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Un imprenditore pellegrino, da Belpasso al Molise per fare un'impresa

18 settembre 2002
Vi raccontiamo la storia di un imprenditore siciliano che ad un certo punto della sua vita ha deciso di oltrepassare lo Stretto e trasferirsi altrove, perchè nella sua terra (nella nostra terra) non c'erano più le condizioni ambientali indispensabili per continuare a fare serenamente il suo lavoro e dare occupazione.

E' la storia di Filippo Coniglio, fondatore e amministratore delegato della Cte elettronica, che da Belpasso è andato fino in Molise per ricostituire la propria impresa.

Aveva iniziato oltre vent'anni fa realizzando impianti per le discoteche e simili, riuscendo a mettere in piedi una piccola azienda; quindi il salto, dal profano delle discoteche al "sacro".
Il Coniglio inizia ad occuparsi d'impianti di sonorizzazione per le chiese, prima lavorando per il parroco del paese, poi allargando il mercato alle altre regioni.

Nell'87 gli si aprono le porte del Vaticano per la nuova amplificazione della Basilica di San Pietro, dove realizza sei impianti di diffusione sonora.
La sua piccola azienda produce e cresce sempre più.

Il suo fatturato lievita e raggiunge cifre a nove zeri.
Tutto bene, dunque, ma perchè‚ a quel punto è andato via dalla Sicilia?

Perchè‚ purtroppo a Belpasso, pur essendo rinomata per l'apparizione mariana (e per i torroncini), era difficile aspettarsi miracoli sotto forma di commesse.

Il fondatore della Cte elettronica decide dunque di sbaraccare e con moglie e figli lascia l'Isola: destinazione Molise, dove nel '91 trasferisce la produzione.

Pur dovendo ricominciare da capo, nel Molise tutto si profila molto più semplice, anche per quel che riguarda le pratiche burocratiche.
Ottenuto subito un finanziamento di 500 milioni dalla Finmolise, costruisce il nuovo stabilimento in provincia di Isernia.

Il Coniglio amplia ulteriormente l'offerta di prodotti e servizi per diversificare e incrementare la sua clientela. Parte della produzione della sua azienda la indirizza sugli antifurto e sui sistemi di telecomunicazione e informatica. Ma il settore ecclesiastico resta, comunque, lo zoccolo duro.

Tra il clero annovera ben 6.200 clienti e per le chiese ha finora realizzato quindicimila impianti.
Negli ultimi undici anni ha perfino varcato i confini della penisola lavorando in Polonia, Albania e Libano.
Adesso ha ventidue dipendenti, una quarantina di collaboratori disseminati in tutta l'Italia e cerca nuovo personale.

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18 settembre 2002
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