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Le Siciliane di A

Continuiamo a sognare! (Siena-Palermo 1-2) Ancora in serie A (Catania-Juventus 1-1)

03 maggio 2010

La partita vista dal tifoso...
Buon lunedì a tutti, ma... vorremmo che fosse già domenica pomeriggio.
Ma, vi chiederete voi, cosa è successo? Lo sapete bene quello che è successo e quello che succederà domenica pomeriggio!
Il Palermo vincendo a Siena si è messa nelle condizioni di arrivare allo scontro diretto con la Sampdoria (nella nostra tana) mantenedo il margine di 2 punti di distacco, in modo che domenica nel caso di vittoria, potrà scavalcare i doriani per staccare il biglietto per l'Europa che conta: la Champions League.
Quella di ieri è stata una partita sofferta, come molte altre in trasferta quest'anno: inizio molle, senza nerbo, con un Siena che si giocava le ultime chance per restare in serie A.
Poi il lampo della grande squadra: Nocerino, slalom, cross che Edison Cavani scaraventa in rete. E qui inizia un'altra partita, con i rosanero padroni del campo. E nel secondo tempo succede quello che tutti aspettavamo: il gol di Fabrizio Miccoli che lo porta ad essere in comproprietà con Maso, il giocatore che ha segnato più gol in serie A con la maglia del Palermo: 40.
Vabbé, poi un palermitano (Calaio') decide che nei cuori dei tifosi inizi un periodo di tachicardia accelerata ma finisce così.
Il Palermo vince. il Siena retrocede in serie B e la Sampdoria che batte il Livorno.
Domenica pomeriggio alle ore 15.00 al Barbera lo stadio deve essere drappeggiato di rosanero.
Siamo in condizioni di battere la Samp, lo abbiamo già fatto con Milan, Juve e tante altre, l'importante che se la giochino fino in fondo. Poi quel che verrà, verrà.
Buon calcio a tutti!
[A.G.]

SIENA - PALERMO 1-2
SIENA (4-2-3-1): Curci 6, Rosi 6, Cribari 5, Pratali 5 (15' st Terzi 6), Del Grosso 5, Ekdal 6, Codrea 5 (30' st Jarolim 6), Jajalo 5,5 (38' st Larrondo sv), Ghezzal 6, Maccarone 6, Calaiò 6 (31 Pegolo, 15 Brandao, 9 Malagò, 7 Reginaldo). All.: Malesani 6.
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu 6,5, Cassani 6,5, Kjaer 6, Bovo 5,5, Balzaretti 7, Migliaccio 6, Liverani 6, Nocerino 6,5, Pastore 6 (46' st Budan sv), Miccoli 6,5 (18' st Hernandez 6), Cavani 6,5 (32' st Bertolo 6) (28 Benussi, 3 Goian, 27 Calderoni, 88 Blasi). All.: Rossi 7.
Arbitro: Brighi di Cesena 6.
Reti: nel pt 24' Cavani; nel st 13' Miccoli, 35' Calaiò.
Note: angoli 9-7 per il Siena. Recupero: 2' e 4'. Ammoniti: Bovo, Kjaer e Ekdal per gioco falloso. Spettatori: 11.156 per un incasso di 92.542,68 euro (abbonati 8444, quota di 64.522,68).
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Il Palermo sbanca Siena 2-1, condanna i bianconeri alla retrocessione matematica in serie B e mantiene due punti di divario dalla Sampdoria in attesa dello scontro diretto di domenica prossima che sarà una sorta di spareggio per il quarto posto.
Le motivazioni fanno la differenza: solo un miracolo poteva salvare il Siena e la squadra, pur volenterosa, paga la consapevolezza di non poter fare niente per cambiare il proprio destino, tanto che anche una vittoria sarebbe stata inutile visto il pareggio del Bologna a Bergamo. Il Palermo invece vuole fortemente la Champions League e mette in campo quel qualcosa in più che serve per portare a casa il risultato.
Il tabellone luminoso annuncia subito il vantaggio della Sampdoria sul Livorno, ma la squadra di Delio Rossi non si scompone: neutralizza, anche grazie a un Sirigu sempre molto attento, gli spunti degli attaccanti bianconeri e si affida all'estro di Miccoli e Cavani, gli artefici dell'uno-due che ha deciso la partita. Imbarazzante, come al solito, il modo in cui il Siena subisce i due gol: sul primo si addormenta Del Grosso, consentendo a Cavani di entrare in spaccata sul bel cross di Nocerino.
Sul secondo la frittata è di Pratali: il difensore scivola, e si fa anche male, consentendo a Miccoli di sfruttare l'assist dell'inesauribile Balzaretti: per il capitano è il gol numero 18 che risulterà decisivo per la vittoria. Nell'assalto finale il Siena accorcia le distanze con Calaiò: il Palermo si impaurisce e si rintana nella propria metà campo, mentre Maccarone e compagni provano un assalto finale che produce un'occasione importante a due secondi dal fischio finale quando Calaiò sfiora il palo in diagonale con Sirigu fuori causa.
Miccoli entra nella storia del club siciliano: con la sua rete sale a quota quaranta con la maglia del Palermo, eguagliando il primato nel massimo campionato appartenente a Dante Di Maso, attaccante rosanero dal 1948 al 1955. Tra sette giorni, al Renzo Barbera, il folletto pugliese proverà a togliere definitivamente lo scettro a Di Maso per regalare a sé e a ai suoi compagni il sogno della Champions League.


CATANIA - JUVENTUS 1-1
CATANIA (4-3-3): Andujar 7, Potenza 6, Silvestre 7.5, Terlizzi 6.5, Alvarez 6, Ricchiuti 6 (12' st Ledesma 5.5), Carboni 6, Biagianti 6.5 (23' st Spolli 6), Izco 6 (40' st Sciacca sv), Maxi Lopez 6.5, Mascara 6. (30 Campagnolo, 4 Delvecchio, 12 Marchese, 15 Morimoto). All. Mihajlovic 6.5.
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon 6.5, Zebina 5 (32' st Salihamidzic sv), Cannavaro 5.5, Chiellini 6, De Ceglie 6, Felipe Melo 5, Poulsen 6, Marchisio 7, Diego 6 (38' st Candreva sv), Iaquinta 6, Del Piero 5 (1' st Amauri 5). (13 Manninger, 6 Grosso, 16 Camoranesi, 33 Legrottaglie). All. Zaccheroni 6.
Arbitro: Orsato di Schio 6.
Reti: nel pt 24' Silvestre, nel st 7' Marchisio.
Note: angoli 7-1 per la Juventus. Recupero: 0 e 4'. Ammoniti: De Ceglie, Zebina, Cannavaro, Salihamidzic e Felipe Melo per gioco scorretto, Mascara per proteste. Spettatori: paganti 7.914, abbonati 10.668, incasso 387.163 euro.
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Il giorno delle sentenze. Catania-Juventus è partita senza appello, verdetto definitivo che di fatto elimina incertezze e speranze residue. Il pareggio del Massimino blinda la salvezza dei rossazzurri e taglia aritmeticamente fuori i bianconeri dalla corsa per un posto in Champions League.
La festa è solo catanese. A suggellarla, è il boato del pubblico a quattro minuti dal novantesimo. A Bergamo, il Bologna ha appena realizzato la rete che blocca l'Atalanta sul pari lasciando gli etnei a +6 sulla terzultima a due giornate dalla fine.
Una situazione di classifica che significa salvezza non aritmetica, ma ormai in cassaforte: a parità negli scontri diretti con i bergamaschi, la differenza reti assoluta è nettamente a favore degli uomini di Mihajlovic (-2 contro -13), che al triplice fischio di Orsato restano a metà campo in attesa del risultato di Bergamo e poi possono dare spazio alla loro esultanza.

Il diario del giorno bianconero è segnato da altri toni. Un posto nella top class europea era ormai un miraggio, dissoltosi in un pomeriggio di grande caldo a Catania, dove la formazione di Zaccheroni denota i consueti limiti riuscendo a riequilibrare lo svantaggio iniziale, ma vedendo il tentativo di sorpasso arenarsi tra svagatezze, imprecisioni e tensioni.
Le temperature estive del Massimino annebbiano le idee degli attaccanti juventini. Iaquinta non inquadra la porta da buona posizione su lancio di Chiellini, ma Del Piero fa decisamente peggio quando un avventato retropassaggio di Biagianti lo libera in piena area davanti ad Andujar: occasione macroscopica, vanificata da una conclusione debole sulla quale il portiere etneo riesce ad arrivare.
Più concreti i padroni di casa, particolarmente attenti a mantenere vicini i reparti in fase difensiva. Dopo un tiro di Maxi Lopez controllato da Buffon, è Silvestre, al suo primo centro in rossazzurro, a sbloccare il risultato raccogliendo una bella respinta del numero uno avversario su colpo di testa di Potenza.
La Juventus potrebbe pareggiare una manciata di minuti più tardi con Del Piero: stavolta il capitano lavora come deve il pallone ricevuto da Diego trovando però sulla sua strada Andujar, eccellente nell'opporsi con la mano di richiamo al tiro a botta sicura. Prima che si vada negli spogliatoi, tocca all'ispirato Silvestre cercare la via delle rete altre due volte con altrettanti colpi di testa fuori bersaglio.
Nella ripresa Zaccheroni rileva subito Del Piero con Amauri. Il pari bianconero è quasi immediato: Marchisio, il più vivo dei suoi, sfrutta un buco a centrocampo per inserirsi in area e battere Andujar dopo un primo tentativo frenato da Terlizzi. La Juventus guadagna campo costringendo sulla difensiva il Catania, la cui manovra perde intensità. Mihajlovic decide così di cambiare assetto: fuori Biagianti, acciaccato, e dentro Spolli per una difesa a cinque.
I tentativi di Iaquinta, Marchisio e Amauri non creano seri problemi ad Andujar, l'offensiva bianconera non è abbastanza fluida e tende a rallentare troppo in mediana, dove Felipe Melo dà segnali di nervosismo (colpo al volto di Alvarez e gesto poco conciliante verso Zaccheroni). L'ultimo guizzo della partita è di Maxi Lopez, che salta Cannavaro in area e conclude con un rasoterra che Buffon riesce a repingere. Il resto è solo esultanza collettiva rossazzurra per un traguardo stagionale ormai in tasca.

Fonte: La Siciliaweb Sport

- La classifica di serie A

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03 maggio 2010
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