Al ballottaggio!
Nel Palermitano, Termini Imerese, Bagheria e Monreale tornano alle urne l'8 e il 9 giugno
Domenica, dentro le urne elettorali gli italiani non hanno votato solamente per chi mandare al Parlamento europeo. In molti, infatti, hanno votato anche per le amministrative: sono andati al voto complessivamente 4.098 comuni, di cui 3.901 appartenenti a regioni ordinarie e 197 a regioni a statuto speciale.
In Sicilia si è votato per il rinnovamento di 37 amministrazioni comunali. Di questi 37 noi ci occuperemo di tre grandi comuni del Palermitano nei quali si tornerà alle urne l’8 e il 9 giugno per il ballottaggio. I tre comuni in questione sono: Termini Imerese, Monreale e Bagheria. A contendersi la nomina di primo cittadino saranno in ordine: l’uscente Salvatore Burrafato (Pd) contro l’outsider Agostino Moscato; Pietro Capizzi (Pd) e Alberto Arcidiacono, presidente uscente del consiglio comunale di Monreale; i giovani bagheresi Patrizio Cinque, del Movimento 5 Stelle, e Daniele Vella del centrosinistra.
Nei tre comuni, ovviamente, parte adesso il valzer del secondo turno con gli apparentamenti che potrebbero ribaltare i pronostici. Il voto locale segue sempre logiche tutte sue e non è detto che rispecchi le alleanze cui si assiste a livello nazionale, regionale o dei comuni più importanti.
A Termini Imerese Salvatore Burrafato ha sfiorato "l’impresa" fermandosi al 48%. Una corazzata, quella del sindaco, composta da otto liste (tra cui Articolo 4, Megafono e Ncd, oltre al Pd) che però non è riuscita nel colpaccio di vincere al primo turno. A sfidarlo è l’outsider ambientalista, Agostino Moscato (31,04%), che conta sull’appoggio di Sel ma anche su pezzi importanti del centrodestra. Delusione per il grillino Luigi Sunseri, andato poco oltre il 17%.
Anche a Monreale i pentastellati sono rimasti al palo (Fabio Costantini arrivato solo al 7%), così come l’uscente Filippo Di Matteo. Al ballottaggio vanno Pietro Capizzi (45%) sostenuto dal Pd e da due liste civiche, e Alberto Arcidiacono, presidente uscente del consiglio comunale sostenuto da un’anomala alleanza che va da Ncd al Megafono, passando per Drs (24%).
Ma è a Bagheria che si svolgerà la sfida più avvincente per tutta una serie di motivi. Primo fra tutti l’età dei due candidati (28 Patrizio Cinque, 32 Daniele Vella); poi il fatto che Bagheria si trova commissariata - dopo la sfiducia all’ex sindaco Vincenzo Lo Meo - e in una situazione economico-finaziaria a dir poco disastrosa. Dei giorni scorsi, infatti, la dichiarazione di dissesto.
Tra i due il migliore risultato l’ha ottenuto Patrizio Cinque con 4.651 voti, per Vella 4.195 le preferenze.
Foto tratta dal sito www.lavocedibagheria.it
"Il dato è ottimo" ha detto Daniele Vella a fine scrutinio, che si è ritrovato nel corso principale della cittadina per festeggiare insieme allo sfidante. "Questo risultato è il lavoro che abbiamo fatto e ringrazio tutti i bagherese che hanno votato, a prescindere dal sindaco che hanno votato. Questo è un segnala forte per la democrazia in questa città. Il dato di Bagheria è in linea con il voto nazionale" ha concluso Vella
Soddisfatto anche Patrizio Cinque che, fuori dalla politica tradizionale, ha esordito alla grande insieme al Movimento 5 stelle. "Ringrazio coloro che mi hanno votato - ha detto Cinque -. Adesso bisognerà fare un ulteriore sforzo, decidendo fra chi ha governato in passato e chi non ha contratto nessun debito con la città".
Insomma, tra una decina di giorni i bagheresi dovranno tornare alle urne e decidere chi dovrà impegnarsi (molto, moltissimo) a riportare alla normalità quella che un tempo veniva chiamata la "Città delle Ville" e che per colpa della mala amministrazione, negli anni, si è trasformata nella "Città della munnizza", "Città delle buche", "Città dell’abusivismo", "Città del malaffare".