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240 mila euro l'anno

I vertici dell'Assemblea regionale siciliana puntano, per gli stipendi, ad un tetto massimo di 240mila euro

04 giugno 2014

A Palazzo dei Normanni si è svolto il secondo incontro dei componenti del tavolo tecnico sul contenimento della spesa e sull'introduzione di un tetto agli stipendi di dipendenti e funzionari dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Alla riunione convocata dal deputato questore Paolo Ruggirello, delegato dalla Presidenza dell'Ars, hanno partecipato i rappresentanti sindacali delle diverse categorie che lavorano al Parlamento regionale.
Ruggirello ha presentato ai sindacati una prima bozza di piano di riduzione degli stipendi, che prevede un tetto massimo equiparato a quello stabilito dal governo nazionale, cioè 240 mila euro annui: cifra superiore a quella indicata dal governo regionale per i nuovi contratti dei dipendenti della Regione, che è pari a 160 mila euro.

Nella bozza presentata da Ruggirello sono previsti una serie di tetti di stipendio per le diverse categorie di lavoratori dell'Ars. I sindacati avranno alcuni giorni per valutare la proposta, il tavolo si riunirà di nuovo la prossima settimana.
Il tema del tetto degli stipendi e della riduzione dei costi all'Ars è anche al centro di un incontro che si tiene oggi fra il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, Paolo Ruggirello e i segretari regionali di Cgil Cisl e Uil. Dopo l'incontro Ardizzone e Ruggirello terranno una conferenza stampa nella quale si imprimerà un'accelerazione, probabilmente decisiva, alla trattativa sindacale.

Dunque, il limite, per i consiglieri parlamentari, sarà quello di 240 mila euro lordi annui. A seguire gli stenografi (200 mila), i segretari (145 mila), i coadiutori (110 mila) e gli assistenti (92 mila euro). Unica eccezione dovrebbe essere fatta per il segretario generale, la figura di vertice dell'amministrazione, che percepirebbe un'indennità speciale pari al dieci per cento dello stipendio del "semplice" consigliere parlamentare.
Quest'intesa, se confermata, comporterà una sensibile riduzione dei compensi dei dipendenti dell'Ars, oggi equiparati a quelli del Senato.
Ma se da un lato il presidente dell'Ars fa calare la scure sugli stipendi dei dipendenti per il futuro, dall'altro salva i grand commis più anziani e benestanti. La proposta che si va a concretizzare, infatti, contiene una clausola di fuoriuscita: chi lascia l'amministrazione entro un anno mantiene il superstipendio e il "maturato contributivo". Significa che conserva pure il diritto a una pensione d'oro. Pare sia la norma grazie alla quale Ardizzone ha trovato il lasciapassare dei pezzi da novanta dell'amministrazione.

Rimane aperta la questione della trasparenza. Da tempo, da più parti politiche, vengono richiesti all'amministrazione i dati sullo stipendio dell'attuale segretario generale Sebastiano Di Bella (che si aggirerebbe sui 500 mila euro lordi) e sulla pensione del suo predecessore, Giovanni Tomasello, andato in quiescenza nello scorso ottobre a 57 anni. Quei dati, però, rimangono top secret, per una questione di privacy che fa a pugni con la doverosa pubblicità dell'impiego di risorse pubbliche.

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, Repubblica/Palermo.it]

- Vitalizi, stipendi d'oro e manovrine (Guidasicilia.it, 29/05/14)

- "Adesso tocca all'Ars" (Guidasicilia.it, 29/05/14)

- Sul tetto agli stipendi dell'Ars (Guidasicilia.it, 02/06/14)

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04 giugno 2014
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