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Il parlamento iraniano rimane in mano ai conservatori di Ahmadinejad, mentre l'Ue boccia le elezioni

17 marzo 2008

I conservatori hanno annunciato ieri di avere vinto le elezioni parlamentari in Iran, anche se la nuova legislatura potrebbe dare qualche preoccupazione al presidente Mahmoud Ahmadinejad in vista della sfida per il rinnovo del suo mandato nel 2009.
I riformisti, rivali del presidente conservatore, hanno cercato di capitalizzare sul malcontento generato dalla pesante inflazione, che contraddistingue l'economia del quarto produttore mondiale di petrolio, ma a molti dei nomi più di spicco è stato impedito di partecipare alle elezioni svolte venerdì scorso.

Fino a ieri i risultati, ancora parziali, indicavano che i conservatori fedeli agli ideali della rivoluzione islamica avevano ottenuto 163 seggi contro i 40 vinti dai riformisti, su un totale di 290 seggi.
"Più del 70% dei seggi in parlamento sono dei conservatori", ha detto Shahabeddin Sadr, candidato conservatore probabilmente destinato a vincere un seggio nella capitale, dove lo spoglio non è ancora stato completato ma i pronostici vedono i fondamentalisti in netto vantaggio. "E' un grande onore che la gente ci accordi nuovamente la sua fiducia", ha aggiunto.
Il ministro degli Interni ha detto che il risultato definitivo della votazione potrebbe tardare fino a domani.
Quanto all'affluenza, secondo il ministero degli Interni dovrebbe attestarsi attorno al 60%, migliorando quindi di una decina di punti percentuali il dato di quattro anni fa.

Anche un Parlamento dominato dai conservatori, però, potrebbe rivelarsi critico nei confronti di Ahmadinejad in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno, a causa delle manovre economiche volute dal presidente e a cui viene data la colpa del rapido aumento dell'inflazione, ora arrivata al 19%. Sia i riformisti che alcuni fra i conservatori più pragmatici, infatti, accusano le politiche di sussidi e prestiti - attuate dal presidente e finanziate con i ricavati della vendita del petrolio - di aver portato ad una crescita abnorme dell'inflazione.

Intanto l'Unione europea ha bocciato il voto in Iran, è ha espresso "profonda preoccupazione" per elezioni legislative che non sono state, come si legge in comunicato diffuso dalla presidenza di turno slovena, "né libere né eque".

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17 marzo 2008
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