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L'ex presidente ivoriano Laurent Gbagbo è stato arrestato

Il presidente uscente della Costa D'Avorio è stato arrestato dalle forze del rivale Ouattara

12 aprile 2011

Il presidente ivoriano uscente, Laurent Gbagbo, è stato arrestato dalle truppe del suo rivale Alassane Ouattara, il presidente riconosciuto dalla comunità internazionale. La notizia è stata riportata dal sito internet del francese 'Le Figaro'. In un primo momento si era diffusa la notizia che Gbagbo era stato arrrestato dalle truppe speciali francesi della missione 'Licorne'.
La residenza presidenziale di Abidjan, capitale commerciale della Costa d'Avorio, dove Gbagbo si era asserragliato è stata semidistrutta, dopo che l'altro ieri è stata attaccata da elicotteri dell'Onu e la Francia. L'attacco contro Gbagbo, che si rifiutava di cedere il potere, è stato autorizzato dall'Onu. Secondo quanto hanno riferito le Nazioni Unite, l'ordine di attacco è partito dopo che dal bunker di Gbagbo sono partiti colpi di artiglieria pesante diretti contro il Golf Hotel dove si trovano uffici dell'Onu e il quartier generale di Ouattara. Le forze di Ouattara hanno praticamente conquistato il controllo del paese africano e di gran parte di Abidjan.
Secondo le notizie che giungono da Abidjan, dopo l'arresto Gbagbo è stato condotto, insieme alla moglie Simone e al figlio, al quartier generale di Ouattara. Lo ha precisato l'ambasciatore francese ad Abidjan, Jean-Marc Simon, smentendo che l'arresto sia stato eseguito dalle forze speciali francesi, come riferito in precedenza. In serata, l'ex presidente è apparso sulla Tci, la tv dei sostenitori di Ouattara, e ha rivolto un appello ai suoi affinché fermino le armi. Sempre in tv Alassane Ouattara, ha annunciato l'avvio di "una procedura giudiziaria contro Gbagbo, sua moglie" e i suoi collaboratori. Ed ha aggiunto che "sono state prese tutte le misure" necessarie a garantire "la loro integrità fisica".


Laurent Gbagbo e Alassane Ouattara

Rimangono tuttavia poco chiare le circostanze che hanno portato all'arresto dell'ex leader. I numerosi tentativi di arrivare ad un accordo per la sua resa, nelle ultime settimane, non sono andati a buon fine. Da parte francese è stato precisato che le forze speciali francesi non sono mai penetrate nella residenza, ma che Gbagbo "si è arreso alle forze repubblicane di Ouattara poco dopo le 15:00", 13:00 ora locale. A chi lo stava prelevando ha detto: "Non uccidetemi".
Il ministero della difesa francese, citato da Le Monde, ha detto che le forze di Ouattara hanno operato l'arresto con il sostegno della missione Onu e di quella francese Licorne. Mezzi blindati francesi e Onu erano infatti stati dispiegati lungo la strada che conduce alla residenza di Gbagbo.
Da Parigi, la presidenza francese aveva sottolineato in precedenza che "l'intervento militare è stato richiesto dall'Onu per proteggere la popolazione" e che la missione della Francia "non è quella di deporre Gbagbo per via militare". Il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha confermato di aver chiesto l'attacco e ha ribadito le accuse del palazzo di vetro nei confronti di Gbagbo, che la scorsa settimana "ha riunito le sue forze e ha dispiegato nuovamente l'artiglieria pesante". Dopo la notizia dell'arresto di Gbagbo, Ouattara ha avuto una lunga telefonata con il presidente francese Nicolas Sarkozy.

Per il primo ministro di Ouattara, Guillaume Soro, "è la fine di un incubo". Ora l'ex leader verrà processato dalla magistratura della Costa D'Avorio, ha riferito l'ambasciatore Onu del paese africano, Youssoufou Bamba, confermando che il presidente che si è rifiutato di cedere il potere si trova in stato d'arresto e assicurando che "è in buona salute". Da Londra è stato lanciato un appello perché Gbagbo venga trattato con rispetto. "Gbagbo ha agito, negli ultimi mesi, contro tutti i principi democratici", ha spiegato il ministro degli Esteri britannico William Hague, sottolineando però che è indispensabile che "venga trattato con rispetto" e che venga sottoposto a regolare processo.
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è riunito per consultazioni sul futuro della Costa D'Avorio e da Palazzo di Vetro Alain Leroy, il capo del dipartimento Onu per il peacekeeping, ha detto che spetterà ad Ouattara decidere cosa fare con Gbagbo. La sua incolumità e quella della moglie sono garantite da gendarmi Onu, che piantonano le stanze dove l'ex leader e la moglie sono tenuti in custodia.
La Francia non nasconde la propria soddisfazione, dichiarando che l'arresto di Gbagbo porterà al Paese la pace e un nuovo sviluppo economico, come ha dichiarato il ministro dell'interno Claude Gueant.
Per il segretario di Stato americano Hillary Clinton, la cattura dell'ex leader manda un chiaro segnale a tutti i dittarori, che "non possono ignorare la volontà del popolo espressa attraverso le elezioni". Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è detto soddisfatto per l'arresto di Gbagbo, e ha rivolto un appello alle milizie perché depongano le armi. Per Obama, l'arresto di Gbagbo "rappresenta una vittoria per la volontà democratica del popolo ivoriano".

Gli scontri fra le forze fedeli al leader uscente e quelle di Alassane Ouattara, vincitore delle ultime elezioni presidenziali di novembre e sostenuto dalla comunità internazionale ma considerato da Gbagbo un usurpatore, hanno provocato migliaia di vittime nel Paese e una situazione umanitaria tragica, come hanno denunciato diverse organizzazioni umanitarie. Negli ultimi quattro mesi è esplosa una vera e propria guerra civile che ha causato milioni di profughi.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

 

 

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12 aprile 2011
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