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Nel ''Rapporto sulle priorità infrastrutturali per la Sicilia", presentato da ministro Di Pietro, il Ponte non c'è

18 novembre 2006

Il governo ha deciso che fra le priorità della Sicilia sicuramente, almeno per il momento, non c'è il Ponte sullo Stretto. Ce ne sono altre e numerose e nel  ''Rapporto sulle priorità infrastrutturali per la Sicilia'', messo a punto dal Ministero per le Infrastrutture, e presentato dal suo attuale ministro, Antonio Di Pietro, fra le altre vengono elencate: il completamento dell'autostrada Siracusa-Gela, il raddoppio della Ragusa-Catania, il potenziamento della ferrovia Circumetnea e della linea Palermo-Messina, gli interporti di Catania e Termini Imerese.

Il capitolo del rapporto intitolato ''Sistemi stradali e autostradali'', cita l'ammodernamento della Ss 117 ''Centrale sicula'' nel tratto compreso tra Santo Stefano di Camastra e lo svincolo di Mulinello dell'A19 Palermo-Catania. Il valore complessivo dell'opera è di 720,65 milioni di euro, ancora da finanziare.
Per la tratta Palermo-Lercara Friddi dell'itinerario che dal capoluogo siciliano arriva ad Agrigento, il ministero fa sapere che ''risultano disponibili 420 milioni di euro deliberati dalla giunta regionale'', mentre per il tratto da Lercara Friddi ad Agrigento ''manca del tutto la progettazione''.
Per quanto riguarda l'itinerario Ragusa-Catania, per il raddoppio a quattro corsie della SS 514 e della SS 194, ''il Cipe - si legge nel rapporto del ministero - ha approvato il progetto preliminare. Il costo complessivo dell'intervento è stato quantificato in 1.268,58 milioni di euro''.
Per il completamento della Siracusa-Gela, invece, il costo è stimato in 1.440 milioni di euro, e ''le risorse attualmente disponibili ammontano complessivamente a 449,228 milioni di euro''.
Nel programma delle infrastrutture strategiche per la Sicilia anche l'adeguamento a quattro corsie della SS 640.

Passando ai sistemi ferroviari, il Rapporto del ministero mette in luce che per il potenziamento della Circumetnea ''il costo è di 425 milioni di euro, e tra questi 335 sono ancora da reperire''. Per il completamento della tratta urbana è inoltre necessario il finanziamento della tratta Nesima-Misterbianco Centro.
Il ministero ha inserito tra le priorità anche il raddoppio della linea Messina-Palermo (i lavori saranno eseguiti da Rfi), il potenziamento della Messina-Catania nella tratta Giampilieri-Fiumefreddo, mentre è ancora nelle fasi preliminari la progettazione per velocizzare la linea Palermo-Trapani.
Interamente finanziati i 978 milioni di euro necessari per il nodo di Palermo, che si estende dalle stazioni di Fiumetorto a quella di Cinisi-Punta Raisi. Anche in questo caso si è aggiudicata i lavori Rfi.
Il ''Rapporto sulle priorità infrastrutturali per la Sicilia'', infine, prevede due interporti (Catania per la Sicilia orientale e Termini Imerese per quella occidentale), oltre a interventi sui sistemi idrici, con lavori di rifacimento degli acquedotti di Gela-Aragona, Favara di Burgio e Montescuro Ovest.

Secondo Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, però il documento reso noto da Di Pietro sarebbe poco coraggioso.
''Siamo molto contenti - ha detto Della Seta - che abbia rinunciato definitivamente al progetto del ponte sullo Stretto di Messina e che punti maggiore attenzione sulle infrastrutture urbane. Ma il piano quinquennale presentato dal ministro Di Pietro è un po' troppo appiattito sulla legge obiettivo del suo predecessore, riproponendo l'Alta velocità Torino-Lione, il Mose e le autostrade lombarde, come Pedemontana e Brebemi: insomma non si può certo considerare un programma coraggioso''.
''Non solo Di Pietro, ma tutto il governo, si deve dare un programma fortemente innovativo - ha proseguito il presidente di Legambiente - decidendo di destinare le pur limitate risorse a disposizione a tre obiettivi prioritari e irrinunciabili: il rilancio del trasporto ferroviario regionale, la modernizzazione e messa in sicurezza della rete viaria e ferroviaria esistente e il potenziamento dei collegamenti su ferro nelle regioni meridionali''.
''Nel 2006 in Sicilia su 1450 chilometri di rete ferroviaria, il 50% - ha detto ancora - non è elettrificata e quella a doppio binario non raggiunge il 15%. Per andare in treno da Messina ad Agrigento ci vogliono la bellezza di 5 ore, per arrivare a Trapani ce ne vogliono quasi 6''.

Per il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli, ''l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dovrebbe essere più addolorato per le molte persone che ancora non ricevono l'acqua in Sicilia e per la disastrosa situazione delle infrastrutture ferroviarie, con linee a rotaia singola, che per la cancellazione del ponte sullo Stretto, opera faraonica, inutile, costosissima e dannosa''.
''La Sicilia e la Calabria, l'Italia intera - ha detto infine il Verde Bonelli -, hanno bisogno di ben altre infrastrutture che non il ponte. Le priorità sono difendere il suolo ed il paesaggio, migliorare le vie di comunicazione con strade e ferrovie utili per i cittadini, costruire acquedotti e migliorare la rete idrica. Questi sono gli interventi che servono e che farà il governo dell'Unione. Berlusconi si dolga di quel che avrebbe potuto fare e non ha fatto, non della cancellazione di un'opera costosissima e devastante dal punto di vista ambientale e sociale''.

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18 novembre 2006
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