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Gli sfollati della crisi

Negli Stati Uniti d'America nascono sempre più tendopoli, attorno e dentro le città

02 aprile 2009

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama sa perfettamente che la crisi alla quale è chiamato a rispondere il mondo intero, è la peggiore abbattutasi a livello internazionale dal secondo dopoguerra. A Londra per il G20, in una conferenza stampa accanto al padrone di casa Gordon Brown, Obama ha parlato di assoluto bisogno di coesione fra i Paesi, di assoluta unità di intenti. L'America, dunque, da sola difficilmente può farcela, così come tante altre nazioni. Converebbe un po' a tutti, allora, trovare una comunione di intenti. Sì perché, si sa, l'unione fa la forza, ma nell'unione degli Stati americani sembra che la proverbiale "superpotenza" ormai sia solo un ricordo del passato. Lo si vede anche nella nascita continua e numerosa di tendopoli attorno e dentro le città. Sì perché oggi sempre più persone vivono in una tenda, o in una baracca, nel Paese più ricco del mondo.

Ed è proprio questa la surreale realtà per molti americani, diventati 'sfollati della crisi economica': famiglie che vivevano in una casa come tutti fino a quando l'impossibilità di pagare la rata del mutuo schizzata alle stelle o un licenziamento improvviso hanno infranto il sogno americano.
La crisi economica che ha investito gli Stati Uniti mostra così i suoi segni anche nel panorama urbano delle piccole e grandi città d'America, sempre più costellate da quelle che vengono chiamate 'tend cities', accampamenti di fortuna di piccole tende igloo in parchi, parcheggi o sotto i ponti. Il fenomeno è arrivato sotto i riflettori dei media, con i principali network - tra cui l'Oprah Winfrey Show - che si collegano con queste novelle 'shantytowns', le baraccopoli della Grande Depressione.
Delle tendopoli ha parlato Barack Obama nell'ultima conferenza alla Casa Bianca. Il presidente, ad una domanda diretta, ha detto che "è inaccettabile che vi siano bambini e famiglie senza tetto sulla loro testa in un Paese ricco come il nostro", denunciando anche che il tasso degli homeless è più alto tra le famiglie dei reduci della guerra. Obama ha promesso aiuti agli Stati per affrontare l'emergenze e soprattutto di "fare in modo che i genitori dei bambini senza tetto abbiano un lavoro".

Intanto la stampa americana ha cominciato a deliniare la mappa delle 'tend cities' d'America. Non solo a New York e Los Angeles, dove gli accampamenti di homeless sono da sempre parte del panorama urbano, sottolinea il 'New York Times', ma anche nei posti più disparati come Nashville, Olympia, nello stato di Washington, St.Petersburg, in Florida. Anche nel centro di Seattle è sorta una tendopoli dove vive un centinaio di persone: è stata battezzata Nickelsville, con un omaggio certamente poco gradito al sindaco della città Greg Nickles. E nel centro di Sacramento, capitale della California, sorge - in effetti da cinque anni, ricorda l'Huffington Post - una tend city, diventata famosa solo ora dopo che Oprah le ha dedicato uno speciale del suo popolarissimo show che ha acceso i riflettori, e l'interesse dei network, su questo fenomeno. Alla fine però i 125 abitanti della tendopoli - una popolazione che si è quadruplicata nell'ultimo anno secondo il portavoce del sindaco - si sono un po' infastiditi della sovraesposizione mediatica.
L'attenzione dei media deve aver preoccupato ancora di più Arnold Schwarzenegger che nei giorni scorsi ha ordinato il trasferimento degli sfollati in una struttura fieristica, la Cal Expo, per i prossimi tre mesi. "Insieme ai governi locali e ai volontari intraprendiamo il primo passo per garantire alle persone un posto sicuro dove vivere, con acqua corrente ed accesso ai servizi" ha detto il governatore dello Stato con il più alto numero di pignoramenti - dovuto anche al fatto che sono state vendute moltissime case con i famigerati mutui suprime - e un tasso di disoccupazione superiore al 10%. Schwarzy si è poi impegnato a trovare "una soluzione permanente per gli abitanti della tendopoli".

Anche un'altra città californiana, Fresno, sta conoscendo un aumento del numero degli homeless, che le autorità cittadine ora stimano intorno a duemila in tre tendopoli che sorgono vicino al centro e altri piccoli accampamenti lungo le autostrade. A New Jack City - dove l'amministrazione cittadina ha installato i wc portatili e istituito un servizio di guardie di sicurezza - c'è anche il 'quartiere ispanico', chiamato Taco Flats dai residenti, in gran parte latinos arrivati, prima della crisi e della siccità, nella cittadina californiana per lavorare nell'agricoltura. Tra loro, racconta ancora il NYT, Guillermo Flores, 32 anni, che da otto mesi cerca lavoro e riesce a fare solo 5-10 dollari al giorno riciclando lattine e vive in una baracca che si è costruito. Vive invece in una macchina Sean Langer, 42enne che ha perso il suo lavoro da camionista a dicembre, si legge sempre nel reportage del Times.
"Le tendopoli non sono una novità negli Stati Uniti, la povertà non è una novità in America dove qualcuno vivrà sempre in rifugi improvvisati che ci sia o non ci sia la recessione" ricorda l'Huffington Post. Il popolare sito liberal, che ha dedicato la sua apertura alle tend cities, però sottolinea che da quando ha chiesto ai propri lettori di dare informazioni riguardo a tendopoli nella loro zona di residenza, sono arrivate notizie di "decine di comunità improvvisate in tutto il Paese da Olympia, nello Stato di Washington, a Camden, in New Jersey".
Ancora non si può parlare di nuove Hooverville - come venivano chiamate dal nome del presidente Herbert Hoover le baraccopoli della Grande Depressione - non solo ci sono assegni di disoccupazione e buoni pasto per poveri, ma anche, conclude amaro il Post, perché "i bisnonni non avevano a disposizone un bene ora di consumo: i camper, dove vedremo vivere le famiglie della middle class prima di vederle in massa in tendopoli". [Adnkronos]

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02 aprile 2009
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