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Le Siciliane di A. Le Aquile hanno fatto rosa... nero i Lupi romani. Per il Messina beffa sul finale

Il Palermo vince in casa con la Roma. Il Messina in trasferta giocata dalla sfortuna

28 febbraio 2005

PALERMO - ROMA 2-0
Palermo (4-3-2-1): Guardalben 6, Zaccardo 6, Biava 6.5, Barzagli 6.5, Grosso 6.5, Santana 6, Corini 7, Barone 5.5, Zauli 6.5 (37' st Conteh sv), Brienza 6.5 (30' st Morrone sv), Toni 6.5. (1 Santoni, 6 Terlizzi, 19 M. Gonzalez, 20 Raimondi, 26 Balistreri). All.: Guidolin 6.5.
Roma (4-3-3): Pelizzoli 5, Panucci 6, Ferrari 6, Dellas 5.5, Cufrè 6, Perrotta 6, Dacourt 6 (28' st Corvia 5), De Rossi 5.5, Mancini 5.5, Montella 5.5, Cassano 6.5. (1 Curci, 3 Abel Xavier, 19 Scurto, 23 Aquilani, 27 Briotti, 35 Simonetta). All.: Del Neri 6.
Arbitro: Rosetti di Torino 6.
Reti: nel st 9' Brienza, 46' Toni.
Note: angoli: 5-3 per la Roma. Recupero: 0' e 3'. Ammoniti: Corini per proteste, Panucci, Cufre», Dellas, Barone e Perrotta per gioco falloso. Espulso: 28' st Barone per somma di ammonizioni. Spettatori: paganti 33.459, per un incasso di 559.349,19 euro, presenti 35 mila.
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Nel fango del 'Barbera' il Palermo pesca tre punti d'oro che lo proiettano verso l'Europa e gli permettono di sfatare anche il tabù-Roma. Da 45 anni, infatti, i rosanero non battevano in campionato i giallorossi: l'ultima volta fu un 4-2, oggi sono bastati i gol nel secondo tempo di Franco Brienza, ormai vero e proprio castigagrandi (ha già segnato alla Juventus e alla Sampdoria) e Luca Toni per mettere al tappeto i giallorossi.
Va detto, però, che la partita, fin dalle prime battute, è stata condizionata dal terreno di gioco, sul quale il pallone s'è spesso impantanato. Era quasi impossibile trovare sbocchi con la palla a terra, ancor meno inventare la giocata in grado di mutare il volto della partita. L'impressione più immediata è che la squadra in grado di segnare per prima sia destinata a vincere. Forse anche per questo il Palermo ci prova dopo pochi secondi con Simone Barone, ma il suo tiro viene controllato bene da Pelizzoli.

La partita non decolla: Palermo e Roma cercano di giocare nella risaia del 'Barbera', ma con risultati scarsi. E lo spettacolo, come ovvio, ne risente. Peccato perché, su un altro campo, di certo si sarebbe assistito a una partita diversa, sicuramente meno spezzettata e dunque più gradevole. Tra le due, alla fine, la più penalizzata è proprio la formazione di Gigi Del Neri che deve vincere per sopravanzare in classifica il Palermo e perché comunque dispone di una cifra tecnica complessiva sicuramente più elevata.
I giallorossi provano a dare un senso al loro secondo umido pomeriggio siciliano (anche in occasione della trasferta a Messina avevano giocato su un campo al limite della praticabilità, a causa delle abbondanti piogge dei giorni precedenti, e avevano perso), con un fraseggio degno di un terreno asciutto: è il 16' quando Cassano riceva da Dellas e inventa una verticalizzazione geniale per Montella che gira di sinistro sul secondo palo e lo colpisce in pieno a portiere battuto. Sembrerebbe il preludio a una partita sfortunata, o comunque ricca di episodi, e invece da quel momento è il Palermo a prendere in mano il comando delle operazioni, lasciando solo le briciole agli avversari.

La Roma comincia a vacillare, ma cade sempre in piedi. Brienza al 25' viene anticipato di un soffio al momento di raccogliere un cross di Toni dalla sinistra, a pochi passi dalla porta. Una decina di minuti prima, però, il Palermo aveva protestato a lungo per un intervento dubbio di Pelizzoli che, secondo i giocatori di Francesco Guidolin, aveva corretto con un braccio un retropassaggio di Ferrari. Le proteste erano proseguite, poi, al 36', dopo che Rosetti aveva fermato il gioco per un fuorigioco dubbio di Brienza su lancio di Zauli a metà strada fra egli stesso e Toni (che in fuorigioco c'era veramente).
Due azioni interessanti, una per parte, chiudono il primo tempo: al 38' Cassano (fischiatissimo e sull'orlo di una crisi di nervi) inventa per Mancini che spara, ma Guardalben ci mette una mano; un minuto dopo Toni serve Brienza, che fa scorrere per Corini, il cui piattone finisce fra le braccia di Pelizzoli, lasciando con il fiato sospeso il pubblico.

Nel secondo tempo il Palermo passa dopo soli 9', facendo esplodere l'entusiasmo del pubblico: Toni si libera ottimamente con una finta al limite dell'area, la sua conclusione viene respinta da Pelizzoli, sul pallone si avventa Brienza che infila il portiere giallorosso. La Roma replica dopo 1' con una combinazione Cassano-Montella che non si chiude, poi è ancora il Palermo a rendersi pericoloso con una conclusione al volo di Barone, innescato da Toni, che finisce alta di poco. La Roma s'impantana e, senza le idee di Totti, non riesce a decollare. Vince il pressing del Palermo, orchestrato con sistematica efficacia da Corini, che soffoca sul nascere le iniziative (peraltro scarse) degli ospiti.
Mancano gli spazi, il resto lo fa il campo da gioco che tiene sempre in allerta le difese. Il Palermo non commette l'errore di chiudersi, la Roma non riesce a trovare la profondità. Del Neri inserisce Corvia, poco prima della mezz'ora e poco prima dell'espulsione di Barone, che va fuori per somma di ammonizioni e costringe Guidolin a inserire Morrone (un altro incontrista) al posto di Brienza. Al 32' la Roma ha, nella testa di Corvia, il pallone del pareggio, ma il giovane attaccante, su cross dalla destra di Cassano, non inquadra la porta.

Al 36' è la volta di Dellas, ma la sua conclusione dalla distanza finisce di poco fuori. La Roma stringe i tempi e il Palermo non riesce più a giocare. Nell'area dei rosanero cominciano a spiovere con grande frequenza palloni su palloni, agli uomini di Del Neri manca pero» la stoccata vincente. La Roma il suo gol riesce a trovarlo con Corvia, ma Rosetti annulla per una trattenuta di Montella su Biava. Il pepe sta nella coda, con il raddoppio di Toni e la festa rosanero: fuga in contropiede di Santana, palla al centro dell'area per Toni che solo davanti alla porta mette a segno il suo decimo gol stagionale.


LECCE - MESSINA 1-0
Lecce (4-3-3): Sicignano 6.5, Cassetti 6, Diamoutene 6, Stovini 6, Abruzzese 5.5 (9' st Angelo 6), Giacomazzi 6, Ledesma 5.5, Dalla Bona 6 (31' st Eremenko sv), Konan 5, Vucinic 5.5, Valdes 5.5 (19' st Bjelanovic 6). (27 Anania, 23 Marianini, 26 Paci, 30 Camisa). All. Zeman 6.
Messina (4-2-3-1): Storari 6, Zoro 6, Cristante 6, Rezaei 6, Aronica 6, Zanchi 6 (9' st Coppola 5.5), Donati 5.5, Giampà 5.5, D'Agostino 6 (43' st Yanagisawa), Iliev 6 (40' st Rafael sv), Zampagna 5.5. (21 Eleftheropoulos, 58 D'Alterio, 30 Cucciari, 14 Straus). All.Mutti 6.
Arbitro: Rizzoli di Bologna 5.
Reti: nel st 41' Bjelanovic.
Note: angoli: 8-4 per il Lecce. Recupero: 2' e 4'. Espulsi: 36' st Donati per doppia ammonizione. Ammoniti: Giacomazzi per simulazione; Zoro, Ledesma, Diamoutene per gioco falloso. Note: L'arbitro assegna un rigore al Lecce per atterramento di Giacomazzi ma rivede la decisione dopo che il giocatore ha detto al direttore di gara di non essere stato atterrato, ma di essere caduto da solo. Spettatori: 12.300, dei quali 5.135 paganti per un incasso di 56.394 euro (7.173 abbonati per una quota di 83.140 euro).
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Ha vinto il Lecce con un gol di Bjelanovic, quando la partita sembrava tranquillamente avviata verso un salomonico pareggio. Anzi, chi aveva da presentare qualche rimpianto in più era il Messina che con Giampà aveva sprecato due palle d'oro. E' stato Bjelanovic a metterci una provvidenziale zampata a 4' dalla fine, ritrovando la via del gol. Il Messina gli porta bene: era dalla gara di andata quando realizzò una doppietta, che non andava a segno. Gli ha servito una palla d'oro Cassetti e lui non ha perdonato.
Con questo successo il Lecce si porta a + 10 nella lotta salvezza e si piazza all'ottavo posto in classifica. Il Messina ci resta male, ma ha sbagliato tanto e deve lamentarsi prima di tutto con i suoi attaccanti. Il Lecce ha avuto l'occasione per passare nel primo tempo su un episodio che dovrebbe far proporre per il premio fair play Giacomazzi: caduto in area in un contrasto con Rezaei e Zanchi, l'arbitro gli assegnato il calcio di rigore, lui ha dato l'impressione di confidare ad un avversario che rigore non era, è stato invitato a ripetere tale 'testimonianza' a Rizzoli, direttore di gara, che tornato sulla sua decisione, ma ha ammonito anche il giocatore del Lecce.
Resta il dubbio: ma Giacomazzi è caduto o ha simulato? Nella prima ipotesi, la decisione di Rizzoli appare quanto meno beffarda. Nell'intervallo, il presidente del Lecce ha ridimensionato l'episodio, dando un'altra versione: i giocatori del Messina avrebbero invitato Giacomazzi ad ammettere che non era rigore l'uruguaiano avrebbe risposto 'No': , in senso di rifiuto di quella versione. Sull'equivoco e misterioso 'no', sarebbe scattato il ripensamento del direttore di gara.

Il primo tempo di Lecce-Messina verte su questo episodio: per il resto, le due squadre si sono equivalse nel procurarsi delle azioni ma anche nel denotare imprecisione in fase conclusiva. L'azione più clamorosa ha avuto come protagonista Giampà al 12', quando l'attaccante messinese, servito da Zanchi, si è trovato solo dinanzi a Sicignano, lo ha superato, ma poi si è allungato la palla e a porta vuota ha consentito il salvataggio da parte di Stovini. Il Messina ha attuato una tattica di estrema copertura, partendo però spesso in contropiede con gli insidiosi Giampà ed Iliev, che hanno messo in difficoltà il Lecce nel settore sinistro, dove Abruzzese ha faticato a tenere il loro ritmo.
Il Messina ha anche colpito lo spigolo esterno dell'incrocio dei pali su calcio d'angolo con D'Agostino al 14'. Sul fronte offensivo del Lecce, da segnalare una bella triangolazione Valdes-Konan, con girata volante di quest'ultimo, a lato di poco ed un bell'intervento di Storaci al 39' su tiro di Vucinic. Nella ripresa il ritmo è calato, le squadre si sono allungate e la gara ha vissuto su episodi sui due fronti due tentativi di conclusione di Vucinic e Dalla Bona, un'uscita disperata di Sicignano su Giampà, un salvataggio di Bjelanovic su Zoro e il gol vincente del croato.
Una partita non bella che sembrava instradata sullo 0-0 e che Bjelanovic ha risolto contro la sua squadra portafortuna.


La classifica di serie A

Juventus  57 
Milan  57 
Sampdoria  44 
Inter   43 
Udinese  42 
PALERMO  42 
Roma  38 
Lecce  35 
Reggina  35 
Cagliari  34 
Bologna  33 
Lazio  33 
Livorno  31 
MESSINA  29 
Chievo  28 
Fiorentina  27 
Parma  26 
Siena  25 
Brescia  23 
Atalanta  18 

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28 febbraio 2005
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