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In Sicilia le donne e i giovani più deboli nel mercato del lavoro

Nel 2002 il numero degli occupati in Sicilia è risultato pari a 1 milione 407 mila unità

16 gennaio 2003
La sede Istat per la Sicilia comunica i consuntivi per l'anno 2002 del mercato del lavoro nell'Isola. I dati sono ottenuti come media delle quattro indagini campionarie trimestrali e consentono di delineare compiutamente le caratteristiche strutturali e le tendenze evolutive dell'occupazione e della disoccupazione a livello locale.

Nel 2002 il numero degli occupati in Sicilia è risultato pari a 1 milione 407 mila unità, segnando un aumento dello 0,9% (13 mila lavoratori in più rispetto al 2001), inferiore al corrispondente incremento a livello nazionale (+1,5%). L'andamento configura una forte decelerazione rispetto alla crescita registrata nel 2001 pari al 3,2% (+2,1% il dato dell'Italia in complesso).

Settorialmente si sono avuti aumenti nell'industria in senso stretto e nei servizi e flessioni in agricoltura, nelle costruzioni e nel commercio. Nonostante le difficoltà insorte in specifici settori, l'industria ha creato 11 mila nuovi posti di lavoro denunciando una dinamica nettamente più sostenuta della media nazionale. Nel settore dei servizi l'aumento occupazionale ha sfiorato le 10 mila unità confermando la prosecuzione del processo di terziarizzazione dell'economia. L'agricoltura ha continuato ad espellere manodopera conformemente alle tendenze precedenti (2 mila occupati in meno del 2001).

Una perdita della stessa entità si è registrata nel settore delle costruzioni che nel biennio precedente aveva messo a segno recuperi consistenti. Nelle attività del commercio la flessione si è aggirata sulle 4 mila unità riflettendo il non favorevole andamento della domanda di consumo delle famiglie.

Il numero delle lavoratrici ha continuato a crescere toccando le 414 mila unità, con la creazione di 9 mila nuovi posti di lavoro. Il positivo andamento della componente femminile (+2,3%) si è coniugato con un aumento relativamente meno sostenuto della componente maschile (+0,4% corrispondente a quasi 4 mila lavoratori). Per le donne gli incrementi occupazionali sono apparsi generalizzati a pressochè tutti i settori di attività ad esclusione dell'agricoltura che ha accusato notevoli cedimenti. Per gli uomini i miglioramenti sono risultati concentrati prevalentemente nell'industria in senso stretto.

Relativamente alla posizione nella professione, i posti di lavoro alle dipendenze sono cresciuti di 28 mila unità a fronte di una diminuzione degli indipendenti pari a 15 mila lavoratori. La quota dei dipendenti sull'occupazione totale è pertanto salita al 74% (72,6% il dato dell'Italia in totale).

L'occupazione a tempo parziale ha accusato una flessione invertendo la tendenza ascendente iniziata attorno alla metà del decennio novanta. Nel consuntivo 2002 la riduzione si è commisurata pari a 1,8%, in contro tendenza con il dato italiano (+3%). L'incidenza rispetto all'occupazione totale si è confermata relativamente più elevata in Sicilia, passando da 9,4% a 9,1%, rispetto al resto dell'Italia (da 8,4% nel 2001 a 8,6%). Nella regione il calo è da imputare essenzialmente alla componente maschile (-3,5%) a fronte della stabilità della componente femminile. La quota delle donne sul totale dei dipendenti part-time ha raggiunto il 50,8% nella media regionale e il 74,6% nella media italiana.

Gli occupati alle dipendenze con contratto a tempo hanno avuto un apprezzabile incremento raggiungendo le 194 mila unità in totale (+4,9% rispetto al 2001). Tra i rami di attività hanno avuto aumenti significativi sia l'agricoltura (+13,8% contro lo 0,5% dell'Italia) sia l'industria (+7% in Sicilia e +6,3% a livello nazionale), mentre il settore dei servizi ha accusato una battuta d'arresto dopo l'espansione degli anni precedenti. L'incidenza di questa tipologia contrattuale sull'occupazione in complesso si è confermata nettamente superiore al dato nazionale (18,6% contro il 9,9%).

Il numero delle persone in cerca di occupazione ha registrato un'ulteriore flessione (da 382 mila a 354 mila unità). Il tasso di disoccupazione, che nel 1999 aveva toccato un massimo storico (24,5%), nel 2002 è sceso a 20,1% (1,4 punti in meno del 2001) raggiungendo il livello più basso degli ultimi nove anni. Ciò nonostante, la Sicilia detiene il ruolo di regione a più alta disoccupazione insieme a Calabria e Campania. A fronte, il tasso di disoccupazione medio nazionale si è collocato a quota 9% con un miglioramento di 0,5 punti rispetto al 2001.

Le donne e i giovani rimangono le componenti più deboli del mercato del lavoro nonostante i miglioramenti degli ultimi anni. Il tasso di disoccupazione femminile si è attestato a 28,4%, il più basso dell'ultimo decennio ma più che doppio del dato italiano (12,2%). Il tasso di disoccupazione giovanile - ottenuto dal rapporto tra le persone in cerca di occupazione da 15 a 24 anni e le forze di lavoro della stessa fascia di età - ha evidenziato il persistente disagio dei giovani, sebbene nell'ultimo triennio si sia avuto un andamento positivo.

Nel 2002 il livello dell'indice è sceso a 51,2% equivalente a 9,5 punti in meno del 1999 che rappresenta un massimo storico. Per le ragazze il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 64,2%, contro il 31,4% medio nazionale. Per i ragazzi l'area del disagio ha interessato il 43,1% in Sicilia e il 24% nel resto del Paese.

Fonte: La Sicilia

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16 gennaio 2003
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