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Le Siciliane di A [XXVI giornata]

Spazzati via da Ibra... (Palermo-Milan 0-4). Le "buone maniere" del Catania... (Inter-Catania 2-2)

05 marzo 2012

La partita vista dal tifoso...
Il nostro tifoso si rifiuta ancora di commentare...
"Non ho nulla da dire" ci ha riferito soltanto, tagliando corto e parandoci davanti una mano aperta, inequivocabile segno di impossibile replica.

PALERMO - MILAN 0-4
PALERMO (4-3-1-2): Viviano 6, Munoz 4.5, Migliaccio 5.5, Mantovani 4.5, E. Pisano 5, Bertolo 5 (5' st Aguirregaray sv), Donati 6, E. Barreto 6, Ilicic 5.5 (40' st Zahavi 5), Miccoli 5.5, Budan 5 (14' st Della Rocca sv). (33 Tzorvas, 15 Milanovic, 17 Vasquez, 24 Mehmeti). All.: Mutti 5.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati 6, Abate 6.5, Bonera 6, Thiago Silva 7, Antonini 6 (1' st Mesbah 6), Nocerino 6, Ambrosini 6, Muntari 6, Emanuelson 6.5 (9' st El Shaarawy 6.5), Robinho 6.5 (37' st Inzaghi sv), Ibrahimovic 8.5. (1 Amelia, 19 Zambrotta, 76 Yepes, 4 Van Bommel). All.: Allegri 7.
Arbitro: Orsato di Schio 6.
Reti: nel pt 21', 31' e 35' Ibrahimovic; nel st 13' Thiago Silva.
Note: angoli 10-6 per il Milan. Recupero: 1' e 2'. Ammoniti: nessuno. Spettatori: 22.246, per un incasso di 608.418,00.
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Una passeggiata. Sfoderando un Ibrahimovic grandi firme, una disarmante solidità, una condizione di forma invidiabile e riproponendo equilibri consolidati in ogni zona del campo, il Milan (con il lutto al braccio per ricordare un vecchio dirigente, Carlo Montanari, morto a 88 anni) spazza via il Palermo e continua a duellare a distanza ravvicinata con la Juve per lo scudetto.
Una tripla griffe di Ibra, al rientro dopo la squalifica rimediata per lo schiaffo ad Aronica, nella sfida contro il Napoli, permette ai rossoneri di sfatare il tabù del Barbera che, dal 2006, ossia dai tempi di Kakà, Pirlo e Ancelotti, non li vedeva vittoriosi. Lo svedese è stato letteralmente devastante, caricandosi sulle spalle la squadra, realizzando il realizzabile, ma va detto che il Palermo ci ha messo molto del suo per agevolare il compito ai campioni d'Italia.
Una serie di errori in fase difensiva (o forse sarebbe meglio dire di disimpegno) hanno creato i presupposti per un successo fin troppo comodo, e comunque meritato, della squadra di Allegri che ha sofferto solo in qualche fase il gioco dei padroni di casa; nelle ripartenze, però, è stata incontenibile, devastante, con Robinho, Emanuelson e Abate sempre propositivi, concreti e in alcune occasioni travolgenti.
Allegri lascia a riposo Van Bommel e piazza Ambrosini davanti alla difesa, con Nocerino a destra e Muntari a sinistra. Bonera affianca Thiago Silva in difesa, mentre Yepes finisce in panchina. Nel Palermo, Mutti è costretto a rimodulare la difesa (assenti Silvestre e Balzaretti), arretrando Migliaccio, inserendo a destra Munoz e spostando Pisano a sinistra, in luogo dello squalificato Balzaretti.

Grinta, coraggio e dinamismo non mancano ai rosanero, che devono però incassare la partenza a razzo del Milan, al tiro con Ibra al 4' (respinge Viviano e, sul successivo cross di Abate, salva Migliaccio quasi sulla linea di porta), Emanuelson al 5' (a lato) e al 7' (parata di Viviano). Il Palermo si scuote al 12', con un'incursione di Barreto, il cui tiro finisce fra le braccia di Abbiati. Al 21' i rosanero consegnano - chiavi in mano - il gol dell'1-0 al Milan e Ibra ringrazia, fulminando da distanza ravvicinata Viviano, dopo un clamoroso errore di Mantovani che deposita il pallone sui piedi di Robinho, in fase di disimpegno.
Il Palermo reagisce, nonostante la doccia gelata, e cresce, impossessandosi della metà campo avversaria, riversandosi nell'area del Milan, che tuttavia regge bene l'impatto. Nasce da flipper in area il contropiede che porta al 2-0 del solito Ibra, questa volta innescato da Emanuelson. Il pallone calciato dallo svedese beffa Viviano, apparso poco attento. Ibra cala il tris al 35', questa volta con un'invenzione dalla distanza: un tiro tagliente e preciso, che non lascia scampo a Viviano e s'insacca nell'angolo a mezz'altezza alla sinistra del portiere del Palermo, sorpreso dalla parabola velenosa.
Ibra potrebbe firmare anche il poker già nel finale del primo tempo, ma Viviano salva di piede; nella ripresa deve ripetersi al 3' e al 7', per evitare che il bottino personale di Ibra diventi ancor più pingue. Il 4-0 lo firma invece Thiago Silva, di testa, con un gol che ricorda quello realizzato al Camp Nou, in Champions, contro il Barca. Il cross è di El Shaaravy, il cui impatto con la partita anche questa volta è positivo. Il Palermo non si arrende e sfiora il gol della bandiera con una bella combinazione Miccoli-Barreto, ma il centrocampista sbaglia una facile conclusione, mandando il pallone a stamparsi sul palo. Nel finale Inzaghi sfiora la cinquina, ma viene fermato per un inesistente fuorigioco.

INTER - CATANIA 2-2
INTER (4-4-2): Julio Cesar 5.5; Nagatomo 5, Lucio 5, Samuel 6, Zanetti 5.5; Faraoni 4.5 (1' st Sneijder 6), Palombo 4.5 (16' st Obi 6), Cambiasso 5 (16' st Poli 6), Forlan 6.5; Milito 6.5, Pazzini 4.5. (12 Castellazzi, 2 Cordoba, 40 Juan Jesus, 28 Zarate). All.: Ranieri 5.5
CATANIA (4-3-3): Carrizo 5; Motta 5.5, Legrottaglie 6.5, Spolli 6.5, Marchese 6; Izco 7, Lodi 6.5, Almiron 6.5; Gomez 7 (42' st Llama sv), Bergessio 6 (24' st Ebagua 5.5), Barrientos 7 (31' st Seymour 5). (1 Kosicky, 14 Bellusci, 19 Ricchiuti, 33 Capuano). All.: Montella 7.
Arbitro: Celi di Bari 5.
Reti: nel pt 20' Gomez, 38' Izco; nel st 26' Forlan, 35' Milito.
Note: recupero 0' e 3'. Angoli: 7-3 per l'Inter. Ammoniti: Izco per gioco falloso; Sneijder per comportamento non regolamentare. Spettatori: 28.970 per un incasso di 1.310.273 euro.
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Solo un pari. Inter-Catania finisce 2-2, ma il rammarico è tutto rossazzurro. Basti questo per capire come la formazione di Montella, pur portando a casa un punto pesante, abbia avuto un'opportunità d'oro per espugnare San Siro.
Gli etnei centrano quel risultato positivo che in trasferta contro i nerazzurri mancava addirittura dal '61-'62, ma con un pizzico di attenzione e cinismo in più avrebbero tranquillamente potuto incamerare una legittima vittoria ai danni di un avversario in piena crisi, riuscito ad evitare solo in extremis l'ottava sconfitta consecutiva e l'esonero di Ranieri.
La rimonta dei padroni di casa, sotto 0-2 a venti minuti dallo scadere, nulla toglie alla bontà della prestazione del Catania, che conferma una volta di più di avere consolidato una consapevolezza nei propri mezzi ormai indiscussa. Izco e compagni esibiscono idee chiare e personalità: il tabù trasferta che per anni li ha frenati è ormai archiviato.
La differenza tra lo stato di salute delle due squadre si palesa subito. Il Catania gioca con una tranquillità e una spigliatezza che l'Inter, con tutta evidenza, non possiede. La buona volontà di Forlan, schierato largo a sinistra nel 4-4-2 varato da Ranieri, è insufficiente per mascherare i problemi dei nerazzurri, che nell'intero primo tempo non vanno oltre un paio di tentativi dalla distanza e una girata al volo dell'uruguaiano neutralizzata da Carrizo.

Gli etnei hanno un'altra fluidità di manovra, pressano alto e sanno come approfittare degli sbandamenti difensivi avversari. A sbloccare il risultato è Gomez, che raccoglie un lancio di Barrientos, si accentra evitando il controllo di Nagatomo e scaglia un destro che s'insacca a fil di palo. Una botta terribile per l'Inter. I padroni di casa si sfilacciano ancor di più patendo la compattezza catanese.
Barrientos, arretrato a centrocampo da Montella dopo il vantaggio, si divora il gol agganciando male un pregevole assist di Almiron e mancando la conclusione a tu per con Julio Cesar, ma è solo questione di minuti. Il raddoppio giunge poco più tardi, con l'aiuto di un errore arbitrale: Marchese raccoglie un servizio di Barrientos e serve in mezzo l'accorrente Izco, il cui appoggio sporco finisce in fondo al sacco. Il 2-0 è viziato dal fuorigioco di Marchese (c'è un tocco di Nagatomo che però non rimette in gioco il laterale mancino), ma sulla legittimità del vantaggio rossazzurro non ci sono ombre.
Ranieri gioca il tutto per tutto e nella ripresa sbilancia i suoi inserendo Sneijder al posto di Faraoni per dare qualità alla manovra offensiva senza che comunque cambi granchè. E' il Catania a sfiorare due volte il tris con Bergessio, che non approfitta di un paio di uscite fuori area di Julio Cesar calibrando male il pallonetto. Gli etnei sembrano poter amministrare il vantaggio, ma un episodio rimette in corsa l'Inter: uno spunto di Forlan sulla sinistra viene concluso da un diagonale per nulla irresistibile sul quale però Carrizo non oppone resistenza adeguata.
Dimezzate le distanze, i nerazzurri riprendono a crederci. La formazione di Montella, che inserisce Ebuagua e Seymour, denuncia una certa stanchezza dopo aver dato tanto nella prima ora di gioco e l'undici di Ranieri pareggia approfittando di un errore di piazzamento della difesa rossazzurra: Marchese si accentra troppo in seguito a un disimpegno e sguarnisce la fascia sinistra, dove Milito può inserirsi e battere Carrizo con un diagonale sotto la traversa.
Negli ultimi minuti potrebbe succedere qualsiasi cosa. Entrambe le formazioni hanno un'ottima opportunità per il tris, ma la sprecano malamente: Seymour calcia in bocca a Julio Cesar vanificando un assist di Lodi e altrettanto fa Pazzini, che da due passi non supera Carrizo.

Fonte: Lasiciliaweb Sport

- La classifica di serie A
(Uefa.it)

 

 

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05 marzo 2012
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