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Calamità Sicilia

Mentre ancora si aspettano i fondi del 2002, i danni provocati dalle calamità naturali solo nel 2004 ammontano a 750 mln di euro

29 gennaio 2005

A dare più fastidio sono le promesse non mantenute e il grande divario che esiste fra i propositi ottimistici e la realtà dei fatti.
Credere ad una ripresa sensibile e sostanziale di regioni come la Sicilia e la Calabria, quando a sentirsi e a vedersi sono sempre gli stessi disagi, semmai acuiti negli anni, è impossibile.
Chiedere di aspettare fiduciosi che un ponte cambi la mentalità della popolazione e che a queste si sta offrendo una nuova Eldorado, può risultare offensivo, nel momento in cui a bloccare la viabilità di un'autostrada per più giorni è la neve.
Parlare, poi, di aumento della produttività nell'incentivazione del Made in Italy e di valorizzazione dei prodotti locali, quando i soldi stanziati tre-quattro anni fa per far fronte ai danni che le calamità naturali hanno provocato, compromettendo interi raccolti e mettendo in ginocchio intere regioni, non sono ancora stati erogati, è quasi crudele e l'amarezza e la sfiducia nei confronti delle istituzioni diventa obbligatoria.    

Prendendo in esame la Sicilia per esempio, lo scorso anno i danni subiti a causa delle calamità naturali ammontano a circa 750 milioni di euro. Una cifra che porta la Regione al primo posto della classifica in Italia e che dimostra quanto le condizioni atmosferiche abbiano influito sulla resa produttiva del settore. Una somma che è stata superata solo nel 2002, quando alle gelate si unì la cenere dell'Etna, la siccità e numerosi altri eventi atmosferici, ottenendo una stima di danni pari a 790.625.000 euro.
Questa cifra per i danni subiti nel 2004, sarà consegnata agli agricoltori fra tre quattro anni.

''Nel 2004 - dice il direttore regionale della Coldiretti siciliana, Carmelo Castorina - sono stati emanati otto decreti ministeriali ma l'aiuto stanziato arriva solo dopo anni di attesa quando la situazione debitoria delle aziende peggiora. Per le calamità del 2004 in Sicilia non è ancora arrivato un euro e comunque in quasi tutte le province il ritardo degli indennizzi è di 2, 3 anni. A Ragusa, per esempio, si stanno completando i nulla osta per il pagamento delle somme stanziate nel 2002, somme che non basteranno per pagare chi, avendo subito oltre il 35 per cento del danno, ha diritto ad ottenere il risarcimento dopo la trafila burocratica''.
A Trapani è stata indennizzata solo una piccola percentuale degli imprenditori agricoli a fronte di un fabbisogno di circa 30 milioni di euro per gli anni che vanno dal 1999 al 2003.

''Un conto è la cifra necessaria per ripagare i danni, un altro è il denaro che arriva agli imprenditori danneggiati - conclude Castorina - In questi anni abbiamo assistito a proclami di cifre esorbitanti che arrivano nella nostra Isola ma in realtà nel 2004 per tutt'Italia sono stati stanziati solo 100 milioni. Di questi 100 milioni solo una piccola percentuale dovrebbe arrivare in Sicilia e sarà erogata agli imprenditori agricoli in tempi biblici''.

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29 gennaio 2005
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