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Le Siciliane di A. Il Messina frena la Juve che viene raggiunta dal Milan. Il Palermo batte il Lecce e va in Uefa

Pareggio d'oro per il Messina, vittoria combattuta per i rosanero

21 febbraio 2005

MESSINA - JUVENTUS 0-0
Messina (4-4-2): Storari 6; Zoro 6,5, Rezaei 5,5, Cristante 6, Parisi 6; Iliev 6 (26'st Rafael sv), Zanchi 6,5, Donati 6,5, D'Agostino 6 (s6'st Giampà sv); Di Napoli 6, Zampagna 6,5 (50'st D'Alterio sv). In panchina: Eleftheorpoulos, Yanagisawa, Cucciari, Bernardo. Allenatore: Mutti 6.
Juventus (5-3-2): Buffon 6; Zebina 5,5 (16'st Zalayeta 5), Thuram 6, Montero 5,5 (30'st Ferrara sv), Cannavaro 6, Zambrotta 6,5; Camoranesi 5, Emerson 6, Blasi 5,5 (44'st Tacchinardi sv); Ibrahimovic 6, Del Piero 6,5. In panchina: Chimenti, Birindelli, Oliveira, Appiah. Allenatore: Capello 5,5.
Arbitro: Farina di Novi Ligure 6.
Note: pomeriggio di pioggia, terreno in buone condizioni, spettatori 40.000. Ammoniti: Emerson, Zoro, Parisi, Ibrahimovic, Giampà, Storari. Angoli: 3-2 per la Juventus. Recupero: 2', 5'.
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E ora la palla passa al Milan. Non ce la fa, la Juventus, ad espugnare il San Filippo, arginandosi sullo scoglio del Messina nel sabato di anticipi in vista del ritorno della Champions League. Finisce a reti inviolate, sotto il diluvio, una partita che termina in parità anche nel numero dei legni: uno a uno, colpiti da Zampagna e, nella ripresa, da Ibrahimovic, che poi avrà sulla coscienza una palla tutto sommato semplice servitagli da Del Piero. L'unica nota lieta di questo pomeriggio, per Fabio Capello, arriva proprio da Alex, tornato titolare con una prestazione generosa e positiva.

Magliette in favore della liberazione della Sgrena, lutto al braccio per ricordare Sivori, impianto esaurito, terreno in buone condizioni e fuochi d'artificio che sottolineano come la città vive l'evento. E' questo il clima che si respira nella terza sfida della storia tra Messina e Juventus, tra la matricola che vorrebbe inseguire l'Europa e la capolista che ambisce a non farsi raggiungere dal Milan.
Mutti si ritrova senza quattro infortunati (Sullo, Mamede, Fusco e Mamede) e due squalificati (Coppola e Aronica): per sua fortuna in mezzo al campo recupera Donati, Cristante si posizione al centro della difesa con Rezaei e, davanti, si muovono due marpioni come Di Napoli e Zampagna. Capello non ha a disposizione Nedved e Trezeguet (oltre a Kapo), che però promettono di tornare per la prima di Champions contro il Real Madrid: si vara la difesa a cinque con l'inserimento di Montero, Camoranesi si riappropria della sua fascia di competenza, Del Piero torna titolare accanto a Ibrahimovic.

Ed è proprio il nuovo assetto a mettere in serissima difficoltà una Juve che soffre costantemente le accelerazioni del Messina, che in casa cambia pelle e sa giocare da grande. I giallorossi affondano in velocità attraverso le linee bianconere, dove Montero e Camoranesi ci mettono un secolo per trovare la posizione. E così, mentre Emerson e Blasi non fanno sufficientemente diga e Ibrahimovic litiga con chiunque gli capiti a tiro, ecco che a tenere per mano la Juve è il suo capitano, Del Piero, l'unico a far lavorare la difesa di casa: ci prova su punizione, impegna coi pugni Storari, fa addannare Rezaei, guadagna falli, se ne va anche in coast to coast dopo aver subito l'onta di un tunnel da D'Agostino.
E' però il Messina a sfiorare davvero il vantaggio al 29': la punizione di D'Agostino è telecomandata per Zampagna, che lascia la compagnia di Thuram per esibirsi in un tuffo di testa che manda la sfera a cogliere il palo. Meglio la Juventus nella ripresa, soprattutto quando Capello si decide a cambiare modulo passando al 3-4-3 con l'inserimento di Zalayeta per Zebina. E non è un caso, infatti, che al 17' i bianconeri pareggino il conto dei legni: una punizione battuta di sopresa permette a Zambrotta un assist che Ibrahinmovic, tutto solo davanti a Storari, spedisce violentemente sul palo.
Il momento Juve, però, si esaurisce presto, sotto un diluvio torrenziale e contro un Messina più proteso a difendere che offendere. L'ultima chance, però, capita ancora sui piedi di Ibrahimovic: al 36' Del Piero gli confeziona un assist d'oro ma il pivot svedese si fa ipnotizzare da Storari in uscita disperata.


PALERMO - LECCE 3-2
Palermo (4-3-2-1): Guardalben 6, Zaccardo 6, Biava 6, Barzagli 6.5, Grosso 4.5, Barone 6.5, Corini 6.5, Santana 7.5, Zauli 6.5 (35' st Conteh sv), Brienza 5.5 (16' st M. Gonzalez 6), Toni 6.5. (1 Santoni, 6 Terlizzi, 26 Balistreri, 28 D'Aiello, 94 F. Milano). All.: Guidolin 6.5.
Lecce (4-3-3): Sicignano 6.5, Cassetti 6 (41' st Angelo sv), Diamoutene 4.5, Stovini 5.5, Rullo 6.5, Giacomazzi 6, Ledesma 6, Dalla Bona 6.5, Konan 7, Vucinic 5, Pinardi 7 (28' st Valdes sv). (22 Rosati, 23 Marianini, Camisa, 81 Abruzzese). All.: Zeman 6.
Arbitro: De Santis di Roma 6.
Reti: nel pt 6' Konan, 42' Santana, 45' Santana; nel st 22' Konan, 31' Toni.
Note: angoli 6-1 per il Palermo. Recupero: 1' e 3'. Ammoniti: Barone, Zauli e M. Gonzalez per gioco falloso; Toni e Ledesma per reciproche scorrettezze; Santana per essersi tolto la maglia dopo il secondo gol; Pinardi e Rullo per proteste. Spettatori: paganti 33.559, per un incasso di 555.241,19 euro, presenti 35 mila circa.
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Il Palermo soffre, ma alla fine si aggiudica un match che avrebbe potuto perdere (vantaggio di Konan) o pareggiare (pareggio dello stesso attaccante giallorosso, dopo che Santana aveva ribaltato il risultato) e che a lungo è stato in bilico. I siciliani hanno faticato parecchio per avere ragione di un Lecce bello ma sciupone, che deve mangiarsi le mani per avere mancato il colpo del ko proprio nel momento di maggiore difficoltà dei padroni di casa. Guidolin festeggia con una vittoria la 300/A panchina in Serie A e il rinnovo del contratto fino al 2007, ma soprattutto allunga la serie positiva della sua squadra.
La partita è stata avvincente, combattuta e già nel primo tempo si è assistito a fasi di gioco di rara bellezza e intensità. Si contano almeno una dozzina di occasioni, gol (3) compresi. Accade di tutto. Il Palermo va sotto, rischia il tracollo, spreca un rigore, poi pareggia e ribalta la situazione con la doppietta di Santana. Il Lecce si lecca le ferite e impreca per le innumerevoli palle-gol gettate alle ortiche. Il più sciupone è senza dubbio Mirko Vucinic, sui piedi del quale capitano almeno tre palloni che chiedono solo di essere spinti in rete e invece l'attaccante serbo, che conserva una media realizzativa altissima, fallisce l'appuntamento con l'undicesimo sigillo in campionato.

Il Lecce imprime alla partita un ritmo vertiginoso e passa dopo soli 6', sfruttando una dormita generale della difesa del Palermo. La squadra di Francesco Guidolin non accusa il colpo, lo dimostra il fatto che dopo soli 4' è già nell'area del Lecce: punizione di Corini di poco a lato (Vincenzo Sicignano sembra in ritardo) e colpo di testa ravvicinato di Zaccardo, sul quale interviene Diamoutene e libera quasi sulla linea. Non c'è un attimo di tregua. La partita è un tourbillon di emozioni e di capovolgimenti di fronte a velocità supersonica.
L'occasione più ghiotta il Palermo la confeziona al 18': intervento da tergo di Stovini su Toni che finisce a terra in area, per De Santis è rigore. Per il Lecce no. Ma c'è poco spazio per le recriminazioni. Sul dischetto si porta Eugenio Corini, ma Sicignano vola sulla sua destra e intercetta (per il capitano del Palermo è il secondo errore dagli undici metri, dopo quello contro la Fiorentina), sulla ribattuta il portiere leccese (cresciuto calcisticamente nel Palermo) si esalta su Toni. Poi si accende una mischia, ma la difesa giallorossa libera la minaccia.

Il contraccolpo psicologico del penalty sbagliato per poco non costa caro al Palermo che, ancora stordito, sul capovolgimento di fronte, offre sul un piatto d'argento il 2-0 al Lecce: cross di Pinardi da sinistra e Vucinic, solo davanti a Guardalben, manda incredibilmente fuori. Il serbo tenta di rifarsi in altre due occasioni, ma non sorprende il portiere rosanero, che comunque ringrazia. Nell'ultimo quarto d'ora il Palermo pigia il piede sull'acceleratore, mettendo a nudo tutti i limiti difensivi del Lecce che rischia al 34' (tiro alto di Santana, da ottima posizione), poi capitola al 42': batti e ribatti in area con i rosanero che vanno un paio di volte al tiro, ma trovano il muro del Lecce. Risolve tutto Santana con un sinistro a rientrare che si insacca nell' angolo a mezz'altezza alla destra di Sicignano.

Prima dell'intervallo c'è spazio anche per il 2-1 e per la prima doppietta di Santana in maglia rosanero. Toni supera con un tunnel Diamoutene e serve sulla destra dell'area Santana che batte con un preciso rasoterra Sicignano. Nella ripresa si aspetta la reazione del Lecce e invece è ancora il Palermo a creare occasioni in serie: prima Zaccardo viene fermato da Sicignano, poi un pallonetto di Brienza finisce sull'esterno della rete. Gli uomini di Zeman si affidano alle ripartenze e lo fanno con grande determinazione. Come al 21', allorchè Konan impegna Guardalben da distanza ravvicinata.
Il Lecce al 22' pareggia, punendo un'altra distrazione difensiva del Palermo che, quando il pallone viaggia alto, va in affanno: cross dalla destra per Vucinic che, da posizione defilata, dalla parte opposta impegna Guardalben; la difesa del Palermo è ferma e allora riprende Konan, che controlla, inquadra la porta e trova lo spiraglio per firmare il 2-2. Al 30' il Palermo potrebbe tornare a condurre, ma Santana e Toni davanti a Sicignano sbagliano. Un minuto dopo arriva il 3-2. Bella azione del Palermo sulla destra: Zauli di tacco serve Barone che crossa per Toni, la cui girata da breve distanza sorprende Sicignano. Il finale è del Lecce che al 91' fa rabbrividire il 'Barbera' con un diagonale di Vucinic di un pelo sul fondo.

Fonte: La Sicilia del 20 Febbraio 2005


La classifica di serie A

Milan  54 
Juventus  54 
Inter 43 
Udinese 41 
Sampdoria 41
PALERMO  39 
Roma  38 
Cagliari  33 
Bologna  32 
Lecce  32 
Reggina  32 
Lazio  30 
Livorno  30 
MESSINA  29 
Chievo  28 
Fiorentina  26 
Parma  26 
Siena  25 
Brescia  23 
Atalanta  17 

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21 febbraio 2005
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