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Situazione critica in Iraq: le milizie sciite dell'imam radicale Moqtada al-Sadr hanno assunto il pieno controllo di Nassiriya

29 marzo 2008

E' di circa 300 morti il bilancio complessivo provvisorio dei combattimenti che ieri, per il quinto giorno consecutivo, si susseguono in varie città dell'Iraq fra le forze di sicurezza irachene, appoggiate dai militari Usa, e varie milizie sciite. Nel primo pomeriggio di ieri fonti ospedaliere parlavano di almeno 133 cadaveri ritrovati finora e di almeno 647 feriti nella sola Baghdad, dove i combattimenti sono concentrati soprattutto nel grande sobborgo sciita di Sadr City. Le fonti dicono che gli ospedali sono sovraffollati. Il totale dei morti a Bassora, città petrolifera a maggioranza sciita del sud, è salito ad almeno 23.  

I combattimenti, scoppiati martedì scorso a Bassora tra le forze di sicurezza irachene e guerriglieri del cosiddetto Esercito del Mahdi, la milizia personale dell'imam radicale sciita Moqtada al-Sadr, si sono presto estesi a Nassiriya. A Bagdad è stato attaccato con colpi di mortaio anche l'ufficio del vicepresidente iracheno Tareq al-Hashemi, nella blindatissima "Green Zone".
Malgrado il coprifuoco a tempo indeterminato in vigore da tre giorni, la scorsa notte gli uomini di Sadr sono passati all'offensiva, ingaggiando furibondi scontri con i governativi che, stando a fonti del ministero dell'Interno, sono già costati almeno una ventina di morti e decine di feriti.
I ribelli sciiti hanno attaccato diversi commissariati e alla fine sono prevalsi sugli avversari, assumendo il pieno controllo di Nassiriya, città fino al 1 dicembre 2006 sotto il controllo delle truppe italiane.
Fonti giornalistiche sul posto hanno riferito di aver visto il centro urbano occupato da miliziani armati di mitragliatrici e lancia-granate. La polizia si sarebbe asserragliata all'interno di caserme e uffici, incapace di passare al contrattacco. I ribelli si sono impadroniti anche di Shatra, una quarantina di chilometri più a nord rispetto al capoluogo, appunto Nassiriya.

Sempre ieri, il leader radicale sciita Muqtada al Sadr, ha invocato una "soluzione pacifica e politica" alle violenze che oppongono i suoi miliziani alle truppe di Baghdad in molte città irachene. "Moqtada Sadr ha lanciato un appello per una soluzione pacifica e politica della crisi per evitare che il sangue sia versato'', ha detto un portavoce del giovane leader radicale. La dichiarazione è stata distribuita a tutti gli uffici del movimento sadrista del Paese, secondo i responsabili dell'organizzazione a Najaf.

La scorsa notta l'aviazione americana è entrata in azione con i bombardieri e gli elicotteri. Due le missioni notturne a Bassora, con bombe 'made in Usa' (sono fonti del Governo di Londra a precisarlo: gli aerei britannici hanno solo fornito appoggio a quelli statunitensi) sganciate sulle postazioni dei ribelli. E un missile sparato ieri prima dell'alba a Sadr City, la roccaforte sciita di Baghdad.
Nel secondo caso, reso noto dal portavoce del contingente statunitense, il fuoco americano ha provocato con certezza vittime: 4 miliziani uccisi; secondo fonti ospedaliere e della polizia irachena, si tratta di civili e il numero delle vittime è superiore di almeno un'unità.

Intanto, il coprifuoco imposto dalle autorità irachene nella Capitale è previsto fino alle 5.00 (le 3.00 italiane) di domani. “Vogliamo proteggere i civili”, ha dichiarato il generale Qassim Mussawi, portavoce delle forze di sicurezza irachene a Baghdad. Il coprifuoco a Baghdad è totale: divieto di circolare per le strade anche ai pedoni, salvo autorizzazioni specifiche. Segnale evidente della criticità della situazione in città, che si evince anche dalla proroga data ai miliziani di Sadr per la consegna delle armi, infatti se l'altro ieri il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki Maliki aveva dato ai militanti 72 ore per arrendersi, ieri ha esteso la scandenza all'8 aprile prossimo.

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29 marzo 2008
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