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Cuffaro in Consiglio dei ministri

La nuova disciplina dalla commissione paritetica Stato-Regione

09 gennaio 2003
Nuove e più complete norme regoleranno la partecipazione del presidente della Regione Siciliana alle sedute del Consiglio dei ministri. La prerogativa già prevista dallo Statuto autonomistico viene ora disciplinata con un significativo riconoscimento del ruolo e dei poteri attribuiti al presidente.

Lo prevede la nuova disciplina messa a punto dalla commissione paritetica Stato-Regione che per la prima volta in questa legislatura si è riunita a Palermo dove si è incontrata con il presidente Salvatore Cuffaro. È stato lo stesso Cuffaro a chiedere la riunione della commissione a Palermo come occasione per il rilancio di un originale modello di patto tra Stato e Regione nel processo di riforma federale delle istituzioni.

La commissione è composta da Giacomo Garra, che la presiede, Francesco Parisi, nominato dalla Regione, e da Gioacchino Silvestro, nominato dallo Stato. Alcuni giorni fa è scomparso l'altro componente di nomina statale, il professor Vincenzo Li Donni, che è stato ricordato nella seduta nella quale sono stati definiti termini e modalità di partecipazione del presidente della Regione alle riunioni dell'esecutivo nazionale.

L'innovazione normativa, che sarà introdotta con un decreto legislativo del governo, è fortemente collegata, oggi più di ieri, al processo di attuazione dei principi del federalismo. Il nuovo testo regola dettagliatamente, all'articolo 2, la partecipazione del presidente della Regione. Per la prima volta in una forma chiara ed esplicita viene data attuazione a un principio statutario. In passato il presidente della Regione ha preso parte a sedute dell'esecutivo. Ma la sua partecipazione non è stata mai regolata con una specifica norma di attuazione.

Il vuoto viene ora colmato con il testo preparato dalla commissione paritetica che nel secondo comma dell'articolo 2 precisa in quali casi il presidente della Regione può chiedere di intervenire in Consiglio dei ministri.

La nuova normativa prevede inoltre che il presidente della Regione può essere invitato in Consiglio dei ministri anche quando il presidente del Consiglio lo ritenga opportuno. È questa innovazione a rendere ancora più chiara la partecipazione della Regione, attraverso il suo presidente, nella formulazione delle linee di governo che interessano la Sicilia.
Al presidente della Regione infine, chiarisce il testo approvato dalla paritetica "spettano i medesimi diritti e doveri attribuiti ai ministri". 

Fonte: GdS

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09 gennaio 2003
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