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C'è chi dice no …

Sono ormai centinaia i militari israeliani che rifiutano l'occupazione dei territori palestinesi

07 agosto 2002
Grandi manifesti appaiono sui muri delle maggiori città in Israele.

Vi si espone in prima persona David Zonshein, il fondatore del movimento Seruv, il movimento del rifiuto a prestare servizio militare nei territori palestinesi occupati.

Il movimento, dice, deve fare un passo decisivo in avanti, ora che ha raggiunto 468 firmatari e non è ancora riuscito a determinare il cambiamento della politica di occupazione israeliana nei territori palestinesi.

Il movimento è arrivato qualche settimana fa a 467 firme (http://www.seruv.org.il), poi è sceso a 466 e si è fermato per un paio di settimane. Negli ultimi giorni ha ricominciato a crescere. Intanto decine dei protagonisti sono stati in prigione, ciascuno 4 o 5 settimane. Queste pene vengono inflitte in un processo amministrativo in cui il refusnik, accusato di rifiutare di obbedire, non può presentare le sue ragioni, né parlare in pubblico, né avere un difensore.
E però in cambio la sentenza non può andare oltre le 5 settimane (per volta).

David Zonshein ha deciso di andare oltre, e quando è stato chiamato al servizio nei territori occupati il 13 giugno, ha rifiutato, è stato condannato alle solite 5 settimane di prigione militare, ma ha insistito per un processo pieno, in corte marziale. L'esercito glielo rifiutato, e l'ha spedito in prigione. David ha fatto ricorso alla Corte di cassazione, insistendo sul suo diritto di affrontare la corte marziale. La Cassazione non ha ancora emesso la sentenza, ma intanto ha ordinato la scarcerazione di David. in attesa della sentenza, David ha aperto un'altro fronte: quello del manifesto pubblico che chiama al rifiuto, per mezzo della testimonianza, dell'autodenuncia personale.

Dice: "Io sono tranquillo. Sopravvivo alle pressioni e aspetto con pazienza la sentenza della Cassazione. Godo la mia libertà, aspetto che mi diano retta". Rischia fino a tre anni di prigione, invece delle cinque settimane di cui ne aveva già scontate due.
"Abbiamo cominciato una campagna di cartelloni due settimane fa. Si tratta di poster personali. Il primo è stato il mio, in mille copie... Se mi da retta la Cassazione, ci sono già altri due pronti ad affrontare la corte marziale".

Anche il movimento di sostegno sta crescendo. Il movimento Yesh-Gvul (http://www.yesh-gvul.org) ha organizzato un grande concerto-manifestazione sabato 12 luglio a Tel Aviv, per festeggiare i suoi 20 anni (dall'invasione del Libano) e per esprimere solidarietà con tutti refusnik, in prigione e fuori.

Gli slogan sono: 35 anni di occupazione disastrosa; 20 anni dalla campagna del Libano, ugualmente disastrosa; 20 della campagna di Yesh-Gvul, in sostegno dei refusniks selettivi. I proventi del concerto andranno alle famiglie dei refusnik incarcerati. Il programma include artisti israeliani e arabi.

Fonte: Il Manifesto

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07 agosto 2002
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