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Il costo della libertà e della democrazia

In Siria e nello Yemen ancora manifestazioni e scontri e tra popolo e regime

02 aprile 2011

Il “vento di libertà e democrazia” spira forte anche in Siria e Yemen dove le rispettive popolazioni stanno subendo la repressione dei governi che proprio non vogliono saperne di essere destituiti.

La situazione in Siria - Sarebbero almeno 10 le persone morte negli scontri avvenuti ieri tra manifestanti e polizia in diverse città della Siria. Lo riferisce la tv satellitare Al Arabiya. Si tratta di notizie non confermate da fonti ufficiali a causa della censura imposta dal regime siriano sulle proteste in corso.
Manifestazioni contro il presidente Bashar al-Assad sono avvenute a Daraa, nella periferia di Damasco, a Latakia, ad al-Qamishli nel nord, nella città costiera di Baniyas, a Hassakeh nel nordest del paese e ad Amuda.

A Latakia, dove è stato scandito lo slogan "popolo ed esercito uniti in un'unica mano", si è tenuta la manifestazione più imponente, come documentano i filmati diffusi dai siti dell'opposizione libica. "A Damasco c'è un forte dispiegamento delle forze di sicurezza nei pressi delle moschee principali, all'interno delle quali, secondo alcune notizie, vi sono bloccati gli oppositori", è la testimonianza del corrispondente della Bbc in Siria. "In una di queste moschee - ha precisato il corrispondente - (gli oppositori, ndr) stanno lanciando slogan come 'chi uccide il suo popolo è un traditore' e 'siamo tutti siriani', per smentire gli annunci del governo secondo cui c'è il rischio di violenze settarie".
A Douma  le forze di sicurezza siriane avrebbero arrestato oltre 150 manifestanti antigovernativi e per disperdere la folla sarebbero stati sparati lacrimogeni. Lo ha riferito sul social network 'Twitter' un attivista dell'opposizione siriana, chiamato Mohammad_Syria. La notizia è stata pubblicato sul sito d'informazione NowSyria, ma non è stata confermata da nessuna fonte ufficiale. Secondo un altro attivista, FreeSoria, le forze di sicurezza sarebbero dispiegate in modo massiccio nella zona di Moddamiyah a Damasco, mentre ci sarebbero proteste nel quartiere di Barzeh, sempre nella capitale siriana. Alcuni testimoni citati dalla Bbc hanno confermato la notizia degli arresti e hanno inoltre riferito che gli agenti hanno bloccato l'ingresso all'ospedale. In un video pubblicato dagli attivisti siriani su Facebook e YouTube, si vedono i manifestanti di Douma correre lungo una strada, mentre si sentono alcuni colpi di arma da fuoco. Nella didascalia del video si legge che tra i manifestanti si conterebbero tre ''martiri''.
Almeno 320 manifestanti sarebbero stati invece arrestati a Deir el-Zor, nella Siria orientale, mentre nella città domina il “caos”. Lo riferisce l'agenzia di stampa Dpa, citando la pagina di Facebook del movimento Youth Syria for Freedom. Secondo notizie non confermate, riportate sulla pagina del gruppo sul social network, in città i manifestanti sarebbero stati attaccati da persone armate di coltelli.
In Siria il regime baathista è al potere da quasi mezzo secolo e la famiglia presidenziale al Assad è ai vertici del sistema da 40 anni.

La situazione nello Yemen - Pro e contro Ali Abdallah Saleh; il popolo yemenita si spacca di fronte all’ultima offerta del presidente: restare al potere con un governo di transizione fino alle prossime elezioni.
Il fronte dei ribelli anti-Saleh ha rifiutato la proposta ed ha invaso di nuovo le vie di Sanaa per ribadire il suo ‘no’ al regime che lo scorso 18 marzo ha represso nel sangue la rivolta per il cambiamento nel paese arabo, uccidendo 52 manifestanti.
Ma le forze pro regime hanno organizzato la propria contro-manifestazione a sostegno di un governo autoritario al potere da 32 anni e che, sebbene sull’orlo del collasso, resta un simbolo della miopia dei regimi mediorientali: Saleh aveva promesso alla comunità internazionale e ai propri cittadini di lasciare il potere, ma dagli eventi sembra che non sarà lui a decidere. Le forze di opposizione hanno promesso di scendere in piazza ogni venerdì dopo la preghiera sino a quando Saleh non se ne sarà andato.

A dare notizia della nuova offerta di Saleh una fonte dell'opposizione. Ali Abullah Saleh ha lanciato la sua proposta durante un vertice, ieri sera, con Mohammed al-Yadoumi, leader del partito islamico Islah. E' la prima volta che Saleh si incontra con un membro di Islah, un tempo partner di governo, ha detto un portavoce dell'opposizione.
"L'opposizione potrebbe scegliere il capo di governo e ci sarebbero elezioni parlamentari entro la fine dell'anno", ha riferito la fonte in merito all'offerta di Saleh, aggiungendo che l'opposizione sta ancora riflettendo sulla proposta.
Settimane di proteste da parte di migliaia di yemeniti, a Sanaa e in altre città, hanno portato il governo di Saleh quasi al collasso, ma gli Usa e l'Arabia Saudita, finanziatore chiave dello Yemen, sono preoccupati per chi potrebbe succedere al loro alleato.
Saleh, infatti, è stato a lungo visto come un baluardo contro l'ala yemenita di al Qaeda, in un paese che molti vedono vicino alla disintegrazione.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, EuroNews.net, Reuters.it]

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02 aprile 2011
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