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Le Siciliane di A. Per il Palermo ci pensa ancora Terlizzi. Per il Messina una brutta partita senza reti

22 settembre 2005

PALERMO - REGGINA 1-0
Palermo (4-4-2): Santoni 6, Zaccardo 6, Barzagli 6.5, Terlizzi 7, Grosso 6, Santana 6.5, Barone 6.5, Corini 6 (28' pt Mutarelli 6), Bonanni 6 (9' st Brienza 6), Makinwa 6 (34' st M. Gonzalez sv), Caracciolo 6. (24 Andujar, 9 Pepe, 77 Rinaudo, 81 M. Ferri). All.: Del Neri 6.
Reggina (3-4-3): Pelizzoli 7, I. Franceschini 6, De Rosa 6, A. Lucarelli 5, Mesto 4.5, Paredes 5.5, Gia. Tedesco 6, Cannarsa 5.5 (23' st Modesto 6), Missiroli 5.5 (32' st Ceravolo 6), Cozza 5.5 (14' st Vigiani 5.5), Cavalli 5. (99 Pavarini, 21 Rigoni, 22 Carobbio, 55 Lanzaro). All.: Mazzarri 5.5.
Arbitro: Rodomonti di Roma 5.5.
Rete: nel st 21' Terlizzi.
Note: angoli: 11-5. Recupero: 4' e 4'. Ammoniti: Tedesco, I. Franceschini, Cannarsa, Santana e Terlizzi per gioco falloso. Spettatori: paganti 28.145, per un incasso di 494.435,50 euro.

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L'uomo decisivo, il Palermo lo aveva già in casa: si chiama Christian Terlizzi e, grazie ai suoi gol, i rosanero si trovano in un assolutamente inatteso secondo posto della classifica del campionato di Serie A. Il difensore è alla quarta segnatura in altrettante partite e, grazie ai suoi exploit sottoporta, la formazione di Gigi Del Neri ha conquistato otto punti sui dieci della dotazione complessiva. Una situazione davvero incredibile, anche in relazione al fatto che Terlizzi è al suo primo anno da titolare nel Palermo.

La partita contro la Reggina, per il resto, ha sottolineato due aspetti importanti: il primo è che i rosanero sanno vincere anche soffrendo (un particolare, questo, che contraddistingue le grandi squadre); il secondo, che in serie A non esistono partite facili, nemmeno in apparenza. I padroni di casa avrebbero potuto vincere anche di goleada, ma alla fine ha dovuto sfruttare un episodio, un pallone vagante, per piegare la robustissima resistenza dei calabri. Già nel primo tempo si assiste a un monologo tutto rosanero.
Gli uomini di Del Neri mettono alle corde la Reggina, la fanno soffrire, digrignare i denti, costruendo ben nove palle-gol (una sola volta gli ospiti si affacciano nell'area avversaria senza troppa fortuna), ma non concretizzano principalmente per due motivi: le parate di Pelizzoli, decisivo in almeno quattro circostanze, e l'eccessiva frenesia nella sedici metri avversaria palesata in più d'una occasione. A turno ci provano tutti: Caracciolo, Makinwa, Santana, Barone, Bonanni e, prima di lasciare il campo per infortunio, anche capitan Corini con un gran tiro a lato.
Il Palermo è come una bomba a orologeria: potrebbe esplodere da un momento all'altro, ma si inceppa sempre nel momento sbagliato. La Reggina si difende a volte anche in maniera disordinata, ma efficace e lo fa quasi sempre con cinque difensori, dal momento che Mesto agisce più più in fase di copertura che d'impostazione, mentre Cannarsa è un difensore travestito da centrocampista, che so occupa di Santana e cerca di arginarne l'azione. L'obiettivo principale della Reggina, che finora ha sempre perso a suon di gol (ne ha presi tre per ogni partita disputata), è non prenderle.
Basterebbe un gol invece al Palermo per sturare la brocca piena di speranze dei calabresi, che vogliono assolutamente muovere la classifica, costi quel che costi, poco importa se c'è da buttare il pallone alla cieca, oltre la metà campo. Del Neri capisce che occorre un po' di fantasia nella trequarti avversaria e inserisce Franco Brienza, spostando Makinwa più a sinistra.

Quando al 19' della ripresa Makinwa mette il pallone sulla testa di Caracciolo che, faccia alla porta lo depositano nelle mani di Pelizzoli da non più di sei metri, sembra non ci sia più nulla da fare per il Palermo che appare stregato da una Reggina mediocre ma tutt'altro che fragile. Poi, al 21', arriva la stoccata di Terlizzi, a questo punto non più bomber per caso che mette tutti d'accordo e rispedisce a casa una Reggina sempre in bilico e sempre ferma a zero punti in classifica. Nel finale c'è ancora tempo per un colpo di testa del giovane Ceravolo, alzato in angolo da Santoni, e per un paio di conclusioni ribattute, che tengono con il fiato sospeso il pubblico del Barbera.



MESSINA - LIVORNO 0-0
Messina
(4-4-2): Storari 6,5, Zoro 6, Rezai 6, Fusco 6,5, Aronica 6, Iliev 5,5 (17 st Mamede 6), Coppola 6, Donati 6, D'Agostino 5 (17 st. Sculli 6,5), Muslimovic 5,5 (34 st Yanagisawa), Di Napoli 5,5. A disposizione: 88 Caglioni, 4 Cristante, 30 Rafael, 17 Giampà, Allenatore: Mutti 5,5.
Livorno (4-4-2): Amelia 6,5, Grandoni 6,5, Vargas 6, Galante 6, Cesar Prates 6, Morrone 6,5 (47 st Passoni sv), Centi 6 (25 st Colucci 5,5), De Ascentis 6, Pfertzel 5,5, Lucarelli 5,5, Bakayoko 5 (10 st. Palladino 5,5). A disposizione: 19 Acerbis, 79 Melara, 17 Lazetic, 69 Balleri. Allenatore: Donadoni 6.
Arbitro: Rosetti di Torino 6.
Note: angoli: 7 a 1 per il Messina. Recupero: 0 e 3 minuti. Spettatori: 18.000 circa. Ammonito Donati per proteste.

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Finisce senza reti una brutta partita con due squadre che non sono mai riuscite a trovare il giusto acuto. E se per il Livorno, sconfitto 11 volte su 13 a Messina, può andare bene, lo stesso non può dirsi per i padroni di casa apparsi senza idee. la brutta copia di quella squadra che la scorsa stagione balzò agli onori del calcio nazionale.
E' un Messina senza il suo bomber principe, Zampagna, e senza Zanchi, fermato dalla Disciplinare per l'uso di un farmaco prima della gara con la Lazio. Mutti si affida ad una coppia inedita in attacco, Di Napoli e Muslimovic, e manda al centro della difesa Fusco. Tra i toscani un mini turnover voluto da Donadoni che in partenza fa riposare Lazetic, Colucci e Palladino lanciando in avanti l'ivoriano Bakayoko accanto a Lucarelli. Avvio molto equilibrato con ritmi piuttosto blandi e poca lucidità a centrocampo.

Volano via venti minuti davvero inguardabili. Al 22' si fa vedere il Livorno con Morrone che alza sulla traversa un cross dalla sinistra di Cesar Prates. Mutti prova a scuotere i giallorossi spostando Iliev nel suo ruolo naturale di esterno sinistro e il Messina comincia a crescere ma riesce a collezionare soltanto due calci d'angolo. Proprio in chiusura del primo tempo un brivido: su cross di Iliev Di Napoli svetta di testa ma trova Amelia pronto alla deviazione ravvicinata.

Parte alla grande la squadra di Mutti nella ripresa e dopo 5 minuti D'Agostino impegna di testa Amelia. Replica due minuti dopo Lucarelli con una girata di sinistro che chiama Storari alla deviazione in angolo. E' una partita diversa. Livorno sprecone al 13': Palladino pesca bene Pfertzel che si presenta tutto solo davanti a Storari abile a ribattere in disperata uscita.
Ci prova Muslimovic su punizione ma Amelia non si fa sorprendere sul tiro dai 25 metri. Mutti manda in campo Mamede e Sculli, Donadoni risponde con Colucci. Spinge molto il Messina e il Livorno comincia a subire troppo non riuscendo più a uscire dal guscio. Entra anche il giapponese Yanagisawa ma i giallorossi non riescono a trovare lo spunto buono.

Fonte: La Sicilia

La classifica di serie A

Juventus 12
Fiorentina  10 
PALERMO  10 
Inter 
Sampdoria 
Livorno 
Roma 
Milan 
Lazio 
Chievo 
Udinese 
Siena 
Parma 
MESSINA  3 
Ascoli 
Empoli 
Cagliari 
Lecce 
Reggina 
Treviso  0 

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22 settembre 2005
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