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"Provo vergogna e dolore"

Benedetto XVI in visita a Malta ha incontrato alcune vittime maltesi di preti pedofili

19 aprile 2010

Benedetto XVI, ieri in visita nell'isola di Malta, ha celebrato la messa nel piazzale dei Granai, a Floriana. Oltre 40 mila le persone che hanno affollato la piazza. Molti gli striscioni di benvenuto e le bandiere, mentre non è stato visto alcun segno delle contestazioni legate al tema della pedofilia che erano state ventilate da alcuni settori prima dell'arrivo del pontefice.
Durante la sua omelia Papa Ratzinger ha difeso la sua Chiesa puntando tutto sulla "divina misericordia" per guarire "ferite spirituali, le ferite del peccato". Poi ha incontrato otto vittime maltesi di preti pedofili.
Il Santo Padre, si legge nel bollettino pubblicato sul sito ufficiale della Santa Sede, "è rimasto profondamente commosso dalle loro storie e ha espresso la sua vergogna e il suo dolore per quanto le vittime e le loro famiglie hanno sofferto. Il Papa ha pregato con loro ed ha assicurato che la Chiesa sta facendo e continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere per investigare sulle accuse e assicurare alla giustizia i responsabili degli abusi e per migliorare le misure volte a proteggere i giovani in futuro". L'incontro tra il Papa e le otto persone vittime dei preti pedofili sembra essere stato particolarmente toccante. Una delle vittime ha raccontato: "Il Papa ha pianto con noi".

In mattinata durante la messa, Benedetto XVI ha detto: "Molte voci cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere", ma "se poniamo la nostra fiducia nel Signore e seguiamo i suoi insegnamenti, raccoglieremo sempre grandi frutti". Il Pontefice ha poi sottolineato "il bisogno della divina misericordia per guarire le ferite del peccato". "Si è tentati di pensare che l'odierna tecnologia avanzata possa rispondere ad ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono - ha proseguito il Pontefice -. Ma non è così. In ogni momento della nostra vita dipendiamo interamente da Dio, nel quale viviamo, ci muoviamo ed abbiamo la nostra esistenza".
Quindi si è rivolto direttamente ai sacerdoti presenti, ricordando che la loro missione è "veramente un servizio alla gioia, alla gioia di Dio che brama irrompere nel mondo", missione che si deve ispirare all'esempio di "umiltà, bontà, mitezza e generosità", ha detto il Pontefice, "di Dun Ġorg, profondamente dedito alla preghiera e con la passione di comunicare le verità del vangelo". [Adnkronos/Ing]

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19 aprile 2010
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