di Napoli non spaventa De Sanctis: la palla si perde di un paio di metri sopra la traversa.

Tre minuti dopo un'altra disattenzione di Parisi che poteva costar casa ai peloritani percussione sulla fascia destra di Natali che scodella a centro area un prezioso pallone, Storari anticipa con una uscita tempestiva il colpo di testa di Iaquinta. Poi la partita scorre via senza grandi sussulti e diventa anche noiosa dopo il 20', con le due squadre che stazionano prevalentemente a centrocampo e di tanto in tanto provano ad affondare i colpi senza troppa convinzione. Alla mezz'ora due fiammate del Messina. Al 31' l'occasionissima per i giallorossi e anche la prima vera palla gol della partita: lancio di Parisi, sponda di testa di Riganò per Cordova, che non tira subito ma aggira il difensore e batte a colpo sicuro. De Sanctis è strepitoso e para col corpo in uscita, sulla ribattuta Cordova insiste ma tira altro sulla traversa.
Al 33' l'altra grande opportunità per i peloritani: a sorpresa da 35 metri Cordova tira direttamente in porta, respinge corto De Sanctis e Di Napoli a due passi spara alto. La partita poi si addormenta di nuovo fino al 44', quando Obodo pesca Iaquinta in posizione favorevole sulla destra: il suo forte tiro è respinto a pugni chiusi da Storari. Altra grande occasione per i giallorossi sul finire del primo tempo: al 46' Parisi crossa finalmente alla sua maniera, poi intelligente appoggio di testa di Riganò a De Vezze che ha il tempo di aggiustarsi il pallone e tira a botta sicura, ma non fa i conti con la giornata di grazia di De Sancits, che con la punta delle dita riesce a deviare in calcio d'angolo. L'arbitro non lo fa nemmeno battere e manda tutti negli spogliatoi.

Stesso copione soporifero ad avvio della ripresa. Al 20' passaggio smarcante di Coppola per Masiello, ma la testa di Zenoni arriva prima e De Sancits si ritrova la palla tra le braccia. Al 21' Felipe trova con un cross la testa di Asamoah, che viene contrastato da Parisi colpisce debolmente.Al 23' gran discesa Siqueira che si beve tre avversari e poi smarca sulla destra dell'area Asamoah, provvidenziale l'intervento di piede di Iuliano. Sul calcio d'angolo Eremenko scodella in area per Natali gira per Iaquinta che incredibilmente a pochi passi dalla porta manda fuori graziando Storari.
Al 28' della ripresa la svolta: dopo un brutto fallo di Felipe su Alvarez, sulla fascia destra, Cordova batte la punizione pennellando perfettamente per la testa di Zanchi che tutto solo insacca senza problemi. Undici minuti dopo Montiel, al primo pallone toccato, si beve tre avversari e tira con convinzione, Storari non trattiene e provoca un angolo. Altra occasione d'oro per il Messina a 4 minuti dal termine, con lo stesso copione del gol: questa volta è Rea che spara alto da posizione favorevolissima. La partita si chiude con una cavalcata solitaria di De Vezze che dall'area peloritana percorre tutto il campo e poi spreca tutto cercando di aggirare il portiere invece di passare a Di Napoli, che era tutto solo.

CAGLIARI - CATANIA 0-1
Cagliari (4-3-3): Chimenti 6.5, Ferri 6, Lopez 5.5, Bianco 5 (39' st Bizera sv), Del Grosso 5.5, Biondini 6.5 (34' st D'Agostino sv), Conti 5, Budel 5 (20' st Capone 6), Esposito 4.5, Suazo 5, Pepe 5.5. (26 Fortin, 14 Pisano, 8 Conticchio, 21 L. Colucci). All.: Giampaolo 5.
Catania (4-3-3): Pantanelli 7, Silvestri 6, Stovini 6.5, Sottil 6, Falsini 6.5, Sardo 6, Biso 6.5, Baiocco 6.5, Corona 7 (30' st G. Colucci sv), Spinesi 6 (39' st Rossini sv), Mascara 7. (16 Polito, 5 Minelli, 7 Vargas, 8 Edusei, 11 Del Core). All. Marino 7.
Arbitro: Rocchi di Firenze 6.
Rete: nel st 10' Corona.
Note: angoli: 5-3 per il Catania. Recupero: 1' e 5'. Espulso Conti per doppia ammonizione (comportamento non regolamentare e gioco scorretto). Ammoniti: Falsini, Sottil, Silvestri e Baiocco per gioco scorretto; Sardo per comportamento non regolamentare. Spettatori: 15 mila.
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Subito una festa. Il Catania, grazie ad uno splendido tiro al volo di Corona, espugna il Sant'Elia e festeggia nel migliore dei modi il ritorno in serie A dopo 23 anni. Va agli etnei il derby delle Isole, al termine di una partita combattuta, giocata a viso aperto da entrambe le contendenti. I rossazzurri, mai vittoriosi al debutto nei precedenti 9 tornei di A disputati e reduci da una serie di 25 gare nel massimo campionato senza successi, la spuntano grazie a una prova coraggiosa e di carattere. L'undici di Marino non indossa i panni della matricola timorosa, ma, al contrario, gioca senza paura provando a imporre sin dall'avvio la propria manovra facendo così felice il proprio tecnico, debuttante su questi palcoscenici.
Esordio amaro, invece, per Marco Giampaolo, il più giovane allenatore della serie A con i suoi 39 anni compiuti ad agosto. Alla fine si è 'piegato' al volere di società e giocatori, optando per il tanto caro - da queste parti - 4-3-3 e lasciando da parte il 4-4-2 provato e riprovato per tutta l'estate. Esposito, che non gradiva il nuovo ruolo di esterno di centrocampo a sinistra, alla fine è stato accontentato, e ha potuto così giostrare come predilige sulla destra nel tridente completato da Suazo, al centro, e Pepe, a sinistra. Ma proprio Esposito ha deluso. Mai uno spunto sulla destra e soprattutto due occasionissime sciupate, entrambe nella ripresa: all'8', poco prima del vantaggio catanese, da due passi ha mandato alto un pallone molto invitante; al 46', in pieno forcing finale, si è trovato solo davanti a Pantanelli, ma ha calciato addosso al portiere, ex di turno.

E così il Catania, attento e ben messo in campo, ha portato a casa l'intera posta in palio grazie al potente e preciso destro al volo di Corona, al 10' della ripresa, che ha beffato un Chimenti già provvidenziale al 34' del primo tempo con una parata su Spinesi, presentatosi solo davanti al portiere di casa dopo un errore di Bianco, altro ex del match. Non ha rubato nulla il Catania, anzi, questa è una squadra che ha confermato di cercare sempre il calcio propositivo, come alla vigilia aveva assicurato il suo allenatore, con tre punte sempre in movimento e pericolose come Corona, appunto, Spinesi e l'ottimo Mascara, vera spina nel fianco per tutta la gara della difesa cagliaritana e subito uno dei più in vista nell'undici catanese, che ha retto bene anche a centrocampo concedendo solo qualcosa in difesa quando i locali sono riusciti ad accelerare la manovra.
E il Cagliari? È sembrato lo stesso di un anno fa. La mano di Giampaolo, per il momento, non si è vista. Ha patito in difesa, a centrocampo bene solo il neo acquisto Biondini, mentre in attacco il solo Pepe è sembrato avere lo spirito giusto, anche se ha sbagliato molto. E se Suazo non gira, come è accaduto questo pomeriggio, non si possono dare tutte le colpe all'allenatore. Dopo il vantaggio di Corona, il Cagliari ha avuto diverse occasioni per pareggiare, ma non le ha sfruttate, vuoi per le prodezze di Pantanelli (che si è preso la sua bella rivincita con la sua ex società che due anni fa gli aveva preferito il carneade Katergiannakis), vuoi per l'imprecisione degli attaccanti. Giampaolo ha giocato anche la carta Capone, e il numero 10 rossoblu, appena entrato, ha fornito un assist d'oro a Suazo che, al 23', solo davanti a Pantanelli si è fatto respingere la conclusione. Al 45', su punizione-cross sempre di Capone, Pepe è saltato più alto in tutti, ma il suo colpo di testa si è stampato sul palo.

Fonte: La Sicilia

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11 settembre 2006
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