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Anche Obama chiede a Mubarak di andarsene

Il discorso del presidente egiziano non è piaciuto a nessuno. Deve solo, e subito, dimettersi

02 febbraio 2011

Ieri, in piazza Tahrir, al Cairo, sono scesi due milioni di manifestanti per chiedere le dimissioni del presidente Hosni Mubarak.
''Piazza Tahrir - ha affermato un missionario - è piena. La folla si accalca e si respira una certa tensione, anche perché se dovesse verificarsi un evento che costringesse la gente a scappare, diverse persone rischierebbero di morire schiacciate”. "I dimostranti procedono con ordine, gridano i consueti slogan per chiedere la democrazia” ha aggiunto. Poi ha sottolineato ”'il senso civico dimostrato dalla maggior parte dei manifestanti. E' vero che vi sono stati dei morti e dei saccheggi, ma il Cairo è stata abbandonata a se stessa dalle autorità per almeno una settimana, e la gente si è organizzata per far comunque funzionare i servizi e assicurare un minimo di ordine".
Nel cielo un elicottero dell'esercito egiziano ha lanciato dei volantini ai manifestanti radunati nella piazza, invitando alla calma e al mantenimento dell'ordine, garantendo che "l'esercito resta dalla parte del popolo". Una moschea che si trova in piazza Tahrir è stata trasformata in un ospedale di fortuna.

Il presidente Hosni Mubarak "ha tempo fino a venerdì per lasciare il Paese ed evitare uno spargimento inutile di sangue". E' questo l'ultimatum lanciato dal leader dell'opposizione egiziana, Mohammed ElBaradei, tramite la tv satellitare 'al-Arabiya'. "Quella di venerdì sarà la giornata della sua cacciata - ha affermato - speriamo che l'esercito faccia come quello tunisino, che ha detto a Ben Ali di andarsene". Ma “se Mubarak non impara la lezione - ha aggiunto - ha al massimo fino a venerdì per lasciare il paese e permetterci di avviare il dialogo tra le forze politiche egiziane".

Ieri sera, al termine dell'ottavo giorno di protesta, la tv di Stato egiziana ha trasmesso l’atteso discorso televisivo di Mubarak. "Non avevo intenzione di candidarmi alle prossime elezioni'' ha detto il presidente egiziano nel corso del discorso. La decisone, secondo Mubarak, non avrebbe nulla a che vedere con la mobilitazione del Paese contro di lui. "Lavorerò nei mesi che restano per assicurare misure per la transizione del potere - ha poi aggiunto - Chiedo alle due camere del Parlamento di discutere degli articoli 76 e 77 della Costituzione e di emendare le regole relative alla candidatura e al termine del mandato presidenziale”. E ha poi affermato che chiederà al Parlamento di “assicurare la partecipazione di tutte le forze politiche” al processo politico e di voler avviare da subito la riforma della legge elettorale.
“Quanto avvenuto nei giorni scorsi - ha sottolineato Mubarak - ci obbliga a scegliere tra ordine e caos. Per questo ho formato un nuovo governo con priorità nuove, ho incaricato il vice presidente di avviare un dialogo con tutte le forze politiche per discutere di riforme e riportare la stabilità nel Paese”. Tuttavia “ci sono forze politiche che hanno detto 'no' al dialogo, seguendo un'agenda politica che fa l'interesse di altri”. Parlando dei disordini dei giorni scorsi, il presidente ha denunciato che "ci sono state manifestazioni aizzate da forze politiche che hanno provocato violenze, incendi, blocchi stradali e attacchi a sedi diplomatiche”, sottolieando come “le manifestazioni siano sfociate in azioni spiacevoli”.
Mubarak ha affermato poi che "la nazione è stata sottoposta a un esame difficile" e che "onesti cittadini hanno esercitato il loro diritto", scendendo in piazza a manifestare, ma "le loro manifestazioni sono state controllate e manipolate da forze politiche" che non hanno a cuore "la stabilità del Paese". Per questo, ha detto, le proteste sono degenerate in atti di violenza.
L'Egitto, se ne è detto certo Mubarak, "uscirà più fiducioso e stabile" dalla crisi di questi giorni. "Mi sono battuto a lungo per l'Egitto e sarà la storia a giudicarmi", ha aggiunto in conclusione del suo messaggio.

Mentre il capo di stato egiziano parlava, la tv araba 'al-Jazeera', ha trasmesso in sottofondo le grida di gioia della folla radunata da questa mattina in piazza Tahrir al Cairo. ''Mubarak vattene'' è stata la risposta dei manifestanti ai quali non è piaciuto il discorso del presidente. I dimostranti chiedono inoltre che il presidente venga “portato in tribunale”. I manifestanti hanno assicurato che resteranno in piazza fin quando Mubarak non abbandonerà il palazzo presidenziale.
Intanto i Fratelli Musulmani, attraverso il loro portavoce, Mohammed Mursi, hanno bocciato l'intervento dell'anziano presidente, sottolineando come “non soddisfi nessuna richiesta” della popolazione. Le parole di Mubarak, secondo Mursi, sono arrivate troppo tardi. Anche il movimento giovanile del '6 aprile' ha bocciato il discorso del presidente egiziano. “Continueremo a manifestare - ha detto un portavoce del gruppo dal Cairo - fin quando non verranno soddisfatte le nostre richieste, soprattutto la domanda di dimissioni di Mubarak e del suo governo”.

Obama duro con Mubarak: "La transizione cominci ora" - "La transizione cominci ora": non è stato un appello, è stato un ordine quello che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dato oggi da Washington al presidente dell'Egitto, Hosni Mubarak. In un intervento attesissimo, e durato solo quattro minuti, Obama ha pesato con estrema cautela ogni singola parola della sua dichiarazione. Ma nei confronti di Mubarak è stato chiarissimo: il suo discorso televisivo per quanto importante non è stato sufficiente, e gli Stati Uniti si aspettano che "la transizione cominci ora, subito". "Anche il presidente Mubarak ha riconosciuto che lo status quo (in Egitto) non è sostenibile e che serve un cambiamento - ha affermato Obama -. Per l'Egitto si è aperto un capitolo nuovo", Mubarak deve prenderne atto e garantire "subito" una transizione ordinata e pacifica. Per gli Usa non è una questione di mesi, come lasciato intendere da Mubarak nel suo intervento, è una questione di settimane, di giorni.
Obama aveva seguito il discorso di Mubarak dalla Situation Room della Casa Bianca, dove aveva convocato una riunione speciale del suo consiglio di sicurezza per valutare la situazione in Egitto, presente tra gli altri il segretario di Stato, Hillary Clinton. Dopo aver assistito al discorso di Mubarak, Obama ha avuto con lui un discorso di mezz'ora. Poi si è presentato in tv, e ha parlato in primo luogo all'America, ma ben consapevole che il suo pubblico in quel momento non era solo l'Egitto, ma l'intero Medio oriente. Il presidente Usa non ha riferito cosa i due leader si siano detti. Ma ha riferito che "lo stesso Mubarak ha riconosciuto che lo staus quo non è sostenibile e che serve un cambiamento". L'unica via d'uscita per lui è una iniziativa "immediata". Non spetta agli Stati Uniti indicare quale "il cambiamento" possa essere, ha precisato Obama. Ma di certo deve essere chiaro a tutti, tanto all'Egitto quanto a tutto il Medio Oriente, che gli Stati Uniti sono schierati a difesa "di tutti i diritti universali" e contro i violenti.
Obama si è congratulato per la professionalità dimostrata finora dall'esercito egiziano, e ha auspicato che "continui così". Poi ha così concluso: "ai tanti giovani che sono in piazza in Egitto in questi giorni vorrei dire che noi americani ascoltiamo la vostra voce".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

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02 febbraio 2011
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