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La campagna si tinge di... ''rosa''. Aumenta il numero delle imprenditrici agricole in Italia

Secondo un indagine della Coldiretti nel nostro paese un impresa agricola su tre è gestita da donne

23 dicembre 2003
Le donne italiane sono alla ricerca di una migliore qualità della vita per questo nove imprenditrici agricole su dieci non cambierebbero mai il loro lavoro in campagna con un impiego fisso in città. Anche per questo motivo l'88% delle intervistate si è detta fortemente contraria all'uso degli Ogm (Organismi genticamente modificati). I dati sono tratti da un indagine condotta dalla  Coldiretti-Cifem (Coordinamento per l’imprenditoria femminile cui aderiscono le donne socie della Coldiretti), svolta in occasione dei cinquant'anni di presenza associativa del coordinamento "Donne Impresa" dell' Organizzazione, guidato da Daniela Santori.

L'indagine sottolinea una tendenza diffusasi, negli ultimi anni, a preferire i piccoli centri che possono garantire una migliore qualità della vita. Nei paesi infatti, è più facile trovare un ambiente sano e costruire rapporti interpersonali più duraturi anche se magari bisogna rinunciare ai servizi e alle infrastrutture che offre una metropoli. Le imprenditrici comunque, non si lasciano scoraggiare per così poco. Il 50% di loro vive in campagna  perché  ama il contatto con la natura e questo giustifica anche il no deciso dell'88% di queste agli Ogm in agricoltura e nell'alimentazione. Si registra anche una notevole attenzione al sociale con quasi la metà (47%) delle imprenditrici  impegnate in attività di volontariato, assistenza anziani, sindacale e politica. Tali attività si aggiungono all'impegno nella conduzione aziendale e nella famiglia (due terzi sono sposate con figli).

Le imprenditrici agricole del terzo millennio sono donne professionalmente preparate: il 50% di loro ha un diploma e l'8% una laurea. Le donne inoltre, sono molto attente alle innovazioni. L'84%  segue corsi di formazione, ha familiarità con il computer (60%). Il risultato è che - rileva la Coldiretti - le donne in agricoltura guidano aziende di media-grande dimensione (55% sopra i dieci ettari), tecnologicamente avanzate (il 70% ha introdotto nuovi macchinari), attente alle coltivazioni biologiche ed ecocompatibili (60%) e orientate verso produzioni più intensive (allevamento, ortofrutta e vino) in grado di generare sbocchi occupazionali e opportunità di integrazione (il 25% assume manodopera spesso straniera). L'11% delle imprenditrici è occupata in attività agrituristiche o in fattorie didattiche (10%), nel valorizzare la biodiversità con il salvataggio di animali e piante in via d'estinzione (3%) e infine nella vendita diretta ai consumatori dei propri prodotti.

I dati sono confermati in linea di massima anche dall'ultimo censimento sull'agricoltura. In Italia un impresa agricola su tre sarebbe diretta da donne e negli ultimi dieci anni la loro presenza alla guida delle aziende agricole è aumentata sia in termini percentuali rispetto agli uomini (30,9% rispetto al 25,9 % del 1990) sia in valori assoluti (+1,7%) in controtendenza con il calo complessivo del 14,2% segnalato dal censimento Istat.

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23 dicembre 2003
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