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Ritornano le Siciliane di A. Palermo e Messina: un pareggio e una sconfitta

Parma-Palermo 1 a 1, Lazio-Messina 1 a 0

29 agosto 2005

PARMA - PALERMO 1-1
Parma (4-4-1-1): Lupatelli 7, Bonera 6, Cardone 5.5, Contini 5.5, Pasquale 6 (39' st Delvecchio sv), Pisanu 6, Grella 5.5, Bolano 5 (24' st Dessena 6), Bresciano 6, Simplicio 5 (1' st Morfeo 6.5), Corradi 6. (7 Bucci, 17 Rossi, 8 Rosina, 18 Dedic). Allenatore: Beretta 6.
Palermo (4-4-2): Guardalben 6 (43' pt Santoni 6), Zaccardo 6, Barzagli 6, Terlizzi 7, Grosso 6.5, Santana 6, Corini 6 (20' st Brienza 6), Barone 5.5, Bonanni 5 (14' st Mutarelli 5.5), Makinwa 6, Caracciolo 5.5. (21 Biava, 81 Ferri, 19 Gonzalez, 9 Pepe). Allenatore: Del Neri 5.5.
Arbitro: Pieri di Lucca 5.5.
Reti: nel pt 36' Terlizzi; nel st 3' Bresciano.
Note: angoli: 8-2 per il Palermo. Recupero: 6' e 3'. Ammoniti: Corradi, Contini e Cardone per gioco scorretto. Spettatori: 13.000 circa.
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Per il secondo anno consecutivo, il Palermo lascia il Tardini con la sensazione di aver lasciato due punti. L'1-1 non è paragonabile alla beffa della scorsa stagione, quando i rosanero in vantaggio di due gol e di due uomini vennero raggiunti sul 3-3 in pieno recupero, ma l'esordio di Del Neri sulla panchina siciliana avrebbe potuto essere molto più 'roseo', e senza la macchia nera di aver dominato per larghi tratti e aver subito gol sull'unico tiro in porta degli avversari.
Sorride di più Beretta, che pure aveva tentato all'inizio una mossa inattesa rivelatasi poi inefficace: l'impiego di Simplicio come trequartista alle spalle dell'unica punta, Corradi, nel ruolo che è di Morfeo. Il brasiliano, che pure ha qualità da vendere, ha però fallito la prova in posizione più avanzata e non è certo un caso che il gol di Bresciano sia arrivato in apertura di ripresa quando proprio Morfeo - accolto da un'ovazione durante il riscaldamento nell'intervallo - ha ripreso in mano le sorti del Parma.

Non ha più Gilardino davanti, ma per una volta è bastato Bresciano, fattosi trovare al posto giusto sul cross di Pasquale (servito proprio da un'apertura del fantasista) per scaraventare in rete la palla del pareggio. E' stata forse l'unica giocata positiva dell'italo-australiano, ma alla fine è risultata preziosissima. Il Palermo, fino ad allora, aveva legittimato il vantaggio con cui aveva chiuso il primo tempo: un bel gol in girata dell'ottimo Terlizzi su punizione dal fondo di Corini e, prima, un incredibile palo a portiere battuto dell'ex Barone (fischiato dalla curva emiliana come un anno fa), servito a due metri dalla porta da Zaccardo, a sua volta liberato da un rimpallo su tiro di Santana.
Il tutto in una complessiva sensazione di maggior autorevolezza in campo benché anche il Parma mostrasse un'organizzazione migliore di quella dello scorso campionato. Corradi, ovviamente, non è uomo gol alla Gilardino e l'essersi trovato da solo non è stato agevole: l'ex valenciano tuttavia si è sbattuto dal primo minuto all'ultimo pur senza mai trovare il guizzo. Semmai è andato vicino al rigore quando, al 24' pt, nell'intervenire di testa su un lancio lungo dalla trequarti è stato travolto da Guardalben in uscita: probabilmente Pieri ha lasciato correre perché Corradi aveva toccato il pallone prima dell'impatto con il numero 99 del Palermo, peraltro infortunatosi e costretto a lasciare il campo prima del finire del tempo (dentro Santoni) non senza aver raccolto applausi dal suo ex pubblico.
Pieri, in una partita senza altri particolari episodi da moviola, ha però gestito in maniera apparentemente discutibile l'uso dei cartellini gialli, specie a cavallo della prima mezz'ora, quando in campo sono volate scintille e anche qualcosina di più. Nella ripresa è stato tuttavia Lupatelli a dover lavorare, e tanto, mentre a Santoni va ascritta solo un'uscita in presa alta. L'ex portiere di Chievo e Fiorentina si è salvato prima su Santana (5', liberato in area da uno svarione di Grella) e poi su Barone, volando a sventare la sua staffilata dal limite.

Infine ha dovuto allungarsi anche su una conclusione di Caracciolo, liberato da un errato disimpegno (il secondo in pochi minuti) di uno stremato Bolano, che non a caso di lì a poco ha lasciato spazio al baby Dessena. Del Neri, invece, al 20' della ripresa aveva stranamente rinunciato al suo totem Corini (per Brienza) e ridisegnando il centrocampo con Mutarelli. I cambi non sono bastati, e le deviazioni aeree di Terlizzi (ancora lui al 35') e di Zaccardo (al 2' di recupero) su traversoni dell'ottimo Grosso sono finite alte sulla traversa. Il Parma inizia con un pareggio interno che pare significativo, mentre Del Neri può lavorare altri 15 giorni per forgiare una rosa che - pur senza più Toni - è costruita per una stagione con vista sull'Europa.


LAZIO - MESSINA 1-0
Lazio (4-4-2): Peruzzi 6, Oddo 6.5, Cribari 6, Stendardo 6, Zauri 6, Behrami 5.5 (10' st, Manfredini 6), Firmani 6, Dabo 6, Cesar 5.5, Pandev 6.5 (22' st, Di Canio 5.5), Rocchi 5.5 (43' st, Muzzi sv) (33 Sereni, 7 Belleri, 5 Piccolo, 3 Baronio). All. D. Rossi 6.5.
Messina (4-2-3-1): Caglioni 5.5, Zoro 5, Rezaei 5, Zanchi 5.5, Aronica 5.5, Giampà 6, Mamede 6 (8' st, Di Napoli 5.5), Donati 5, Sculli 5.5 (28' st, Iliev sv), D'Agostino 5.5 (33' st, Muslimovic sv), Zampagna 6 (1 Storari, 27 Fusco, 4 Cristante, 13 Yanagisawa). All.: Mutti 5.5.
Arbitro: Dondarini di Finale Emilia 6.
Reti: nel pt, 21' Pandev.
Note: angoli: 10 a 6 per il Messina. Recupero: 2' e 5'. Ammoniti: Mamede per gioco scorretto, Dabò e Oddo per gioco pericoloso. Spettatori: 23.000.
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La fortuna dell'esordiente, o meglio il coraggio di lasciare in panchina l'uomo simbolo della sua nuova squadra, Paolo Di Canio, e giocare la carta Pandev. La prima giornata dà subito ragione a Delio Rossi: il neo tecnico della Lazio bagna con un successo in casa con il Messina la gara inaugurale in serie A. Lo aveva detto alla vigilia che voleva cominciare bene, e ci è riuscito.
E senza pensare di fare scelte impopolari da subito, lasciando in panchina la colonna portante di una Lazio che non può concorrere con le big. Pochi rinforzi, tutti giovani, nessun nome di grido, solo i vecchi come Peruzzi tra i pali, una garanzia, e Di Canio davanti, bandiera e cuore soprattutto del popolo biancoceleste. Che oggi però non era quello delle grandi occasioni all'Olimpico: colpa della fine estate, dei nuovi provvedimenti sulla sicurezza negli stadi, o di una squadra che si presenta al via senza ambizioni da grandi.
I pochi però si sono fatti sentire: tre forti esplosioni nel corso della partita contravvengono alla nuova normativa federale che vieta scoppi di ogni tipo in tribuna. Comunque la partita di Di Canio comincia in panchina, anzi sotto la Curva Nord, luogo prediletto dall'attaccante romano: lì dove da sempre è il beniamino, ha deciso di mettersi durante il minuto di raccoglimento in omaggio a Giuliano Fiorni, l'ex giocatore della Lazio scomparso recentemente. Un lungo applauso, e la squadra che ha giocato con il lutto al braccio.

Prima i fischi e qualche sfottò all'indirizzo del presidente, accusato dalla curva di aver fatto una campagna acquisti un po' sparagnina. Claudio Lotito in tribuna incassa e abbozza un sorriso. Applausi e cori di incoraggiamento, già prima del fischio d'inizio di Dondarini, erano invece arrivati a Rossi: e il tecnico, che ha masticato nervosamente la gomma per tutti i 90', li ha ripagati con una vittoria che apre bene la stagione.
Giusta l'intuizione di far partire Pandev dal primo minuto: il macedone firma infatti la vittoria biancoceleste già al 22' del primo tempo, raccogliendo l'assist lungo da centrocampo di Oddo. La scelta premia il tecnico, che lascia Pandev in campo fino ai primi dieci minuti della ripresa: poi entra Di Canio, ma l'attaccante non fa molto e spreca anche l'occasione per chiudere il risultato sul 2-0, calciando male un'ottima palla passata da Rocchi.
Esordio che non ha lasciato il segno invece quello di Behrami: il kosovaro alla fine non ha nememno gradito ha sostituzione chiamata da Rossi. Il Messina ci ha provato e anche il pareggio non sarebbe stato ingiusto. Soprattutto nel primo tempo, quando Zauri (uno dei migliori della difesa biancoceleste, bene anche Stendardo all'esordio e Oddo, se resta) ha dovuto salvare diverse palle insidiose. Ma la squadra di Bortolo Mutti non è più la rivelazione della passata stagione, capace di chiudere con un settimo posto e annusare la zona Uefa.

E' cambiato poco, di nuovo c'è Sculli, oggi tutt'altro che incisivo, ma è da meno di un mese che il club di Franza ha la certezza della permanenza in A. L'estate calda a colpi di ricorsi e tribunali ha pesato sul lavoro dei giallorossi siciliani. In campo, solo davanti come unica punta, il solito Zampagna: 12 gol nella passata stagione, oggi potrebbe essere stata la sua ultima partita con il Messina, che in avvio aveva illuminato con una rovesciata ben raccolta da Peruzzi.
L'attaccante vuole tornare a Terni, per la sua famiglia. Mutti prova nel finale anche l'ultimo arrivato di casa, Muslimovic: pochi minuti di gioco, nemmeno un allenamento con il gruppo alle spalle. Ma il campionato è appena cominciato: la Lazio di Rossi parte con la grinta giusta.

Cori razzisti all'Olimpico per il giocatore del Messina Zoro e a fine partita Lotito entra negli spogliatoi per scusarsi a nome della Lazio. Il difensore del Messina più volte si è lamentato con l'arbitro per i 'buù che gli venivano rivolti dai tifosi biancocelesti, tant'è che il compagno di squadra Aronica lo ha rassicurato più volte cercando di calmarlo.
''A fine partita l'ho dovuto spingere dentro gli spogliatoi - ha raccontato Aronica -, anche perché era talmente scosso che poteva fare gesti plateali che potevano esasperare gli animi ancora di più. L'unica cosa che non capisco è perché una tifoseria debba fare cori razzisti quando all'interno della stessa squadra per cui fanno il tifo ci sono giocatori di colore. Tutto ciò è stupido''.
Conclude il presidente del Messina Franza che ha spiegato: "Ci sono stati degli insulti di tipo razziale nei confronti di Zoro e lui, poi, è molto sensibile a tutto ciò. Per fortuna a fine partita Claudio (Lotito, ndr) è entrato negli spogliatoi per chiedere scusa a Zoro a nome della Lazio''.

Fonte: La Sicilia, 28 agosto 2005

La classifica di serie A

Inter 
Roma 
Fiorentina 
Livorno 
Juventus 
Udinese 
Lazio 
Siena 
Parma 
PALERMO  1 
Milan 
Ascoli 
Chievo 
MESSINA  0
Empoli 
Sampdoria 
Cagliari 
Lecce 
Reggina 
Treviso 

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29 agosto 2005
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