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Le Siciliane di A

Dolci e carbone nella calza della Befana. (Palermo-Sampdoria 3-0). (Roma-Catania 4-2)

07 gennaio 2011

La partita vista dal tifoso...
Ben ritrovati a tutti!
Dopo la pausa natalizia ci ritroviamo attorno ad un tavolo a ridiscutere dell'oggetto che delizia la maggior parte degli italiani, ed in particolar modo di noi siciliani: il pallone.
Ieri è tornato il campionato e come si evince dal titolo di oggi, la Sicilia del pallone ha trovato i dolci ed il carbone nella calza della vecchia "strega" con il Palermo che ha riattaccato la spina confermando la regola del "3", segnando tre gol alla Sampdoria, e il Catania che ha perso 4-2 con la Roma, subendo però evidenti ed impressionanti torti arbitrali come il gol del 2-2 ed quello del 3-2.
Ma torniamo al Palermo, dicevamo la regola del "3" ma anche la regola delle "3M" (Miccoli - Migliaccio - Maccarrone). Delizia del pubblico, il Palermo è tornato a giocare come sa' fare. Velocità, posseso palla, tecnica individuale, mix vincente anche se non sempre continuo.
Bene così.
Ma un "monito", se così lo vogliamo chiamare, al nostro caro presidente lo lanciamo: lasci lavorare in pace Rossi e la squadra, non la deluderanno.
Ci sentiamo lunedì mattina e... Buon calcio a tutti!
[A.G.]

PALERMO - SAMPDORIA 3-0
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu 6, Cassani 6, Goian 6.5 (41' st Munoz sv), Bovo 6.5, Balzaretti 7, Migliaccio 7, Bacinovic 6.5, Nocerino 6.5, Pastore 6.5 (38' st Liverani sv), Ilicic 6.5, Miccoli 7.5 (19' st Maccarone 6.5). (99 Benussi, 29 Garcia, 4 Kasami, 77 Kurtic). All.: D. Rossi 7.
SAMPDORIA (4-4-2): Curci 5.5, Zauri 5, Gastaldello 5.5, Lucchini 5, Ziegler 6, Mannini 5.5 (10' st Pozzi sv), Palombo 6, Tissone 6 (36' st Poli sv), Guberti 5.5, Marilungo 5.5 (20' st Koman sv), Pazzini 6. (1 Da Costa, 5 Accardi, 26 Volta, 4 Dessena). All.: Di Carlo 5.5.
Arbitro: Celi di Campobasso 5.5.
Reti: nel pt 37' Miccoli; nel st 5' Migliaccio, 34' Maccarone.
Note: angoli 8-3 per la Sampdoria. Recupero: 1' e 4'. Ammoniti: Cassani per gioco scorretto, Bovo per gioco falloso. Spettatori: 26.020, per un incasso di 343.950,00 euro.
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Il Palermo che apre il nuovo anno solare con una vittoria altrettanto radiosa sulla Sampdoria è la squadra delle tre 'M': sono quelle di Miccoli, Migliaccio e Maccarone. I tre paladini di Sicilia in maglia rosanero che hanno chiuso i conti con la squadra che, appena sette mesi fa, aveva privato la squadra di Delio Rossi e Maurizio Zamparini della sua prima qualificazione in Champions League, strappando un pareggio al Barbera che, ancora oggi, grida vendetta.
Il Palermo ha sofferto solo per poco più di mezz'ora l'organizzazione tattica dei blucerchiati, nelle cui file l'assenza di Cassano si sente e si sentirà parecchio. Poi, una giocata a due Miccoli-Pastore-Miccoli ha spostato l'ago della bilancia e spianato la strada a un successo strameritato, oltre che voluto e cercato.
La Samp, a dire il vero, il suo golletto lo avrebbe forse pure meritato, ma il Palermo proprio oggi aveva deciso di alzare una barriera invalicabile, di infittire le maglie di una difesa notoriamente piuttosto allegra, distratta, se non addirittura bislacca.

La prima 'M', quella di Miccoli, ha stordito la Samp; la seconda, quella di Migliaccio, l'ha tramortita; la terza, di Maccarone, l'ha mandata al tappeto, chiudendo un match che il Palermo ha dimostrato di saper gestire come meglio non avrebbe potuto, in modo essenziale e cinico, con non troppe sbavature e la concentrazione di una squadra che sa cosa vuole e soprattutto come ottenerlo.
Contro un Palermo così determinato, la Samp dell'ex Mimmo Di Carlo (fu capitano dei rosanero a cavallo fra gli anni 80 e 90, nelle categorie inferiori) poco ha potuto opporre. Anche se va detto che, in almeno un paio di circostanze, Sirigu ha dovuto salvare la propria porta: come al 26', su Tissone (bestia nera del Palermo), e nella ripresa su Pazzini.
Non è che Curci abbia dovuto compiere miracoli, dall'altra parte, ma si è percepita una netta superiorità del Palermo soprattutto quando Pastore o Ilicic facevano risalire la squadra, Nocerino, Migliaccio e Balzaretti raddoppiavano a velocità supersonica, mentre Miccoli si divertiva a piroettare nel bel mezzo della difesa ospite.
Il Romario del Salento ha poi fatto spazio a Maccarone, questa volta senza mugugni, che è entrato subito in partita. Anzi, l'ha chiusa con un bel tiro ad incrociare, poi è andato ad abbracciare proprio il capitano, ma anche Delio Rossi. A questo punto, il suo addio al Palermo sembra tramontato, forse definitivamente, anche alla luce della lunga assenza di Pinilla (che ieri è stato operato al piede e non potrà essere al top prima di due mesi e mezzo), ma anche dei dubbi sul giovane uruguagio Hernandez.
Adesso un tour de force a base di Pandoro attende il Palermo, ma questa volta il Natale c'entra davvero poco: domenica i rosanero saranno di scena a Verona, contro il Chievo, che mercoledì 12 gennaio si giocherà poi la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia proprio al Barbera. Intanto Rossi e i suoi si godono il trionfo sulla Samp e la vendetta delle tre 'M'.

ROMA - CATANIA 4-2
ROMA (4-2-3-1): Julio Sergio 5.5; Cassetti 5.5, Mexes 6, Juan 5.5, Riise 6.5; De Rossi 4.5 (1' st Greco 6), Simplicio 5 (1' st Perrotta 6); Menez 6.5, Totti 5.5, Taddei 6 (34' st Vucinic 7); Borriello 7. (32 Doni, 2 Cicinho, 29 N. Burdisso, 33 Brighi). All.: Ranieri 6.
CATANIA (4-1-4-1): Andujar 5.5; Alvarez 5.5, Bellusci 6.5, Silvestre 7.5, Capuano 6; Carboni 6; Gomez 6.5, Ledesma 6.5 (26' st Delvecchio sv), Pesce 6 (43' st Mascara sv), Llama 6.5 (21' Martinho 6); Maxi Lopez 7. (30 Campagnolo, 9 Antenucci, 12 Marchese, 26 Sciacca). All.: Giampaolo 7.
Arbitro: Brighi di Cesena 4.
Reti: nel pt 4' Borriello, 30' Silvestre, 38' Maxi Lopez; nel st 2' Borriello, 41' e 49' Vucinic.
Note: angoli 7-5 per il Catania. Recupero: 1' e 4'. Ammoniti: Ledesma, Alvarez, Silvestre e Cassetti per gioco scorretto. Spettatori: 30.000.

Catania, uno scippo di Alberto Cigalini - Due indizi fanno una prova. Non ne servono tre, basta e avanza quello che si è visto. O meglio, quel che non è stato visto. Il 2-2 propiziato da un assist con il pallone ben oltre la linea di fondo, il 3-2 in chiaro fuorigioco. Così l'arbitro Brighi e il suo primo collaboratore, l'ineffabile Musolino, affossano il Catania a Roma.
I rossazzurri escono dal campo schiumando di rabbia per i macroscopici torti subiti: due errori gravi, che costano la sconfitta agli etnei. Prendersela con il direttore di gara è spesso l'alibi più comodo per mascherare le proprie lacune e spostare l'attenzione altrove. Ma questo non è il caso della squadra di Giampaolo. Gli etnei perdono una partita che avrebbero meritato abbondantemente quanto meno di pareggiare.
Tonico, reattivo, in crescita esponenziale sul piano della personalità in trasferta, il Catania reagisce con vigore all'immediato vantaggio giallorosso, propiziato da un tiro di De Rossi che Andujar respinge male consentendo a Borriello di battere a rete con un sinistro sporco ma vincente. Strada subito in salita, eppure i rossazzurri non fanno una piega.

Il 4-2-3-1 di Ranieri non funziona: De Rossi sbaglia moltissimo in mediana, Simplicio al sua fianco latita e sulla trequarti l'unico a combinare qualcosa è Menez. Meglio il 4-1-4-1 di Giampaolo, che affida alle accelerazioni di Gomez e Llama il compito di sostenere Maxi Lopez. Il pari non è casuale e non è casuale che a siglarlo sia Silvestre, il miglior attaccante catanese.
Fatte due volte le prove generali su calci piazzati battuti da Llama (testa fuori d'un soffio e destro al volo oltre la traversa), l'ottimo centrale argentino stacca più in alto di tutti su un corner dalla destra: palla sul palo e oltre la linea prima del tentativo salvataggio di Simplicio. Il gol esalta i rossazzurri e deprime i capitolini, che vanno palesemente in confusione mostrando le consuete incertezze difensive. Maxi Lopez, che in precedenza aveva colpito un palo esterno da posizione defilata, non se lo fa dire due volte: perfetto filtrante di Gomez, scatto sul filo del fuorigioco, dribbling su Julio Sergio in uscita pallone in rete.
La Roma sbanda e qui il Catania ha il torto di non affondare i colpi fallendo il tris almeno tre volte, la più clamorosa delle quali con un contropiede cinque contro due concluso da un tiro di Bellusci respinto da Cassetti. L'altro errore gli etnei lo commettono facendo l'unica cosa che andava evitata: subire una rete in avvio di ripresa. La Roma si ricarica con il 2-2 di Borriello, ma il gol è un regalo di Brighi e Musolino che non vedono il pallone chiaramente fuori sull'appoggio di Riise.
Ma l'assedio non c'è. Il Catania tiene nonostante la pressione e il cambio di modulo della Roma dopo la doppia sostituzione in mediana (Greco e Perrotta per De Rossi e Simplicio). Silvestre e Bellusci mettono più di una pezza su alcune situazioni scabrose in area, il pareggio sembra ormai cosa fatta, ma dopo un salvataggio di Andujar su Borriello, liberato da una distrazione di Bellusci, la premiata ditta Brighi-Musolino colpisce ancora: tiro di Totti sporcato dalla difesa e palla al nuovo entrato Vucinic, in posizione di fuorigioco. Per tutti, ma non per arbitro e guardalinee che convalidano tra le proteste generali degli etnei.
Il Catania si butta in avanti alla disperata, non trova la porta con un colpo di testa di Delvecchio e incassa in contropiede anche il poker con Vucinic, servito da Totti. Ma la partita, a quel punto, era già finita da un pezzo.

Fonte: Lasiciliaweb Sport

- La classifica di serie A (Uefa.it)

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07 gennaio 2011
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