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L'ex Fiat e l'incubo licenziamenti

Il 30 giugno scade la proroga della cig: posti di lavoro a rischio se non ci saranno novità al più pesto

29 marzo 2014

L'incubo dei licenziamenti si avvicina sempre di più. Il 30 giugno scade la proroga della cassa integrazione e per i circa 1.200 operai dell’ex Fiat di Termini Imerese e dell’indotto è scattato l’ennesimo, drammatico, conto alla rovescia: se non ci saranno novità per una proroga di altri sei mesi entro il 15 aprile il rischio è che vengano avviate le procedure di licenziamento.
Sindacati e Confindustria Palermo, uniti, lanciano l’allarme e chiedono di trasformare le voci e le indiscrezioni in fatti al più presto. "È' necessario accelerare i tempi per un incontro al ministero dello Sviluppo Economico per discutere dei nuovi piani per il rilancio dell'area industriale di Termini Imerese", sottolineano Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo Trapani, e Giovanni Scavuzzo, segretario provinciale e rappresentante Fim Cisl Palermo Trapani in Fiat.

E alle ex tute blu di Fiat non rimane che tornare alla protesta. Dopo l’assemblea di Fim, Fiom e Uilm al Consiglio comunale di Termini, ieri mattina gli operari si sono recati davanti la sede della Prefettura di Palermo, per chiedere l’intervento proprio del Prefetto, Francesca Cannizzo, mirato a sollecitare la convocazione al Mise. "Bisogna discutere anche della manifestazione di intenti presentata in commissione Attività produttive dell'Ars per la realizzazione di auto elettriche a Termini, ci auguriamo possa rappresentare la svolta ma ci sono ancora tanti dettagli da chiarire e dato che i tempi sono lunghi, è necessario prorogare intanto la cassa integrazione per tutti i lavoratori", hanno ribadito Milazzo e Scavuzzo, che chiedono inoltre "un’accelerazione anche sulla realizzazione delle opere previste dall’accordo quadro, la Regione deve procedere subito per aumentare l'attrattività dell'area industriale".

In questa battaglia per il futuro degli operai Fiat c’è anche Confindustria Palermo che scende in campo e, attraverso il presidente, Alessandro Albanese, punta pesantamente il dito contro "le inutili passerelle di imprenditori, o sedicenti tali, che millantano progetti di sviluppo, sproloquiano in vaghe e mirabolanti promesse, ma in realtà puntano solo alla depredazione delle risorse messe a disposizione dalla Regione per rilanciare lo stabilimento. Servono progetti veri e concreti per il rilancio di Termini Imerese che non è terra di conquista. E che dire della short list? L’agenzia che ha coordinato le proposte per Fiat finora ha solo inanellato una serie di flop, di buchi nell’acqua". Secondo Albanese "è giusto analizzare tutte le proposte sul tavolo, ma occorre la massima attenzione, per distinguere da progetto a progetto. Non possiamo fare spazio a programmi senza struttura e senza prospettive, programmi senza un piano industriale solido, che non potranno mai garantire un reale sbocco occupazionale. Perché così facendo si rischia di tagliare fuori le idee vere, gli investitori seri, i gruppi internazionali che con lucidità e buon senso possono essere realmente interessati a un’attività economica nel sito di Termini Imerese. E non possiamo più permetterci - conclude - di escludere le ipotesi vere e concrete di una ripresa economica dell’attività nello stabilimento Fiat".

[Informazioni tratte da Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

- Ancora nuove speranze per Termini Imerese... (Guidasicilia.it, 06/03/14)

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29 marzo 2014
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