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"È un attacco all'autonomia siciliana"

L'impugnativa di buona parte della Finanziaria siciliana, mette a rischio 40 mila stipendi

25 gennaio 2014

L'impugnativa di buona parte della Finanziaria da parte commissario dello Stato (ha cassato 33 articoli su 50) ha "bloccato" 500 milioni di euro, spostandoli in un fondo a salvaguardia dei residui attivi (crediti difficilmente esigibili), lasciando senza copertura finanziaria le leggi di rifinanziamento della spesa, con 30-40 mila dipendenti di enti, teatri, consorzi e associazioni che non potranno ricevere stipendi.
Il governo Crocetta, dunque, chiede aiuto a Palazzo Chigi. L'assessore regionale all'Economia Luca Bianchi, infatti, ha già preso contatti a Roma col ministero del Tesoro e col dicastero degli Affari regionali "per dimostrare carte alla mano l'infondatezza dell'impugnativa". "Stiamo facendo i conti, non sappiamo ancora con esattezza quante sono le persone coinvolte, la situazione è complessa", ha affermato Bianchi.

L’assessore Bianchi non ha poi nascosto né lo stupore, né tanto meno l’indignazione nei confronti della decisione del Commissario dello Stato, Carmelo Aronica. "L'impugnativa della Finanziaria è totalmente spiazzante e anche poco coerente al suo interno. Con un'anomala interpretazione vengono cancellate tutte le norme di nuove spese, anche se molte non sono nuove spese, a partire dai forestali". "Contesto nel merito tecnicamente l'impugnativa che interviene sulla dimensione dei tagli - dice ancora Bianchi - che il Commissario ritiene insufficienti sulla base di una motivazione non supportata. Questo è il secondo anno in cui ci sono tagli sostanziosi. Lo stupore è totale, quest'impugnativa è sbagliata nel merito dei contenuti. Vogliamo vedere gli atti dell'istruttoria che hanno portato all'impugnativa perché è stata fatta un'operazione quasi punitiva rispetto a un sentiero di risanamento. L'impugnativa non risolve nessun problema, anzi rischia di pregiudicare il lavoro di risanamento fatto. E poi entra indiscriminatamente su spese socialmente rilevanti. Non c'è nessuna osservazione sul sistema di accantonamenti, quindi non si giudica l'impugnativa a pioggia come è stato fatto".
Infine, Bianchi ribadisce: "Quella del commissario dello Stato è una impugnativa talebana, la smonteremo rigo per rigo. Siamo pronti a presentare una manovra di variazione, intanto pubblichiamo quella senza le parti impugnate. Proprio quando il governo ha fatto una vera operazione di risanamento dei conti, arriva un intervento così ingiustificato da parte del commissario".

Durissimo l’attacco del presidente della Regione, Rosario Crocetta. "Sono veramente indignato perché questo è un attacco all'autonomia siciliana, in Sicilia è in atto un attentato all'ordine sociale da parte dello Stato", ha detto il governatore Crocetta. "La sera prima dell'approvazione della manovra finanziaria avevo parlato con il ministro Saccomanni e col ministro Del Rio, non c'erano problemi. Avevamo anche le note dei ministeri del Tesoro, degli Affari regionali e della Coesione con un giudizio positivo sulle entrate previste nella legge di stabilità. L'impugnativa del commissario dello Stato è inspiegabile".
Il presidente ha anche sostenuto che in Sicilia "bisognerebbe costituire l'Alta corte e abolire la figura del Commissario dello Stato". "Non può scoprire la presenza dei forestali nel 2014. Lo doveva scoprire 20 anni fa; come non può scoprire adesso che la società Resais ha 3.600 dipendenti, l'avrebbe dovuto scoprire quando dava parere positivo alle assunzioni".

Il governatore ha aggiunto: "Con questa impugnativa, il commissario dello Stato ci dice che dobbiamo chiudere i musei, i teatri pubblici, che dobbiamo abbandonare i disabili, i ciechi, i sordi, le persone disagiate". "Il commissario Carmelo Aronica è colpevole di gravissimi omessi controlli commessi fino a due anni fa e ora si ripulisce la coscienza con un pronunciamento che vuole scaricare sul mio governo i disastri del passato - ha lamentato Crocetta - Io non ci sto. Non è che il commissario si salva la coscienza rispetto alle omissioni degli anni passati, cominciando ora a fare il rigorista sociale e mandando al massacro i poveri?". "Il commissario dello Stato non ha mai tutelato la Sicilia. Perché fino al 2012 ha permesso l'assunzione in società della Regione di migliaia di persone di aziende in crisi? Perché fino al 2012 ha permesso che si allargassero le maglie del precariato? Perché ha concesso l'erogazione di denaro pubblico sotto forma clientelare?". "Da questa impugnativa emerge la rottura storica del patto sociale Stato-Regione siciliana nel '46 - conclude Crocetta -. Se fosse accaduto in Lombardia, Bossi avrebbe organizzato un referendum per la secessione e sarebbe stato applaudito dalla classe dirigente".

Il prefetto Aronica ha contrattaccato alle accuse di Crocetta e Bianchi. "Il presidente Crocetta si ricordi che è responsabile dell'ordine pubblico, l'assessore Bianchi sapeva cosa c'era nella manovra". ''Impugnativa assassina? Io ho fatto il mio dovere e lo rifarei. Probabilmente è una questione di temperamento, ma attenti alle parole. Io sono sereno", ha detto Aronica a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Si ricordi - ha aggiunto ribadendo - che è ancora responsabile dell'ordine pubblico. Questa norma dello Statuto non è stata ancora abrogata".
Il Commissario dello Stato respinge anche le accuse di una 'censura politica': "Forse qualcuno scorda che abbiamo impugnato 80 norme della finanziaria di Lombardo nel 2012. Gli attacchi li metto nel conto, ma non li temo. Solo si rifletta prima di dire certe cose".
All’assessore Bianchi, infine, Aronica ha replicato così: "Bianchi sa bene cosa c'è in questa manovra e come è stata fatta". Ma ha detto Crocetta di averlo incontrato fino al giorno prima sulla manovra: "Gli uffici - è la risposta - hanno sempre segnalato i punti di criticità che erano chiari".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it]

- Al limite dell'assassinio della Sicilia (Guidasicilia.it, 24/01/14)

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25 gennaio 2014
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