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Messina e Palermo pari. La A sempre più vicina e per i tifosi è già grande festa

Mentre il Palermo e il Messina sono pronte per passare in A, il Catania rinnovato vince per la seconda volta

24 maggio 2004

MESSINA - PALERMO 1-1
Il Palermo rimane per soli cinque minuti con due piedi in A, poi, a dieci minuti dalla fine, il gol del pareggio lo ritrascina in B, nell'attesa di festeggiare la promozione insieme alla consorella Messina, con cui divide la posta e le posizioni di vertice della classifica.
Dagli spalti giallorossi e rosanero si alza alla fine dell'incontro un solo coro: "torneremo, torneremo, in serie A". Il derby della promozione finisce in pareggio, come da programma, e regala alle due siciliane un nuovo, forse decisivo, passo in avanti verso la massima serie.

La formazione di Francesco Guidolin si porta in vantaggio al 30' della ripresa, ma è raggiunta al 35'. E la festa, per le due squadre appare, comunque, solo rimandata.
E proprio per questo le due squadre che vedono sempre più vicina la promozione hanno preferito non farsi troppo male.
Qualcosa di più avrebbero potuto farla i giallorossi dello Stretto che, invece, si sono fatti imbrigliare dalla ragnatela del Palermo, determinato e ordinato nel pressing, ma anche abile a chiudere le fasce.
È stata una serata di festa sugli spalti, nell'attesa che l'euforia per la conquista di uno storico traguardo (a Messina la A manca da 39 anni, a Palermo da 31) invada le vie delle due città siciliane.
Il primo tempo è da dimenticare, con due squadre attente soprattutto a non farsi male. Le buone nuove, però, arrivano dagli altri campi, dove tutte le big sono sotto di un gol.

Il Messina conferma il 4-4-2 caro al tecnico Bortolo Mutti, il Palermo si adegua, proponendo una fotocopia dello schieramento giallorosso. Guidolin getta nella mischia Pepe, che da oltre sette mesi non giocava fin dall'inizio (solo due le sue presenze nel girone di ritorno), lasciando a riposo Gasbarroni, protagonista della sfida vinta domenica scorsa contro il Vicenza. In attacco c'è spazio anche per Jeda, sostituto dello squalificato Toni, assente assieme a Corini ed Emanuele Filippini. Nel Messina c'è Aronica (un palermitano) al posto di Parisi (un altro palermitano).
Nei primi 45' si assiste ad una non-partita che esalta il risultato senza reti e permette alle due squadre di compiere un piccolo passo avanti in classifica. Unico brivido una conclusione di Mamede al 44', ma Berti riesce a deviare la traiettoria sul palo esterno alla sua sinistra, quindi in angolo.

Sosa e Di Napoli non pungono, la coppia Jeda-Pepe è ancor meno incisiva. Dopo 2' Accardi mette in angolo un cross di Di Napoli e, dopo 7', Sosa manca l' impatto con la sfera a pochi passi da Berti. Al quarto d' ora Pepe calcia altissimo, su suggerimento di Mutarelli, e 3' più tardi Jeda conclude senza grande convinzione fra le braccia di Starari. Al 33' Di Donato salva su Sosa in area e un attimo dopo Fusco manca la sfera da ottima posizione; lo stesso fa Jeda al 42', su cross di Antonio Filippini. Il tiraccio di Mamede chiude il primo tempo.
La ripresa si apre con un brivido per il Messina: è il 4' quando Pepe serve in area Jeda che si gira e conclude sull' incrocio più lontano, mandando il pallone di poco alto. Il Messina risponde al 9', sugli sviluppi di una bella combinazione sulla destra: Zoro serve in verticale Giampà che mette al centro per Sosa, la cui deviazione si stampa sul palo (e sono due). Al 13' prima Mutarelli (su angolo di Filippini) manda fuori di poco, poi Di Napoli calcia alto da pochi passi. Al 20' ci prova al volo Di Donato, ma il pallone finisce di poco alto.
Uno degli ultimi brividi lo regala Rezaei che, al 27', si trova sui piedi la palla della vittoria, ma non inquadra la porta.

Alla mezz'ora il Palermo, con la complicità del portiere Storari, segna la rete che potrebbe valere la Serie A: è Biava, che non può proprio fare a meno di segnare, a portare in vantaggio gli ospiti, con una deviazione di testa a porta vuota, dopo una clamorosa uscita a vuoto del portiere del Messina.
Poco dopo il pareggio del Messina chiude i conti: angolo di Sullo dalla destra e testata vincente di Sosa da centroarea, che fulmina Berti e archivia un derby noioso per il gioco ma festoso per le due tifoserie.

Fonte: Giornale di Sicilia

BARI - CATANIA 1-2
Il Catania ci ha preso gusto. Nella sua versione rinnovata per uomini e modulo, la formazione rossazzurra conquista il secondo successo consecutivo in trasferta in altrettante giornate bissando a Bari la vittoria conquistata sette giorni prima a Napoli. Un'affermazione che alimenta rimpianti per le occasioni perse in precedenza dagli etnei per agganciare il treno promozione.
I pugliesi, in lotta per non retrocedere, possono appellarsi alla sfortuna (ben due traverse colpite e molte occasioni da rete sprecate), ma i catanesi non rubano nulla, offrendo una prestazione attenta, realizzando due gol di buona fattura e difendendo con efficacia la vittoria anche in inferiorità numerica dopo l'espulsione di Giallombardo.

"O programmate o ve ne andate": con questo striscione i tifosi del Catania giunti a Bari hanno salutato l'ingresso dei giocatori etnei dalle balconate del settore ospiti dello stadio San Nicola. Il messaggio era diretto ai dirigenti, che peraltro oggi avevano altro da fare: il presidente Riccardo Gaucci è sceso in campo come giocatore del Perugia impegnato contro l'Arzignano nella finale-scudetto (match di andata) di calcio a cinque (persa dagli umbri per 7-3).

Colantuono e Matricciani confermano il 3-5-2 di Napoli con Terra, Stendardo e Alioui in difesa, Diliso e Giallombardo avanzati sulla fasce accanto ai mediani Montervino, Delvecchio e Behi e la coppia Mascara-Berrettoni in avanti. La strategia di Pillon per superare gli avversari prevede un Bari con in avanti una sola punta (Bruno) ed il fantasista Valdes, mentre a centrocampo l'indisponibilità dell'argentino Markic costringe il tecnico a rispolverare Cordova (apparso fuoriforma ed avulso dalla manovra) al centro del campo.
La formula scelta dall'allenatore trevigiano sembra però troppo prudente e attendista in una partita nella quale i locali avrebbero dovuto imporre il proprio gioco sfruttando le maggiori motivazioni ed il calore di un pubblico numeroso e caloroso come non mai (oltre 20.000 spettatori). De Rosa e compagni cominciano con un avvio convincente: dopo dieci minuti Mora ha un'occasione da gol clamorosa, ma la spreca facendosi ribattere da un difensore la conclusione a porta ormai sguarnita.

Scampato il pericolo, il Catania comincia a guadagnare terreno, riusce a far avanzare il suo baricentro del gioco e si rende anche pericoloso. Il vantaggio arriva nel momento migliore della squadra etnea: il capitano Delvecchio stoppa un pallone rinviato debolmente dalla retroguardia barese e batte Battistini con una gran botta che colpisce la parte interna della traversa.
Il Bari cerca di reagire e prova con Bruno (traversa), alla mezz'ora, a riequilibrare il risultato, ma sul successivo capovolgimento di fronte il Catania colpisce nuovamente: Diliso recupera un pallone e crossa dalla destra per Mascara che - con i centrali baresi immobili - devia in porta di testa in acrobazia.
Pillon inserisce la seconda punta Motta ad inizio ripresa per aumentare la carica offensiva della sua squadra e il Bari colpisce un'altra traversa con una girata di De Rosa in mischia. L'espulsione di Giallombardo per doppia ammonizione dà più sprint ai pugliesi, che al 24' con Motta conquistano un rigore per un intevento di Zoppetti in area: Cordova trasforma spiazzando Mancini.

I pugliesi si lanciano in avanti con molto ardore e poco ordine: i tanti cross per Bruno, Motta e nel finale Lipatin vengono disinnescati senza grandi affanni dalla retroguardia catanese e nel recupero Motta spreca l'ultima occasione per il pareggio. Dopo il fischio finale dell'arbitro, Neqrouz ed altri giocatori del Bari hanno inveito contro Colantuono e contro alcuni giocatori etnei: gli addetti al servizio d'ordine del San Nicola hanno prontamente diviso i contendenti.

Fonte: La Sicilia

La classifica di serie B

Palermo 76 
Livorno, Cagliari 74 
Messina 73 
Atalanta   70 
Fiorentina   69 
Piacenza   67 
Triestina 63 
Ternana, Catania 62 
Torino  56 
Ascoli 55 
Treviso, Vicenza 54 
Napoli, Salernitana   53 
Albinoleffe   52 
Genoa   50 
Venezia   48 
Bari   46 
Verona   44 
Pescara   42 
Avellino   37 
Como 33 

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24 maggio 2004
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