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Le Siciliane di A. Il Messina si mette al sicuro. Per i rosanero una sconfitta ingiusta

Così il Messina rimane in A. La Samp ha vinto sul Palermo grazie a un rigore dubbio

18 aprile 2005

MESSINA - UDINESE 1-0
Messina (4-2-3-1): Storari 6,5, Cristante 6, Rezaei 6,5, Zanchi 6, Parisi sv (18' pt Zoro 6), Coppola 6, Donati 6 (32' st D'Alterio sv), D'Agostino 7,5, Giampà 6, Iliev 6,5 (39' st Rafael sv), Amoruso 5,5. (21 Eleftheropoulos, 14 Strauss, 11 Di Napoli, 20 Yanagisawa). Allenatore: Mutti 6.
Udinese (3-5-2): De Sanctis 6, Felipe 5, Bertotto 6, Kroldrup 6, Zenoni 5,5 (32' st Mauri sv), Pinzi 5,5, Pizarro 6,5, Muntari 5,5 (22' st Di Natale sv, 35' st Fava sv), Jankulovski 6, Iaquinta 5,5, Di Michele 6. (24 Handovic, 77 Belleri, 5 Gustavo, 21 Pazienza). Allenatore: Spalletti 5,5.
Arbitro: Mazzoleni di Bergamo 5,5.
Rete: nel st 16' Iliev.
Note: angoli: 5 a 4 per l'Udinese. Recupero: 2' e 3'. Ammoniti: Iquinta per proteste, Cristante, Coppola per gioco falloso. Spettatori: 25 mila. Protesta dei tifosi organizzati che hanno attuato 15 minuti di silenzio contro la presunta carica della polizia subita a Palermo.
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Il San Filippo si rivela il forziere del Messina che battendo l'Udinese mette al sicuro la serie A per la prossima stagione. Un risultato eccezionale per una matricola che, soffrendo e lottando, come ha fatto oggi, si è permessa il lusso di battere squadre quotate. Per i friulani, piuttosto imprecisi in avanti e con qualche disattenzione difensiva di troppo, un brutto passo falso nella corsa che porta alla Champions.
L'Udinese fa capire subito quali siano le sue intenzioni e parte alla grande cercando di sorprendere la difesa giallorossa con folate di Jankulovski e Muntari. E dopo otto minuti arriva la prima grande occasione della partita con Iaquinta che di testa corregge verso la porta di Storari: palla di poco fuori. Reagisce subito il Messina mostrando di non aver alcun timore anche se deve fare i conti con l'infortunio di Parisi costretto a lasciare il campo dopo 18 minuti per Zoro. Mutti cambia la difesa spostando Cristante a sinistra. Al primo angolo la squadra di Mutti fa tremare De Sanctis: colpo di testa di Cristante e sulla linea ribatte Di Michele.

Partita sempre viva e ad alti ritmi grazie alla dinamicità dei centrocampisti. Iaquinta soffre molto la marcatura i Rezaei e si lascia andare a una protesta che gli costa il cartellino giallo ma al 28' chiama Storari alla deviazione in angolo su un diagonale. Dall'altra parte Amoruso prova a non far rimpiangere lo squalificato Zampagna ma Felipe non si lascia sorprendere. Ancora friulani pericolosi con Di Michele che alza troppo un pallonetto nei pressi dell'area piccola. L'Udinese spinge ancora ma i varchi si chiudono sempre davanti alle due punte nonostante il gran lavoro di Pizarro e Muntari. Il Messina preferisce ripartire in velocità con D'Agostino e Iliev, senza però trovare lo spunto vincente. Mutti e Spalletti non cambiano ad inizio ripresa.

E' il Messina stavolta a partire forte grazie alla fantasia di D'Agostino che mette in crisi Bertotto sulla fascia sinistra. Protesta l'Udinese per un mani in area di Rezaei che ferma Di Michele in girata, poi al 16' il clamoroso errore di Felipe che tocca di testa all'indietro nel tentativo di servire De Sanctis ma nella traiettoria si inserisce Iliev che anticipa tutti. E' il primo gol del serbo in Italia. E due minuti dopo Donati con un bolide sfiora il 2-0. Spalletti non ci sta e manda dentro la terza punta Di Natale per lo spento Muntari. I risultati si vedono subito e per due volte la difesa giallorossa deve salvarsi in extremis e al 28' Storari ci mette del suo per deviare un tiro di Pizarro.
Mutti si tutela con un altro difensore, D'Alterio per Donati, Spalletti risponde con Mauri per Zenoni. Al 34' Iaquinta devia di testa ma il portiere giallorosso è pronto. Poi Di Natale è costretto a lasciare il campo a Fava il quale ci prova di testa appena entrato in campo. Il Messina stringe i denti e addirittura ha la grande occasione per chiudere i conti con il brasiliano Rafael che al 44' tira addosso a De Sanctis in uscita. Tremano i giallorossi al primo minuto di recupero quando il pallone deviato da Rezaei si stampa sulla traversa con Storari battuto. Poi l'apoteosi finale.


SAMPDORIA - PALERMO 1-0
Sampdoria (4-4-2): Antonioli 6,5, Sacchetti 6, Pavan 6, Castellini 6, Pisano 5,5, Diana 5,5, Volpi 6,5, Palombo 6, Tonetto 6 (9' st Kutuzov 6,5), Flachi 6,5, Rossini 6 (17' Gasbarroni 5,5) (1 Turci, 5 Carrozzieri, 8 Edusei, 9 Inzaghi, 75 Iacopino). All. Novellino 6.
Palermo (4-4-1-1): Guardalben 6, Zaccardo 6, Barzagli 6,5, Biava 6, Grosso 6,5, Gonzalez 5,5 (14' st Terlizzi 5,5), Barone 6, Mutarelli 6,5, Santana 6,5 (26' Morrone sv), Zauli 6,5, Toni 6,5 (1 Santoni, 13 Accardi, 20 Raimondi, 25 Conteh, 81 Ferri). All. Guidolin 6.
Arbitro: Rodomonti di Roma 6.
Rete: 45' st Flachi su rigore.
Note: angoli: 5 a 2 per il Palermo. Recupero: 0' e 3'. Ammoniti: Castellini, Barone, Pavan, Tonetto per gioco scorretto; Grosso e Gasbarroni per simulazione; Diana per comportamento non regolamentare Spettatori: 25.000, di cui 4996 paganti per un incasso lordo di 89341 euro.
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Se si potesse dividere una vittoria Sampdoria e Palermo potrebbero benissimo spartirsi i tre punti in palio. L'una e l'altra, infatti, hanno giocato, convinto e meritato gli applausi del pubblico. Alla fine, però, e proprio sul filo di lana, ha prevalso la squadra genovese, grazie ad un rigore, 'trovato' e trasformato da Flachi, che ha dato origine a veementi proteste e polemiche da parte siciliana.

La gara-spareggio per la Champions League tra le due sorprese del campionato lancia così in orbita i blucerchiati, ma non condanna affatto i rosanero, capaci di imporre il loro gioco e la loro personalità per buona parte dell'incontro. Il successo della Samp ha radici nell'ostinazione con cui la squadra di casa ha cercato la via del gol, nonostante la maggiore freschezza, mentale ed atletica, degli avversari; nonostante le non ottimali condizioni di alcuni suoi giocatori; nonostante il Palermo riuscisse a spaventare ogni volta che si affacciava oltre la metà campo. Gli uomini di Novellino hanno saputo soffrire, chiudere i varchi, aspettare ed infine colpire con il suo unico uomo che avrebbe cambiare il risultato. Buon per la Samp che il gol è arrivato nel recupero, quando ormai per il Palermo non c'erano più possibilità di rimonta.

La partita ha mantenuto tutte le aspettative della vigilia, non spettacolare sul piano delle occasioni ma certamente bella, emozionante e ben interpretata dalle due protagoniste, con la giusta dose di suspence e qualche dubbio da chiarire. La squadra di Guidolin ha impressionato per qualità e quantità di gioco, per capacità di imporsi in ogni zona del campo, per reattività e freschezza. La Samp, certamente più balbettante dalla cintola in su, ha messo in campo tutta la sua umiltà e la sua compattezza cercando di ribattere colpo su colpo.

La gara è cominciata ed è a lungo continuata nel segno del Palermo, con gli ospiti costantemente all'attacco per impedire ai padroni di casa qualunque velleità offensiva. E già dopo appena 3' ecco il primo episodio sospetto, con un fallo al limite dell'area, forse degno di un cartellino rosso, di Castellini su Toni. Il direttore di gara propende per il 'giallo' ritenendo forse che il blucerchiato non fosse ultimo uomo. L'inizio dei rosanero è veemente, con tre calci d'angolo in 20', con una respinta d'istinto di Antonioli su 'sbucciata' di testa di Volpi su angolo, con una tempestiva uscita del numero uno sampdoriano su Toni in incursione sulla sinistra, con una punzione di Santana alta di poco.
Eppure, nonostante il pedrominio avversario, l'occasione più clamorosa capita sui piedi di Diana, lanciato da Flachi tutto solo davanti a Guardalben. Il portiere in tuffo riesce però a toccare la palla in angolo. Il tema della partita non cambia in apertura di ripresa, offrendo prima al tiro Grosso dal vertice destro dell'area (palla a fil di palo) e poi una serie di pericolosissime mischie in area sampdoriana. La Samp non può che cercare alleggerimenti con il contropiede, senza però creare mai veri pericoli per la porta dell'estremo difensore siciliano. Neppure quando la squadra di Guidolin, forse stanca, abbassa i ritmi dell'incontro ed arretra in copertura.

Il veleno, fino a quel momento del tutto assente dal campo di gioco, è tutto nel finale: dapprima con una caduta sospetta in area di Gasbarroni che l'arbitro non vede (ed il sampdoriano viene pure ammonito per simulazione), poi con il rigore segnalato dal guardalinee e originato da un intervento di mano, apparso ai più involontario, di Grosso su rovesciata di Flachi ed ancora con una maxi rissa a centrocampo dopo che lo stesso Grosso colpisce il festeggiante Flachi. Il tempo di battere la palla, di consentire ad Antonioli una parata salva-risultato su tocco di Toni e poi è nuovamente rissa, questa volta verbale, negli spogliatoi.

Fonte: La Sicilia

La classifica di serie A

Juventus  70 
Milan  67 
Inter  56 
Sampdoria  51 
Udinese  49 
PALERMO  47 
Lazio  40 
Roma  39 
Livorno  39
Cagliari  39 
MESSINA  39 
Bologna  38 
Reggina  38 
Lecce  37 
Chievo   34 
Siena  33 
Parma  33 
Fiorentina  32 
Brescia  30 
Atalanta  27 

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18 aprile 2005
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