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Ad un anno di governo Crocetta...

... all'Ars si vota per la fiducia. Oggi è lo "SfiduciaDay" promosso dal M5S

29 ottobre 2013

Oggi, esattamente nel giorno che segna il suo primo anno da presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta è chiamato ad affrontare all’Ars la discussione e il voto sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle e da altri quattro deputati tra Lista Musumeci e Pdl.
In realtà è difficile che il governo guidato dall’ex sindaco di Gela possa essere messo in minoranza, dal momento che Crocetta può contare almeno sui 46 voti necessari a mantenere la carica.
Contrari alla mozione voteranno certamente il Megafono, partito-branca del Pd fondato dallo stesso governatore, l'Udc e i Drs.
Per quanto riguarda il Pd, nel corso dell’ultima direzione regionale si è votato il ritiro del sostegno a Crocetta, ma oggi in Aula interverrà contro la mozione il capogruppo dei democratici, Baldo Gucciardi, per cercare di trovare una sintesi tra due posizioni che nelle scorse settimane si sono sempre più allontanate.

Nessun dubbio, ovviamente, per gli autori della mozione, Movimento 5 Stelle e Lista Musumeci; mentre appare più incerta la posizione del Pdl che deciderà solo all’ultimo minuto la strategia da seguire.
Sabato e domenica scorsi in diverse piazze siciliane, gazebi, banchetti informativi e volantini a 5 Stelle hanno illustrato le motivazioni della mozione anti-Crocetta che si vota oggi. Ai cittadini, gli attivisti hanno consegnato materiale che illustra il percorso che ha portato la base del Movimento a chiedere la sfiducia al governatore, bravissimo nei proclami, molto meno ad affrontare e a risolvere i veri problemi della regione. Il là alla mozione presentata dai deputati 5 Stelle è arrivato tramite una votazione on line degli attivisti del Movimento, i cui risultati hanno fatto registrare percentuali bulgare: oltre il 90 per cento dei votanti infatti si è espresso per la rimozione del presidente.

Nonostante la mobilitazione dei grillini, i gruppi di opposizione restano divisi. Se i deputati del Pds-Mpa andranno in ordine sparso, il Pid-Grande Sud annuncia di voler ascoltare il governatore in aula prima di decidere come votare: "Confermiamo il nostro atteggiamento di opposizione responsabile, accettando il confronto sui contenuti", ha detto il capogruppo Toto Cordaro, che esclude l'ipotesi di abbandonare l'aula.
Al voto di oggi Crocetta arriva dopo aver ricompattato la sua maggioranza all'indomani della crisi sancita dalla direzione regionale del Pd. Il governatore ha partecipato alla riunione del gruppo dei democratici all'Ars, mentre Antonello Cracolici, uno dei leader della fronda, è stato eletto presidente della commissione Affari istituzionali.
Contro la sfiducia voterà anche l'Udc, che aveva già bocciato la mozione con le parole del ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Alia: "Mi sembra difficile che passi e sicuramente non siamo interessati".

"Sono molto sereno - diceva ieri il governatore -, in questo primo anno di governo so di avere lavorato per il bene della Sicilia e dei siciliani. Il Parlamento è libero di fare le proprie scelte, certo è che se passa l'idea 'sfascista' il prezzo per i siciliani sarà altissimo, ma anche per la politica che segnerà l'ennesimo atto di rottura con i cittadini".
Crocetta ha detto di aver letto il testo della mozione, ritenendolo "immotivato". "Scrivere che faccio chiacchiere sulla legalità è incredibile e nessuno può dire che questo primo anno di governo l'ho trascorso senza lavorare", ha affermato il governatore, che pur riconoscendo l'autonomia del Parlamento ha aggiunto: "Trovo singolare che chi viene eletto da popolo possa essere sfiduciato dalla politica". "Sarebbe più corretto - ha proseguito - lasciare giudicare ai cittadini".

Per Crocetta l'assenza di un governo, dovuta all'eventuale voto favorevole dell'aula alla sfiducia, "avrebbe effetti devastanti per la Sicilia". Il presidente della Regione ha citato "la spesa dei fondi comunitari, gli appalti per le opere pubbliche, le migliaia di precari, la programmazione dei fondi Ue 2014-2020". "La conseguenze sarebbe quella di far precipitare una situazione che nei fatti - ha affermato - ha aperto nuove speranze per i siciliani e che ha dato credibilità alla nostra Regione a livello nazionale e internazionale, come recentemente confermato dalle Agenzie di rating". Quindi un messaggio al parlamento: "Governiamo insieme, ma questo non significa allargare il governo ad altre forze politiche, ma intendersi sulle cose da fare".

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29 ottobre 2013
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