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Le Siciliane di A. Alla seconda giornata il Palermo primo in classifica. Ai primi posti anche Messina e Catania

18 settembre 2006

LAZIO - PALERMO 1-2
Lazio (4-4-2): Peruzzi 6, Oddo 6.5, Siviglia 4.5, Stendardo 5, Zauri 5, Manfredini 5.5 (8' st Foggia 5), Mudingayi 6.5, Ledesma 4.5 (34' st Baronio sv), Mauri 5, Rocchi 5.5, Pandev 4.5 (14' Makinwa 6). (32 Ballotta, 7 Belleri, 25 Cribari, 17 Tare) All: Rossi 5.
Palermo (4-4-2): Agliardi 8, Zaccardo 6, Biava 6.5, Barzagli 6, Capuano 6 (8' st Pisano 6), Guana 6.5, Corini 6.5 (37' st Parravicini sv), Simplicio 7, Diana 6.5, Di Michele 7.5 (22' st Caracciolo 5), Amauri 6.5. (12 Fontana, 23 Bresciano, 4 Tedesco, 90 Brienza) All: Guidolin 6.
Arbitro: Marelli di Como 7.
Reti: nel pt 10' e 37' Di Michele, nel st 28' Rocchi.
Note: recupero 0 + 4'. Ammoniti: Diana, Caracciolo e Amauri per proteste, Pisano e Stendardo per gioco falloso. Spettatori: 16 mila.
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Il Palermo conferma l'ottimo avvio di stagione ed espugna l'Olimpico superando 2-1 la Lazio. Un esito ben diverso da quello della passata stagione, quando i rosanero in vantaggio di due gol finirono per perdere 4-2. Stavolta decide una doppietta di David Di Michele, con due pallonetti di ottima fattura. La Lazio (in gol con Rocchi), così come a Milano non demerita e si fa apprezzare in fase offensiva, trovando però un insuperabile Agliardi. Di contro i biancocelesti sono tutt'altro che perfetti in difesa e concedono all'avversario troppa libertà in contropiede.
Resta più che precaria la classifica, visto che la Lazio non ha ancora recuperato nessuno degli 11 punti di penalizzazione per la vicenda calciopoli. Gioca bene il Palermo che si gode il momentaneo primo posto e si conferma squadra completa in ogni reparto e messa in campo ottimamente dal suo allenatore. Delio Rossi dà spazio a Manfredini, mentre Foggia, reduce da febbre, va in panchina; Stendardo vince il ballottaggio con Cribari; in attacco coppia composta da Rocchi e Pandev, con l'ex di turno, il nigeriano Makinwa, pronto a subentrare.
Assente l'altro ex Mutarelli, oltre a Behrami. Guidolin cambia parecchio e alterna i suoi uomini tra Coppa Uefa e campionato: il tecnico di Castelfranco veneto propone un inedito 3-5-2 con un centrocampo composto dal rientrante capitan Corini, Diana, Guana, Simplicio e Capuano; Amauri torna al centro dell'attacco, coadiuvato da Di Michele, mentre Caracciolo, autore del gol vittoria a Londra con il West Hamn torna in panchina.

Parte meglio la Lazio che propone gioco in particolar modo dalla destra con Oddo e Manfredini e prova più volte la conclusione a rete nei primi minuti. Il centrocampo del Palermo è comunque messo bene e i due esterni Diana e Capuano assicurano equilibrio e danno una mano anche alla difesa.
Il Palermo passa in vantaggio all'11' con un pallonetto di Di Michele su perfetto lancio di Simplicio. La Lazio prova subito a reagire, ma non è facile anche perchè il Palermo è molto attento. Particolarmente attivo Ledesma che non appena ha la possibilità cerca la porta avversaria. La spinta offensiva dei biancocelesti non manca, però ci sono diversi errori di impostazione e i rosanero non hanno difficoltà a controllare la situazione.
La Lazio si fa sorprendere nuovamente in contropiede e al 38' il Palermo raddoppia, sempre con Di Michele e con un altro splendido pallonetto. Subito dopo la formazione di Guidolin potrebbe chiudere la partita però Simplicio manca la palla del ko. La Lazio reagisce con orgoglio e i restanti minuti fino al fischio finale del primo tempo sono un autentico tiro a bersaglio verso la porta di Agliardi che con grande bravura e tantissima fortuna riesce a lasciare inviolata la propria porta.

Non ci sono cambi al ritorno delle due squadre in campo e il copione vede la Lazio in avanti e il Palermo a controllare. Delio Rossi dopo 9' inserisce Foggia al posto di Manfredini, protagonista di un ottimo primo tempo, Guidolin risponde con Pisano al posto di Capuano. Un'occasione per parte con Pandev e Amauri e altra sostituzione: dentro Makinwa per Pandev. La Lazio ci prova, ma concede spazio al Palermo che potrebbe segnare il terzo gol, ancora con Di Michele. L'attaccante della nazionale al 21' lascia il posto a Caracciolo.
Al 28' la Lazio riapre la partita: Mauri crossa dalla sinistra Rocchi anticipa Barzagli e di punta batte Agliardi, non esente da colpe questa volta. Delio Rossi invita i suoi a provarci e inserisce Baronio per Ledesma. Clamorosa occasione non sfruttata al 37' da Mauri che al centro dell'area manda incredibilmente alto. Il Palermo è in difficoltà e Guidolin cerca maggiore freschezza a centrocampo inserendo Parravicini per Corini. Occasionissima per la Lazio nel finale con Stendardo, ma Agliardi dice di no.


ASCOLI - MESSINA 1-1
Ascoli (4-1-3-2): Pagliuca 6, Foglio 5, Cudini 5,5, Nastase 5,5, Lukovic 5, Boudianski 6, Giampà 6 (14' st Skela 6), Pecchia 6 (27' st Galoppa 6), Fini 6,5, Paolucci 5,5 (25' st Perrulli 6,5), Bjelanovic 5,5. (19 Boccolini, 4 Pecorari, 27 Zanetti, 17 Guberti. All. Tesser 5,5.
Messina (4-3-1-2): Storari 6,5, Lavecchia 5,5, Zanchi 6, Iuliano 6, Parisi 6, Coppola 5,5, De Vezze 5,5 (16' st Alvarez 6,5), Masiello 6, Cordova 6 (37' Morello), Riganò 6,5, Di Napoli 5,5 (25' st Iliev). (88 Caglioni, 16 Ogasawara, 13 Rea, 41 Sullo). All. Giordano 6.
Arbitro: Banti di Livorno 5,5.
Reti: 17' Riganò, 43' st Perrulli.
Note: angoli 8-2 per l'Ascoli. Recupero: 2' e 6'. Ammoniti: Bjelanovic, Zanchi, Boudianski, Cordova, Masiello, Parisi, Foglio per gioco scorretto, Coppola per comportamento non regolamentare. Espulso: Parisi 35' st per somma di ammonizioni. Spettatori: 7.000.
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Finisce 1-1 tra Ascoli e Messina, con i giallorossi che sognano per mezz'ora il clamoroso primo posto dopo il vantaggio di Riganò, ma si arrendono al forcing finale dei marchigiani, che pareggiano con il giovane Perrulli. Buon punto esterno per il Messina, che però a 5 minuti dalla fine era in vantaggio e sognava già il primo posto in compagnia di Roma e Palermo, ma la vittoria per i giallorossi sarebbe stata un premio eccessivo.
A parte il gol di Riganò e una partita attenta in difesa, gli undici di Bruno Giordano non hanno fatto molto per vincere. L'Ascoli è apparso volenteroso ma anche poco incisivo. Solo un punto contro Atalanta e Messina, due avversarie dirette per la salvezza, devono fare riflettere Tesser. Il tecnico dei bianconeri si affida al classico 4-4-2, con la coppia Bjelanovic-Paolucci in avanti, mentre Giordano schiera la stessa formazione della vittoria di sette giorni fa contro l'Udinese, con Cordova chiamato ad ispirare le punte Riganò e Di Napoli.
Prima del fischio d'inizio tutti in piedi ad applaudire Gianluca Pagliuca, che con la gara di oggi arriva a quota 571 presenze in A, superando Dino Zoff. In avvio l'Ascoli prova a prendere in mano le redini del gioco, grazie alla vivacità di Giampà. Il Messina all'inizio è un pò in affanno, Iuliano e Zanchi fanno fatica a prendere le misure agli avversari, ma con il passare dei minuti la spinta dei padroni di casa perde di intensità, e il Messina può alzare il baricentro. Ne viene fuori un primo tempo equilibrato, ma senza particolari emozioni.

Si gioca sotto la pioggia, caduta copiosa anche ieri, ma il terreno del Del Duca di Ascoli tiene bene. L'Ascoli tiene bene le fasce con Fini e Giampà, ma i cross sono facile preda della difesa del Messina, mentre i giallorossi provano a sfondare per le vie centrali. Cordova sembra poco ispirato, da un suo errore al 28' nasce un'azione pericolosa dell'Ascoli, però due minuti dopo il cileno si riscatta e va vicino al gol con un bel sinistro dalla distanza deviato in angolo da Pagliuca.
Nella ripresa cambia poco, il Messina cerca di portare a casa un punto e all'Ascoli manca la forza d'urto per creare problemi all'attenta difesa dei siciliani. Al 16' i giallorossi a sorpresa passano in vantaggio con Riganò. Cross di Parisi dalla sinistra e gran colpo di testa dell'attaccante di Lipari, che anticipa Nastase e batte l'incolpevole Pagliuca. Per l'Ascoli cala la notte, e per tentare la rimonta non può contare su Giampà, uno dei migliori, sostituito da Tesser con l'albanese Skela.
Al 35' Parisi viene espulso per somma di ammonizioni, e l'Ascoli si risveglia. Al 41' arriva il meritato pareggio con Perrulli, che al 25' aveva sostituito il deludente Paolucci. Per il 21enne primo gol in serie A, con un bel tiro da centro area dopo una conclusione di Nastase respinta dalla difesa. L'Ascoli a questo punto ci crede, si getta in avanti, il Messina stringe i denti e porta a casa il pareggio, mentre i bianconeri rinviano ancora l'appuntamento con la prima vittoria stagionale.


CATANIA - ATALANTA 0-0
Catania (4-3-3): Pantanelli 6, Silvestri 6, Stovini 6, Sottil 6, Falsini 6 (43' st Vargas sv), Baiocco 6.5, Biso 5.5, Caserta 6, Mascara 6, Spinesi 5 (31' st Del Core 6), Corona 6.5. (16 Polito, 5 Minelli, 4 Sardo, 13 Izco, 23 Colucci, 8 Edusei). All. Marino 6 .
Atalanta (4-2-3-1): Calderoni 6.5, Adriano 6 (17' st Bellini 6), Rivalta 6, Carrozzieri 6, Ariatti 6, Donati 6, Migliaccio 6.5, Ferreira Pinto 5.5, (17' st Tissone 6), Defendi 6, Bombardini 6.5, Zampagna 6 (46' st Soncin sv). (18 Ivan, 2 Talamonti, 20 Manzoni, 8 Bernardini). All: Colantuono 6.
Arbitro: Palanca di Roma 6.
Note: recuperi 2' e 3'. Angoli: 8-1 per il Catania. Note: pomeriggio caldo, terreno in cattive condizioni. Spettatori: 18.400 (2.950 paganti per 44.430 euro di incasso; abbonati 15.450, quota abbonati 118.400 euro). Ammoniti: Biso, Carrozzieri, Sottil, Defendi, Ariatti, Zampagna per gioco falloso; Baiocco per proteste; Donati e Bellini per comportamento non regolamentare.
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Nulla di clamoroso al Cibali. Giunto alla trecentesima partita in A e ritrovata la massima serie dopo 22 anni, il Catania non va oltre il pari al debutto interno stagionale contro l'Atalanta, davanti a una tifoseria entusiasta. La sfida tra matricole emergenti, entrambe vittoriose all'esordio, si conclude con un pareggio senza reti frutto di un match sostanzialmente diviso a metà, complice anche un manto erboso inidoneo e un notevole caldo.
Meglio i lombardi nei primi 45 minuti, quando gli inserimenti dei trequartisti schierati da Colantuono, in particolare Bombardini, creano qualche apprensione ai padroni di casa che, però, vengono fuori nella ripresa, esercitando una pressione costante anche se per lunghi tratti sterile.
I due allenatori schierano le formazioni annunciate. Nel Catania debutta Caserta a centrocampo, Sardo va in panchina. Gli ospiti devono rinunciare a Ventola e inseriscono Defendi sulla trequarti passando al 4-2-3-1. I bergamaschi partono meglio pressando i padroni di casa nella loro metà campo e trovando un paio di accelerazioni che mettono in difficoltà gli avversari.

Dopo neppure due minuti, Donati conclude con un sinistro sballato un'azione in velocità. Gli etnei replicano con un affondo per vie centrali di Baiocco, il cui tiro si perde a lato, ma al quarto d'ora sono ancora gli orobici a sfiorare il gol con Bombardini, che sfonda sulla sinistra e mette in mezzo un pallone che attraversa lo specchio della porta di casa senza che nessuno riesca a intervenire.
La squadra di Marino prova a venire fuori affidandosi alle percussioni di Baiocco e alle iniziative di Corona, match-winner a Cagliari, ma i locali stentano a trovare il ritmo giusto. Più insidiosa l'Atalanta in contropiede: al 36' Baiocco salva in extremis su Bombardini, involatosi da metà campo. Sebbene Spinesi fatichi a entrare in partita, i rossazzurri riescono a rendersi pericolosi nel finale della prima frazione con Falsini (sinistro deviato in angolo da Calderoni sugli sviluppi di un angolo) e Corona (abile a eludere la guardia di Ariatti e Donati, ma autore di un tiro troppo debole).

Nella ripresa il Catania incrementa la pressione e, pur senza costruire nitide occasioni da rete per i primi 25 minuti, costringe l'Atalanta sulla difensiva. Colantuono sostituisce Ferreira Pinto con Tissone per aumentare il filtro a centrocampo, ma sono sempre i catanesi a spingere. Il primo serio tentativo verso la porta di Calderoni giunge al 28', quando Mascara prova il sinistro a lato dal limite dell'area.
Marino cambia assetto in attacco sostituendo Spinesi, in giornata decisamente negativa, con Del Core e accentrando Corona. La palla buona per sbloccare il match capita sui piedi di Mascara al 36', ma l' attaccante rossazzurro, ben servito da Corona, gira a lato da pochi metri. Sessanta secondi dopo tocca a Biso impegnare Calderoni con un tocco da pochi metri su servizio di Caserta, poi più nulla sino al triplice fischio di Palanca, che complessivamente ha ammonito nove giocatori.

Fonte: La Sicilia

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18 settembre 2006
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