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Le Siciliane di A. Il Palermo sfiora il quarto successo, mentre il Messina viene schiacciato dall'Inter

03 aprile 2006

PALERMO - ASCOLI 1-1 
Palermo (4-3-2-1): Agliardi 6, Zaccardo 6, Barzagli 6.5, Terlizzi 6, Conteh 6.5, Barone 6, Corini 6 (1' st Codrea 4), Mutarelli 6, Brienza 6.5, Di Michele 6 (22' st Biava sv), Caracciolo 6 (34' st Godeas sv). (13 Lupatelli, 19 M. Gonzalez, 50 Conean, 77 Rinaudo). Allenatore: Papadopulo 6.
Ascoli (4-4-2): F. Coppola 6, Comotto 6, Paci 6, Domizzi 6, Del Grosso 5.5, Foggia 6.5 (32' st Cristiano sv), Guana 6, Parola 5.5 (22' st Cariello 6), Fini 5.5, Quagliarella 5.5, Budan 5.5 (1' st Ferrante sv). (1 Boccolini, 6 Cudini, 53 Lauro, 79 Bjelanovic). Allenatore: Silva 6.
Arbitro: Squillace di Catanzaro 5.
Reti: nel pt 36' Caracciolo; nel st 26' Foggia.
Note: angoli 6-1 per l'Ascoli. Recupero: 0' e 2'. Ammoniti: Budan per ostruzionismo; Guana e Codrea per gioco falloso. Espulso al 21' del st Codrea per doppia ammonizione (secondo cartellino per un fallo di mani). Spettatori: 26.440 (paganti 1.570, abbonati 24.870), per un incasso di 496.320,84 euro (20.004,00 incasso, 476.316,84 quota partita).

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Il Palermo sfiora il quarto successo e l'aggancio alla zona Uefa, ma alla fine raccoglie solo un punto contro un ottimo Ascoli. Hanno da recriminare moltissimo i rosanero perché un'evitabilissima espulsione di Codrea cambia le carte in tavola di una partita che i rosanero avevano dato l'impressione di poter gestire al meglio. Di Contro l'Ascoli dimostra il suo ottimo momento e la sua grande organizzazione di gioco. Il resto lo fanno i cambi operati da Silva e Giampaolo, praticamente tutti azzeccati.
Papadopulo, fresco di rinnovo contrattuale insieme a Conteh, ritrova Zaccardo in difesa e Barone a centrocampo, mentre in attacco conferma fiducia ad Andrea Caracciolo che vince il ballottaggio con Godeas. Alle sue spalle Di Michele e Godeas. Assenze di rilievo quelle di Grosso, Tedesco e Makinwa, autore del gol vittoria contro il Treviso.
Giampaolo e Silva recuperano il portiere Coppola che aveva saltato la rifinitura. Rientra in difesa Comotto che ha scontato il turno di squalifica, a centrocampo confermata la coppia Guana-Parola, mentre Cristiano si accomoda in panchina. Anche Palermo saluta con commozione il piccolo Tommaso. Tantissimi gli striscioni e minuto di raccoglimento caratterizzato dall'applauso dei 30 mila del Barbera.

Buon ritmo con due squadre intenzionate a giocarsi la gara fino in fondo. Il Palermo dopo qualche minuto prende in mano la situazione e con ripartenze veloci riesce a mettere in difficoltà la retroguardia bianconera. Gioca con autorità la formazione di Papadopulo che prova ad inserirsi dalla sinistra con Di Michele e Conteh e al centro con Barone e Brienza.
Al 20' la prima vera buona occasione della partita è per il Palermo con Barone che buca centralmente entra in area e tira, Coppola respinge e anticipa Caracciolo. Al 24' la risposta dell'Ascoli con Quagliarella, che si ritrova un ottimo pallone tra i piedi in area, ma perde l'attimo giusto. I bianconeri ci provano con personalità e fanno "ballare" la difesa del Palermo. Grande azione di Brienza dalla destra che in area entra in contatto con Domizzi e protesta per un rigore che Squillace non concede.
Al 35' il Palermo passa: Di Michele lancia Caracciolo in posizione regolare che da solo al centro dell'area trafigge Coppola con un rasoterra. Al 38' si fa vedere l'Ascoli: cross di Foggia e colpo di testa di Quagliarella fuori di poco. Il primo tempo si chiude così.

Ad inizio ripresa cambio in avanti nell'Ascoli con Ferrante al posto di Budan. Nel Palermo Corini, causa problemi muscolari, deve lasciare il posto a Codrea. Il ritmo è meno intenso; l'Ascoli prova a salire e Ferrante fa vedere giocate interessanti, mentre il Palermo controlla e si fa vedere con ripartenze veloci.
A complicare le cose al Palermo ci pensa Codrea perché la sua partita dura solo 21'; il rumeno rimedia presto un'ammonizione e poi si fa espellere per un plateale fallo di mano. Silva vuole approfittarne e inserisce Cariello per Parola. Papadopulo cerca di tutelarsi inserendo Biava per Di Michele, ma subito dopo arriva il pari: uno schema di punizione permette a Foggia di inserirsi in area e beffare Agliardi. Il Palermo perde sicurezza e al 32' gran brivido per i rosanero con Cariello che sfiora il Palo. Cristiano entra al posto di Foggia, mentre nel Palermo Caracciolo lascia il posto a Godeas. Il resto è solo accademia.

Fonte: La Sicilia


INTER - MESSINA 3-0
Inter (4-4-2): Julio Cesar; Burdisso, Materazzi (31' st Recoba), Mihajlovic, Wome; Solari, Pizarro (35' st Cambiasso), C.Zanetti, Kily Gonzalez; Cruz (23' st Cesar), Martins. In panchina: Toldo, Cordoba, J.Zanetti, Stankovic. Allenatore: Mancini.
Messina (3-5-2): Storari; Zoro, Zanchi, Aronica; Sculli (28' st Antonelli), Nocerino (8' st Floccari), D'Agostino, Donati, Parisi; Muslimovic (8' st Sullo), Di Napoli. In panchina: Caglioni, Rezaei, Nanni, Innocenti. Allenatore: Ventura.
Arbitro: Rodomonti di Roma.
Reti: 15' pt, 26' pt Solari, 19' pt Martins
Note: serata fresca, terreno in discrete condizioni. Spettatori: 50 mila circa. Ammoniti: Donati. Angoli: 8-2 per l'Inter. Recupero: 2' pt, 2' st.

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Dopo soli 26' l'Inter ne ha fatti tre e ha chiuso una partita in cui Messina in pratica non ha avuto mai modo di esprimersi. Difesa completamente fuori registro, nonostante qualche bell'intervento di Storari; centrocampo sovrastato da quello nerazzurro e attacco che si è fatto vivo qualche volta in avanti, ma senza fortuna. E dire che Mancini, pensando alla Champions e al Villarreal, aveva lasciato fuori, rispetto alla partita col Parma, J.Zanetti, Cordoba, Samuel, Figo, Veron, Cambiasso, Stankovic, Adriano cioè tutti i titolari.
Certo, la sconfitta del Milan a Lecce ha permesso ai nerazzurri di giocare sul velluto e fare un bel passo avanti verso il secondo posto, in attesa del decisivo derby della vigilia di Pasqua. E' stata l'opportunità per apprezzare un Solari (due gol) che aveva giocato poco e si è messo in evidenza anche per alcune belle giocate; si è potuto ancora rivedere Mihajlovic e apprezzare la voglia matta di Martins, la regia di Pizarro e le prestazioni delle seconde linee dell'Inter.

Non abbiamo invece assolutamente apprezzato gli striscioni, i fischi, gli urli nei confronti di Zoro, dopo quello che era successo a Messina. Che poi nella stessa curva sia apparso uno striscione per un saluto al povero Tommy, il bimbo di Parma rapito e ucciso, è un fatto che non cancella l'atteggiamento razzistico di alcuni tifosi nerazzurri peraltro fischiati ripetutamente dagli spettatori più responsabili e civili. Che significato ha avuto prendersela con un giocatore di pelle scura che ha cercato di fare il proprio dovere?

Tornando alla partita, bisogna dire che l'esordio di Giampiero Ventura sulla panchina del Messina non poteva essere meno fortunato: i giallorossi hanno fatto la parte dello sparring partner sin dal primo minuto, non hanno mai contrastato il dominio nerazzurro nel primo tempo, prendendosi gli inviti di "andare a lavorare" dei loro tifosi delusi, molti dei quali sono usciti dallo stadio dopo 45'.
C'è da chiedersi se il cambio della panchina sia servito al Messina, ma forse è il caso di rinviare ogni discorso alla prossima partita col Treviso, un avversario più alla portata dei giallorossi. Per la verità bisogna dire che la sconfitta a San Siro, sia pure contro l'Inter-2, era preventivabile. E' stata l'assoluta arrendevolezza dei peloritani a impressionare.

La squadra di Mancini, come s'è detto, ha dominato in lungo e largo. Già dopo 5' avrebbe potuto passare: Solari da destra ha trovato la testa di Cruz che da pochi metri si è visto deviare il pallone in maniera portentosa da Storari.
Nessuna marcatura, difesa allo sbando. Il bravo portiere del Messina nulla ha potuto sul primo gol nerazzurro: dopo una corta respinta della difesa ospite, Solari ha colpito di sinistro e con un pallonetto dal limite ha battuto Storari, fuori dalla porta. Il Messina è sembrato crollare, a questo punto.
Kily dal fondo sinistro al 19' ha servito Martins che ha toccato bene di testa in porta: è arrivato così il raddoppio. Ventura ha capito che gatta da pelare si è preso, ha cercato di rianimare i suoi, ma prima di riuscirci si è ritrovato sul groppone il terzo gol: angolo di Mihajlovic da destra, al 26', Materazzi è saltato e colpito forte, Storari ha respinto d'istinto e Solari ha insaccato da due passi. Ci sarebbe stato spazio per il poker nerazzurro, al 37', su un colpo di testa ravvicinato di Cruz che Storari ha salvato da due passi. A questo punto l'Inter ha frenato, il Messina ha preso coraggio e al 38' Nocerino ha sfiorato l'incrocio dei pali alla sinistra di Julio Cesar.

Anche all'inizio della ripresa, con l'ingresso del disinvolto Floccari, il Messina si è risvegliato dal torporeche l'aveva attanagliato nella prima parte della gara. Solari ha tuttavia sfiorato il tris personale al 19'. Mentre la maggior parte dei tifosi nerazzurri ha rintuzzato i cori anti-Zoro, l'Inter ha sfiorato il quarto gol con Martins, sul quale è uscito bene Storari al 26'. Poi è stato Cesar, dopo una bella volata di Martins sulla destra, a vedersi deviato il colpo di testa. Una punizione bassa di Mihajlovic al 34' ha consentito a Storari di far bella figura con una deviazione sulla destra. Un lampo di Recoba (palo alla sinistra del portiere giallorosso) e poi nulla.
Insomma, il Messina ha solo cercato di evitare danni maggiori e l'Inter ha giocato al piccolo trotto fin quando l'arbitro Rodomonti non ha detto basta a una partita in cui non c'è stato contraddittorio: una serata poco divertente e assolutamente controproducente per il gioco del calcio.

Fonte: Repubblica.it


La classifica di serie A

Juventus  79 
Milan  70 
Inter  68 
Fiorentina  61 
Roma  60 
Chievo  48 
Lazio  46 
PALERMO 44 
Livorno  44 
Sampdoria 38 
Ascoli  38 
Parma  38 
Siena  36 
Reggina  35 
Empoli  33 
Cagliari  32 
Udinese  32 
MESSINA  28 
Lecce  24 
Treviso 16 

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03 aprile 2006
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