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Le Siciliane di A

Solo pari... (Chievo-Palermo 0-0). Neanche un punto... (Catania-Inter 1-2)

10 gennaio 2011

La partita vista dal tifoso...
Buon lunedì a tutti
Una "normale" domenica di calcio. Si riprende la routine del pallone, ed il Palermo e il Catania si trovano con un bottino magro di un solo punticino.
Il Palermo in quel di Verona contro il Chievo ha giocato una discreta partita portando a casa, però, solo un pareggio. Avrebbe meritato il primo rigore del campionato (!!) ma neanche ieri ha trovato l'arbitro disposto a concederlo.
Domenica inzia il girone di ritorno, ci ritroviamo in una posizione ottima, dobbiamo continuare con questo trend sperando che finalmente anche a noi daranno un rigore (magari quando lo concedono lo sbagliamo...)
Buon calcio a tutti! [A.G.]

CHIEVO - PALERMO 0-0
CHIEVO (4-4-1-1): Sorrentino 6.5, Frey 6, Mandelli 6.5, Cesar 6.5, Mantovani 6 (27' st Sardo sv), Fernandes 6, Rigoni 6, Bogliacino 5.5, Constant 5.5 (37'st Marcolini sv), Thereau 6 (20' st Moscardelli 5.5), Pellissier 5.5. (18 Squizzi, 3 Andreolli, 14 Guana, 11 Granoche). All: Pioli 6
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu 6.5, Cassani 6, Munoz 6.5, Bovo 6.5, Balzaretti 6, Migliaccio 6, Bacinovic 5.5, Nocerino 6, Ilicic 5.5, Pastore 6.5 (21' st Kasami 6), Maccarone 5.5 (37' st Miccoli sv). (99 Benussi, 66 Andelkovic, 29 Garcia, 77 Kurtic, 11 Liverani). All: Rossi 6
Arbitro: Peruzzo di Schio 6
Note: Ammoniti: Rigoni, Mantovani e Bovo per gioco scorretto Spettatori 9.800 incasso 69.598,98 Recuperi: 1' e 4' Angoli: 8-4 per il Palermo.
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Chievo-Palermo finisce 0-0: bello se si guarda al primo tempo, scialbo analizzando la ripresa. Un risultato che forse potrebbe accontentare tutti, ma che in realtà non porta sorrisi: basta ascoltare gli altrui finali per capire come siano più i rimpianti che altro.
Il Palermo torna in Sicilia con un punto, in una giornata però che vede Roma e Lazio perdere colpi sulla strada dell'Europa. Di contro per il Chievo il pareggio assomiglia al classico brodino caldo. Il blitz dell'Olimpico firmato Lecce riduce il vantaggio degli uomini di Pioli sulla zona-pericolo a sole quattro lunghezze.
A dicembre erano nove, i conti non tornano più come prima. Pioli e Rossi mantengono gli assetti annunciati alla vigilia. Chievo e Palermo si schierano con moduli speculari, con il trequartista dietro le punte. Pastore tuttavia spazia molto di più rispetto a Thereau, autentica spalla offensiva di Pellissier.
I malconci Andreolli da una parte e Miccoli dall'altra iniziano il match seduti in panchina sostituiti rispettivamente da Mandelli e Maccarone. Il Palermo è reduce da una bella e convincente vittoria contro la Sampdoria e l'impressione netta è che i rosanero giochino con la giusta fiducia.
Di contro c'è un Chievo chiamato a riscattare la brutta prestazione e conseguente sconfitta di Udine e anche in questo caso padroni di casa sono più determinati e desiderosi. Ne nasce una prima frazione combattuta, bella, con occasioni importanti su entrambi i fronti. La palla ghiotta per il Chievo capita relativamente presto sui piedi di Pellissier. Pronta la conclusione da buona posizione, ma palla centrale è facile preda di Sirigu.

Se il Chievo parte meglio, è il Palermo a finire in costante proiezione offensiva e a creare buone opportunità in serie. Prima una deliziosa invenzione di Pastore mal sfruttata da Ilicic, poi un gran destro di Nocerino con Sorrentino che si salva a fatica, senza dimenticare il palo esterno colpito da Bovo su punizione.
Pareggio giusto al riposo, manca solo il gol, cercato da tutte e due le squadre senza successo. Una ricerca che ci si attende anche nella seconda parte di gara. La nebbia che sembrava incombere sul Bentegodi proprio all'inizio dei secondi 45' lascia in pace gli spettatori, pronti a godersi lo spettacolo. Ma forse la nebbia aveva capito tutto già in anticipo. Perchè quella vivacità, quella voglia di cercare la giocata bella, propositiva, nella seconda parte del match si dissolve come la nebbia di questo gennaio freddo e umido.
Il Chievo non sembra avere più la forza di impensierire Sirigu, il Palermo lascia fare, fa più possesso palla, ma non affonda. Le squadre si allungano, gli errori si moltiplicano, serpeggia più cattiveria e durezza nei contrasti. Pioli e Rossi provano a cambiare il copione di quello che sembra un film già scritto.
Dentro Moscardelli per Thereau, dall'altra parte spazio a Miccoli nel finale. Ma nulla muta. Il Palermo protesta per un fallo da rigore causato da Rigoni su Pastore, che poco dopo esce dal campo per una caviglia in disordine e senza la fantasia dell'argentino, i rosanero appassiscono. Il finale è logico. Ma un solo punto fa davvero felici Chievo e Palermo?

CATANIA - INTER 1-2
CATANIA (4-1-4-1): Andujar 6, Alvarez 5.5 (35' st Spolli sv), Bellusci 5.5, Silvestre 6, Capuano 5.5, Carboni 6, Gomez 7, Ledesma 6, Pesce 6 (35' st Antenucci sv), Llama 5 (6' st Martinho 6.5), Maxi Lopez 7. (30 Campagnolo, 4 Delvecchio, 26 Sciacca, 7 Mascara). All. Giampaolo 6.5.
INTER (4-3-1-2): Castellazzi 7, Maicon 6.5, Lucio 6, Cordoba 6, Chivu 5.5 (21' st Pandev 6), Zanetti 6, Cambiasso 7.5, Motta 6 (36' st Mariga sv), Stankovic 6, Eto'o 6, Milito 5.5 (46' st Ranocchia sv). (21 Orlandoni, 23 Materazzi, 11 Muntari, 88 Biabiany). All. Leonardo 6.5.
Arbitro: Damato di Barletta 6.
Reti: nel st 25' Gomez, 28' Cambiasso, 34' Cambiasso.
Note: angoli 5-3 per il Catania. Recupero 3' e 3'. Ammoniti Gomez e Lucio per comportamento non regolamentare, Cordoba e Martinho per gioco scorretto. Spettatori paganti 5.806, abbonati 9.283, incasso 262.908 euro.
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La settimana delle beffe. Giovedì a Roma, oggi al Massimino. Il 2011 del Catania continua a essere avaro di soddisfazioni. Dopo la sconfitta esterna all'Olimpico, arriva quella in casa con l'Inter. Ma se nella capitale era stata la terna arbitrale a penalizzare i rossazzurri, stavolta sono due disattenzioni difensive a castigare ben oltre i propri demeriti gli etnei.
La squadra di Giampaolo sognava di ripetere l'impresa dello scorso anno per dimenticare le amarezze romane: missione quasi compiuta grazie a una prestazione attenta nel primo tempo
e arrembante nel secondo. A vincere, però, è stata l'Inter, concreta, cinica e spietata come ai tempi di Mourinho. I nerazzurri proseguono la risalita rispolverando la personalità e la capacità di reazione che ne avevano fatto le fortune nel recente passato.
Così nasce il colpo di Catania, dove i campioni d'Italia non carburano per un'ora subendo le iniziative avversarie e latitando in avanti. Il meritato vantaggio dei padroni di casa ha però l'effetto di una sveglia sugli interisti, che nel giro di sei minuti ribaltano la situazione con una doppietta di Cambiasso, uomo del match e più che mai simbolo del nuovo ciclo (tre reti in due gare).
Preceduta da una panolada in tribuna con tanto di fazzoletti bianchi sventolati per protestare contro i torti arbitrali subiti a Roma, la gara resta a lungo bloccata, senza un solo tiro in porta per l'intero primo tempo. L'unico tentativo offensivo degno di tale nome è un rasoterra di Pesce fuori non di molto a cinque minuti dall'intervallo.

Il resto è una partita a scacchi. Il Catania evita di abbassare la linea di centrocampo mandando Ledesma e Pesce in pressing alto sui portatori di palla nerazzurri, ai quali mancano il tempo e lo spazio per la giocata di qualità. La formazione di Leonardo non riesce ad accendersi, Eto'o si allarga a sinistra nella speranza di ricevere qualche pallone in più, ma gli etnei raddoppiano con puntualità e non concedono metri.
I ritmi si alzano in avvio di ripresa, quando i rossazzurri nei primi sette minuti creano due occasioni da rete con Capuano (sinistro fuori dopo una buona percussione) e Ledesma (rasoterra dal limite bloccato a terra da Castellazzi). Leonardo arretra Stankovic dando maggiore licenza di avanzare a Cambiasso e Thiago Motta, ma è ancora il Catania a farsi vivo due volte con Maxi Lopez, autore prima di una potente conclusione poco oltre la traversa e poi di un destro piazzato sul quale Castellazzi arriva in tuffo.
Giunta all'ora di gioco abbondante senza aver mai impegnato davvero Andujar, l'Inter cambia modulo passando al 4-2-3-1 con l'innesto di Pandev al posto di Chivu, rilevato a sinistra da Zanetti. Leonardo osa e viene premiato. Non subito, però. Il Catania insiste e sfiora nuovamente la rete con Maxi Lopez, ben servito da Martinho: Castellazzi si supera in tuffo.
Il primo guizzo di Milito (destro deviato in angolo da Andujar) fa da prologo al legittimo vantaggio etneo: il solito Maxi Lopez recupera un pallone sul secondo palo sugli sviluppi di un angolo e si fa luce in area calciando di sinistro, Stankovic salva sulla linea, ma la palla arriva all'accorrente Gomez, che da pochi passi scarica in rete. Il Massimino esplode, ma la gioia catanese dura tre minuti: assist di Stankovic per Cambiasso, che scatta sul filo del fuorigioco e batte Andujar.
Il Catania accusa il colpo, l'Inter ci crede e colpisce ancora. E' nuovamente Cambiasso, lasciato troppo solo dalla difesa di casa, a timbrare il cartellino con un colpo di testa su cross tagliato di Maicon dalla destra. Nel finale Milito avrebbe l'opportunità per triplicare, ma dopo un duetto con Pandev angola troppo il sinistro e non trova la porta.

Fonte: Lasiciliaweb Sport

- La classifica di serie A
(Uefa.it)

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10 gennaio 2011
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