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La Germania della cancelliera Angela Merkel adesso pensa ai ''campi di rieducazione'' per i criminali stranieri

07 gennaio 2008

“Sarebbe opportuno, che la legge tedesca iniziasse ad utilizzare il massimo rigore contro i giovani criminali stranieri. E sarebbe opportuno, se e ove necessario, rinchiuderli in campi di rieducazione chiusi e strettamente sorvegliati”.
E' questa la proposta-shock fatta nelle scorse settimane da una parte della Cdu tedesca, il partito, per intenderci, della cancelliera Angela Merkel.
La proprosta arriva dal governatore dello Stato dell'Assia (lo stato- regione di Francoforte nel quale si svolgeranno imminenti elezioni) Roland Koch, esponente dell'ala ultraconservatrice della Cdu. "Il tema della criminalità straniera non può essere sempre un tabù", ha detto. "Non può certo essere un tabù solo perché nel Bundesland (lo Stato della Federazione) da me guidato, l'Assia, e in altri Stati, ci troviamo in campagna elettorale". Quindi, giù con le richieste di linea dura: punizioni esemplari, espulsioni, sorveglianza. "Koch ha il pieno appoggio del partito intero", ha detto il segretario generale della Cdu, Ronald Pofalla. "La criminalità straniera in Germania è stata troppo a lungo un tabù, invece deve essere considerata come un problema reale". Ancora più duro il capogruppo parlamentare, Volker Kauder. Il problema della delinquenza giovanile straniera e specie extracomunitaria, ha detto rincarando la dose, è reale, grave e quotidiano. “Per cui - ha aggiunto - occorre pensare ad affrontare mali estremi con estremi rimedi. Pensiamo per esempio - ha sottolineato - a creare campi di rieducazione per i giovani stranieri violenti e criminali”. Secondo Kauder ci vogliono dei "warnschuesse", cioè dei colpi d'avvertimento, e misure radicali di educazione, insomma è opportuno pensare ai campi di rieducazione. Vale a dire, a strutture di reclusione chiuse, con duri e chiari principi pedagogici.

L'espressione ''campi di rieducazione'', francamente fa tremare. Così all'inizio i nazisti definirono il loro universo concentrazionario, mentre il principio di rieducare con la violenza reclusiva spezzando animi e fisico, fu quello di Himmler nel Terzo Reich. Insomma, un'espressione che evoca il terribile passato nazista della Germania.
Fino a qualche settimana fa il silenzio della Cancelleria sembrava l'algida risposta di fronte ad un gigantesco imbarazzo, nei giorni scorsi però Angela Merkel ha appoggiato la proposta dicendosi d'accordo con quanti chiedono misure più restrittive per combattere la violenza perpetrata da teenager, a loro avviso trattati con troppa generosità dalla magistratura. La "prudente" Merkel, dunque, ha scelto di rispondere all'ondata di gravi atti di violenza da parte di giovani criminali stranieri che sembra vivere ultimamente la Germania, e lo ha fatto spostandosi verso quell'ala destra della Cdu, che temendo insuccessi nelle elezioni regionali in più Stati l'anno prossimo, ha scelto di sposare la linea più ultrà, sfidando principi e norme dell'Europa.

Sicuri che la cancelliera avrebbe preso le distanze dalle proposte di Roland Koch, i socialdemocratici e la chiesa protestante le hanno definite a gran voce “populiste e xenofobe”. “E' inaccettabile - aveva detto il vicecancelliere socialdemocratico, il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier - . Le proposte di Koch e compagnia bella sono il populismo più brutale, che i politici conservatori si occupino piuttosto del grande, vero problema: ai giovani stranieri poveri e ai loro figli la nostra società e la nostra scuola non offrono alcuna vera possibilità di integrazione".
Ora, però, hanno avuto l'inaspettata batosta dalla Merkel, persona apprezzata proprio per la moderazione, e amata molto più dal Paese che non dai “falchi” del suo partito.

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07 gennaio 2008
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