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Le Siciliane di A

Ancora un pranzo amaro... (Palermo-Fiorentina 2-4). Cuore etneo... (Catania-Lecce 3-2)

14 febbraio 2011

La partita vista dal tifoso...
Buon lunedì a tutti.
Mi auguro che le partite alle 12.30 per il Palermo finiscano qua. 4 incontri - 4 sconfitte: Brescia-Lazio-Cagliari e in ultimo la Fiorentina.
Un appunto: il Palermo ha giocato bene, la Fiorentina ha avuto la fortuna che è mancata ai rosanero, giocando una partita spettacolare, con Pastore e Ilicic sugli scudi - vedere come hanno confezionato il primo gol dopo 8' -, poi la Fiorentina ha iniziato a macinare gioco per arrivare al meritato pari del primo tempo.
Si ricomincia: Miccoli inventa e Nocerino insacca 2-1, da qui nasce un'altra partita con il Palermo che diverte ma non conclude, e la Fiorentina in affanno.
Ero seduto a tavola per pranzo e dopo aver visto quel che accadeva, ho detto ad un commensale: "Non mi piace... il Palermo deve segnare il terzo gol per essere al sicuro altrimenti..."
Non ricordo altra profezia tanta vera: DORMITA della difesa e pareggio dei viola.
Inizia un'altra partita con i rosanero che si ributtano all'attacco e la Fiorentina che trova il 2-3 con un autogol di Bovo; il carattere dei rosanero li porta ancora in attacco ma in contropiede becchiamo il quarto gol.
Non ci fermiamo ed ad un minuto + recupero dalla fine, Hernandez centra una traversa clamorosa che ci avrebbe portato sul 3-4 con 5' di recupero ma la sfortuna ieri ha voluto che dovessimo perdere.
Il presidente, ho sentito, che ce l'aveva con Rossi e la difesa e questa volta ha avuto ragione. 3 gol su 4 li abbiamo regalati.
Ma siamo sempre li' in alto anzi altissimo. Peccato vincendo saremmo andati in...
Alla prossima cari amici del lunedi.
[A.G.]

PALERMO - FIORENTINA 2-4
PALERMO (4-2-3-1): Sirigu 6, Munoz 5.5 (42' Kasami sv), Andelkovic 5.5, Bovo 5, Balzaretti 6.5, Migliaccio sv (31' pt Acquah 6), Kurtic 5, Nocerino 6.5, Ilicic 5.5, Pastore 6.5, Miccoli 5.5 (32' st Hernandez 6). (99 Benussi, 29 Garcia, 91 Maltese, 92 Ardizzone). All.: D. Rossi 5.5.
FIORENTINA (4-3-2-1): Boruc 6, Comotto 6, Gamberini 6, Camporese 6.5, Pasqual 6, Behrami 6.5, Donadel 6.5, Montolivo 6, Santana 6 (32' st Ljajic 7), Mutu 6 (37' Natali sv), Gilardino 6 (47' Babacar sv). (89 Neto, 29 De Silvestri, 21 D'Agostino, 32 Marchionni). All.: Mihajlovic 7.
Arbitro: Russo di Nola 5.
Reti: nel pt 7' Pastore, 36' Gilardino; nel st 3' Nocerino, 25' Camporese, 33' Bovo aut., 43' Montolivo.
Note: angoli 6-3 per il Palermo. Recupero: 1' e 4'. Ammoniti: Balzaretti, Munoz, Pasqual, Bovo per gioco falloso. Spettatori: 24.571, per un incasso di 367.364 euro.
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Gli applausi dei tifosi della curva nord, alla fine, premiano i giocatori del Palermo, il risultato invece no. I tre punti vanno meritamente alla Fiorentina, che si è imposta 4-2 e che si è dimostrata più solida e compatta. In una sola parola, più squadra. Se non altro per avere ribaltato un punteggio sfavorevole, e su uno dei campi più difficili dell'intera Serie A.
I viola, al termine di una partita molto gradevole, ricca di episodi e di gol, hanno così restituito il ko subito nel match disputato all'andata, al Franchi, dove i rosanero si erano imposti per 2-1. In un colpo solo, il Palermo ha fallito tre obiettivi: l'appuntamento con la terza vittoria consecutiva; l'aggancio alla zona Champions; l'inversione di tendenza contro quella che ormai è divenuta una specie di maledizione domenicale.
Il Palermo, infatti, non riesce a conquistare punti all'ora di pranzo. Nemmeno un pareggio. Tre anticipi disputati alle 12.30, tre sconfitte: contro Brescia (in trasferta), Lazio (in casa), Cagliari (in trasferta) e, oggi, Fiorentina (ancora in casa). A questo punto, l'unico auspicio per i tifosi del Palermo è che la propria squadra non giochi più prima delle altre, casomai solo al sabato. Il confronto del Barbera è preceduto dalle ormai consuete battute un po' velenose e un po' tragicomiche, fra Zamparini e Rossi, il cui connubio sembra ormai in dirittura d'arrivo.
Nonostante le premesse, il Palermo parte al piccolo trotto, subisce nei primissimi minuti la Fiorentina, che invece sembra più in palla, poi si trova improvvisamente in vantaggio con una magia di Pastore. Improvvisamente, la squadra di Rossi allenta la tensione, cala il ritmo, frena, prestando il fianco alle risalite della Fiorentina che, prima del riposo, riacciuffa il pareggio, dopo averlo meritato in virtù di una maggiore supremazia e della costruzione di un paio di azioni pericolose: al 19', con una verticalizzazione Mutu-Gilardino, che mette l'attaccante nelle condizioni di battere a rete, ma Sirigu compie un mezzo miracolo in uscita; e al 43', con un colpo di testa di Behrami che sfiora il palo, su cross dalla destra di Comotto.

Nella ripresa, com'era accaduto anche in avvio di partita, Palermo subito in gol e nuovo copione. La Fiorentina è costretta ad alzare il proprio baricentro e questo permette ai rosanero di sfruttare gli spazi, di ripartire con una certa pericolosità. Non solo Pastore gioca di tacco, ma anche Miccoli che pennella per Nocerino, la cui conclusione al volo (18') viene respinta in tuffo da Boruc. Ancora 2' e Miccoli serve Pastore, da questi per Ilicic che si fa ipnotizzare da Boruc e gli consegna il pallone.
Il Palermo commette l'errore più grosso: non chiude la partita e la Fiorentina che, com'è nel dna del proprio allenatore Mihajlovic, non molla mai, riesce a pareggiare ancora i conti con il giovane Camporese, prima di sfiorare addirittura il vantaggio con Montolivo che, al 29', ruba il pallone a Ilicic e, da oltre 30 metri, timbra il palo alla sinistra di Sirigu.
Rossi inserisce Hernandez per uno spento Miccoli, ma è la Fiorentina a trarre i maggiori benefici dal cambio del proprio allenatore che getta nella mischia Ljajic: il serbo entra a vario titolo in entrambi i gol dei viola che, in una manciata di minuti, azzerano le ambizioni del Palermo ed escono a braccia alzate dal Barbera. Un altro antipasto calcistico indigesto per i tifosi palermitani.


CATANIA - LECCE 3-2

CATANIA (4-3-1-2): Andujar 5.5, Schelotto 6.5, Silvestre 6.5, Spolli 5.5, Capuano sv (19' pt Terlizzi 5.5), Sciacca 6 (17' st Morimoto 6), Ledesma 5, Gomez 6, Ricchiuti 5.5, Llama 5 (1' st Lodi 7.5), Maxi Lopez 6. (1 Kosicky, 18 Augustyn, 5 Carboni, 20 Martinho). All. Simeone 6.
LECCE (4-4-1-1): Rosati 5.5, Donati 5.5 (16' st Rispoli 5), Ferrario 6, Gustavo 6, Brivio 5.5, Munari 7, Vives 6.5 (45' st Corvia sv), Giacomazzi 6, Grossmuller 6 (30' st Mesbah sv), Olivera 6.5, Jeda 6.5. (81 Benassi, 91 Bertolacci, 19 Piatti, 23 Chevanton). All. De Canio 6.
Arbitro: Romeo di Verona 5.5.
Reti: nel pt 46' Silvestre; nel st 9' Jeda, 15' Munari, 35' e 40' Lodi.
Note: angoli 11-2 per il Catania. Recupero: 2' e 4'. Ammoniti: Donati, Rispoli, Maxi Lopez e Olivera per gioco scorretto; Jeda per comportamento non regolamentare. Espulso: Giacomazzi per proteste a gara conclusa. Spettatori: paganti 4.527, abbonati 9.283, incasso 62.444 euro.
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Dall'incubo all'estasi nel giro di cinque minuti. Il Catania spezza l'incantesimo di un 2011 sin qui stregato con un 3-2 da infarto. Ancora a caccia della prima vittoria della gestione Simeone, i rossazzurri giungono a un passo dall'abisso contro il Lecce, ma trovano in Francesco Lodi, ingaggiato nell'ultimo giorno del mercato di gennaio, l'eroe del giorno. Sono due magistrali punizioni dell'ex trequartista del Frosinone, al debutto al Massimino, a capovolgere nel finale l'esito di una partita da mozzare il fiato.
Un incontro giocato sul filo dei nervi dagli etnei, che hanno lottato per 90' con la pressione dovuta all'impossibilità di sbagliare e con un Lecce che nella ripresa ha avuto in mano la gara commettendo però l'imperdonabile errore di non chiuderla quando avrebbe potuto subendo così la rimonta degli avversari, ora a +4 sulla zona retrocessione. L'importanza dei punti in palio condiziona da subito la gara. Il Catania è visibilmente contratto in avvio e stenta a dare fluidità alla manovra, lenta e prevedibile.
Non bastassero le esigenze di classifica, ci si mettono pure gli imprevisti a complicare la vita alla squadra di Simeone. Capuano, sfiorato il gol con una conclusione sotto misura neutralizzata da Rosati, deve lasciare il campo per un problema fisico dopo neppure venti minuti. Il "Cholo" sceglie di rimpiazzarlo sul settore mancino con Terlizzi, un centrale, consegnando maggiore libertà sulla destra a Schelotto, le cui avanzate danno incisività all'offensiva rossazzurra. E proprio l'ex cesenate, autore di un paio di accelerazioni che non trovano sbocco adeguato, ha sul destro la palla buona per sbloccare il risultato, ma la sua conclusione da distanza ravvicinata è debole e permette a Rosati di deviare in angolo.

Il Lecce, partito piuttosto cauto, intuisce le difficoltà dell'avversario e comincia a proporsi in avanti con pericolosità. Andujar salva di piede su Grossmuller, imbeccato da Olivera dopo un errore in disimpegno di Terlizzi, e poi vede sibilare accanto al palo una conclusione di Jeda, liberato al limite da una distrazione di Spolli. Grossmuller ci riprova in conclusione di frazione con un tiro controllato in due tempi dal portiere argentino e poi è Giacomazzi a mancare il bersaglio con un colpo di testa da pochi metri. A una manciata di secondi prima dell'intervallo, arriva il vantaggio del Catania: colpo di testa di Silvestre su punizione di Llama dalla trequarti e palla a fil di palo.
I padroni di casa potrebbero raddoppiare due volte nei primi sei minuti della ripresa, ma Maxi Lopez prima non trova la porta con una rapida girata e poi vede il suo rasoterra bloccato a terra da Rosati. È invece il Lecce a pareggiare i conti: Munari va via sulla destra e crossa per Jeda, che da pochi passi appoggia in rete di testa. Il Catania accusa il colpo, sbanda e incassa il raddoppio al termine di un fraseggio leccese concluso da un tiro di Oliveira che sbatte sul palo e finisce sui piedi di Munari, lesto a ribadire in rete.
Simeone butta nella mischia Morimoto, ma i rossazzurri attaccano senza lucidità e rischiano grosso in difesa. I salentini giungono a un passo da tris in contropiede con Vives, che timbra il palo con un tiro dal limite. Sembra tutto perduto per i padroni di casa, ma non è così.
Il Catania, che aveva già reclamato un rigore per un tocco di mano in area, protesta poco più tardi per un intervento di Rispoli su Gomez che Romeo, dopo qualche esitazione, valuta fuori area: ci pensa Lodi a mettere tutti d'accordo trasformando la punizione dal limite con un perfetto sinistro a giro. Cinque minuti e Lodi si ripete. Altra punizione dal limite, conquistata stavolta da Lopez, e altra magia mancina con palla che s'insacca a fil di palo facendo esplodere d'entusiasmo il Massimino e regalando al Catania tre punti d'oro.

Fonte: Lasiciliaweb Sport

- La classifica di serie A
(Uefa.it)

 

 

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14 febbraio 2011
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