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Lo scalo di Comiso diventa un caso nazionale

Presentato il piano industriale all'Enac, ma manca la copertura finanziaria per il servizio di assistenza al volo

06 giugno 2012

Il presidente della Soaco (Società Aeroporto Comiso) Rosario Dibennardo e il sindaco di Comiso Giuseppe Alfano, hanno consegnato il piano industriale del nuovo aeroporto di Comiso. Ma resta da risolvere la questione relativa alla copertura finanziaria del servizio di assistenza al volo.
"Non possiamo nascondere la difficoltà cui si andrebbe incontro qualora lo Stato non si assumesse gli oneri derivanti dalle spese per l'assistenza al volo - ha detto il sindaco Alfano - la posizione dell'attuale Governo non lascia al momento spazio all'ottimismo. Da quanto riferito, l'orientamento del ministero delle Infrastrutture è di ridurre gli aeroporti italiani inclusi nel contratto di programma di trasporto aereo".Per superare questo problema si stanno valutando opzioni alternative come quella suggerita dall'Enac stesso di integrare il Piano Industriale tenendo conto della possibilità di operare, eventualmente nella fase iniziale, col sistema di informazione sul traffico aereo (Afis) e non di controllo del volo. In questo modo la Soaco potrebbe avviare subito l'aeroporto con costi di gestione molto contenuti rispetto al controllo di torre. Una soluzione tuttavia che non è gradita a molte compagnie aeree.

Intanto il parlamentare regionale Giuseppe Digiacomo (Pd), "visto il silenzio del ministro Passera che gli aveva assicurato tramite il segretario nazionale del Pd, di riceverlo", ha annunciato l'occupazione dell'aeroporto Fiumicino di Roma il 30 giugno. "In quell'occasione chiameremo a raccolta tutte le forze politiche, sociali ed economiche coinvolte in questa battaglia per lo sviluppo del Sud e della Sicilia", ha detto Digiacomo. "Le risposte che si attendevano ieri, dopo la presentazione del piano industriale dell'aeroporto di Comiso all'Enac, non ci sono state. Anzi - prosegue - sostanzialmente lo Stato chiude le porte all'aeroscalo ibleo e conferma la politica vessatoria e antimeridionalista contro la più grande occasione di sviluppo che la Sicilia sud-orientale abbia mai avuto. E allora non rimane altro che proseguire la battaglia". "Risulta evidente dal piano industriale - prosegue Digiacomo - che se la Soaco dovesse accollarsi i costi dei servizi per l'assistenza al volo in sette anni produrrebbe un deficit di 40 milioni di euro, il che vorrebbe dire il fallimento della società. Se invece lo Stato dovesse assorbire i costi in questione, subentrando alla copertura dei 4,5 milioni che la Regione ha già garantito per i primi due anni, entro il terzo anno la società sarebbe in grado di raggiungere il ‘break even'. Il business-plan ha inoltre evidenziato come già al secondo anno di attività e con solo due partner (Alitalia e Ryanair), l'aeroporto di Comiso raggiungerebbe la quota di oltre un milione di passeggeri con l'incremento del prodotto interno lordo di un miliardo di euro. Il che vorrebbe dire un introito per lo Stato di 200/300 milioni di euro l'anno".

Di Giacomo, quindi, attacca: "Non si capisce quindi questo atteggiamento ostile, miope e vessatorio di uno Stato che da un lato rinuncia agli introiti che l'aeroscalo ibleo sarebbe in grado di produrre e dall'altro continua a garantire i servizi di assistenza al volo in aeroporti improduttivi e addirittura, in alcuni casi, già falliti da tempo. Offensiva oltretutto l'idea della gestione in ‘Afis' (cioè senza controllori di volo) perché destinerebbe l'aeroporto ad un traffico residuale (come avviene ad esempio a Crotone o Pantelleria), con quattro/sei movimenti al giorno: cioè un impianto chiuso ancora prima di aprire, giacché nessuna società di gestione con costi fissi altissimi, si arrischierebbe ad implementare l'esercizio della struttura su un presupposto commerciale assolutamente fallimentare". "Quindi - conclude il parlamentare democratico - appare chiaro e lampante che ci sono due pesi e due misure e, in questo contesto, la battaglia per l'aeroporto di Comiso diventa la battaglia per il rilancio di un Sud sempre più penalizzato nei fatti nonostante i continui proclami su programmi di rilancio e sviluppo".

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, SiciliaInformazioni.com]

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06 giugno 2012
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