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Folla a Palermo per Beppe Grillo

Il leader del MoVimento 5 stelle ha fatto tappa nel capoluogo siciliano per il "Vinciamonoitour", in vista delle europee

07 maggio 2014

Ieri sera Beppe Grillo ha fatto tappa a Palermo per il "Vinciamonoitour" del Movimento 5 Stelle, in vista delle prossime elezioni europee del 25 maggio. Centinaia le persone presenti in piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama per assistere al comizio-show del comicoleaderpolitico genovese che in Sicilia è oramai di casa.
Sferzante, provocatorio, divertente ed esagerato il suo discorso, nel quale sono ovviamente finiti Matteo Renzi, Berlusconi, Napolitano e Crocetta.

"Siamo in un mondo capovolto, come ai tempi della peste nera. Oggi è diventata una peste rossa, insinuatasi come cura, invece era una malattia, come gli ottanta euro al mese. Perché non ho parlato con Renzi al momento delle consultazioni? Perché un attimo prima di sederci mi ha detto 'non voglio fiducia ma solo che stai sentire quello che dico'. Ma lui chi cazzo rappresentava? Io almeno 10 milioni di italiani lui nessuno".
Secondo Grillo i politici "non possono capire che qualcuno faccia qualcosa senza un ritorno economico. Vedono la figura dell’onesto e curioso, una figura che non vedono da 20 anni, uno geneticamente modificato".
Il leader del M5s ha parlato anche di Cosa nostra: "La mafia ha fatto il salto si qualità si è trasferita dove ci sono soldi non più come ai tempi di Toto’ u curtu. I figli dei mafiosi hanno fatto i master ad Harward".

Concentrandosi poi sulla Sicilia, Grillo ha parlato di Formazione professionale ("Francantonio Genovese ha preso 20 mila preferenze ed è al centro di uno scandalo sulla formazione in Sicilia. Si dovrebbe processare ma la Boldrini, che non so come definirla, addolorata, deve calendarizzare l’autorizzazione a procedere. Secondo voi lo farà prima o dopo le elezioni? Dopo per non perdere le 20 mila preferenze") e del governatore siciliano Rosario Crocetta: "Crocetta che cazzo fa? Prima si dà la fiducia poi se la toglie. Si autosfiducia da solo".
Infine ha invitato la piazza e i simpatizzanti di M5s a votare in massa per le Europee. "Non sappiamo cosa vuol dire essere europeo, oggi non significa nulla. Io voglio che sia una comunità di cittadini. Non andare a votare significa fare il loro gioco. Abbiamo fatto un sondaggio vero, siamo all'89% - ha detto scherzando -. Vinceremo le europee e se otterremo un voto in più del Pd andremo al Quirinale, dal vecchietto per dirgli di andare a Cesano Boscone con lo psiconano per tirarsi su di morale reciprocamente. Dopo faremo le elezioni, perché questo Governo non lo ha eletto nessuno".

Grillo ha parlato anche di stretta attualità: "Genny a carogna e Renzi a menzogna si ritroveranno insieme al Pd e faranno leggi insieme. Quello era sotto e l'altro era sopra allo stadio a Roma, lo stato è morto. Noi andremo a governare questo Paese, per quanto mi odiano e ci odiamo così tanto. Fanno dossier su di me e su Casaleggio. De Benedetti mi chiama fascistello, appena saremo al governo faremo i controlli fiscali sugli imprenditori".
Ad aprire gli interventi sul palco è stato Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia, che ha fatto un intervento a favore del giudice Di Matteo, che una circolare del Csm rischia di estromettere dal pool di Palermo.

Tra le pieghe del comizio di Grillo ieri al Politeama, è stata data anche una notizia che tantissimi siciliani aspettavano da tempo: il via libera al microcredito, "finora messo in naftalina dall’ostruzionismo della Regione che - ha detto il deputato regionale Giorgio Ciaccio - ci ha rimpallato per tantissimo tempo tra assessorato e Cga, in attesa dell’approvazione del regolamento".
A dare la notizia dal palco è stato l’ex capogruppo all’Ars Giancarlo Cancelleri, mentre sul maxischermo scorrevano le immagini della firma dell’accordo con Banca Etica e con Impact hub Sicilia, gli istituti che erogheranno i fondi e selezioneranno le domande di credito.
I prestiti saranno a disposizione di imprese, anche individuali, che abbiano sede legale in Sicilia e cha abbiano in cantiere nuovi progetti o anche semplici acquisti di attrezzature. L’importante che siano finanziamenti eticamente compatibili. Saranno bocciate, ad esempio, richieste di prestiti per slot machines o per incentivazioni al gioco di azzardo. Le somme che saranno messe a disposizione delle imprese vanno da un minimo di 5.000 euro ad un massimo di 25.000 euro. Tutti i dettagli dell’operazione saranno resi noti giovedì mattina nel corso di una conferenza stampa all’Ars.

BEPPE GRILLO FA IL PIENONE, I SUOI CANDIDATI NO
di Walter Giannò (CronoPolitica.it)

Ieri ero tra la folla che ha assistito alla tappa palermitana del tour di Beppe Grillo in vista delle elezioni europee del 25 maggio.
Innanzitutto, è evidente ed è giusto ammettere che il leader del Movimento Cinque Stelle sia attualmente l’unico che possa sfidare la piazza, che possa permettersi di allestire in poche ore un comizio in strada, senza il timore di un flop. E ieri anche Palermo non ha tradito le attese del genovese.
Un comizio-show, anticipato da alcuni esponenti nazionali del M5S, ognuno dei quali ha lanciato la propria invettiva contro lo Stato che non va e contro il Parlamento che agisce per gli interessi propri. Dopodiché ecco arrivare la principale attrazione, Beppe Grillo, capace di attrarre su di sé l’attenzione, a prescindere se sei d’accordo o meno con lui. Ed ogni suo intervento è da "prima pagina", perché è un incessante attacco contro Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Giorgio Napolitano, i giornalisti, e chi più ne ha, più ne metta. Con una digressione tecnica su come l’Unione Europea si occupi dei soldi degli italiani.

Alla fine, però, è accaduto qualcosa che dimostra come il Movimento Cinque Stelle debba fare molta strada prima di essere davvero autonomo dal suo "numero 10". Una volta, infatti, terminato il monologo di Grillo, parte della piazza è andata via, lasciando spazi vuoti, mentre sul palco si presentavano, uno ad uno, i candidati del Movimento Cinque Stelle alle elezioni europee. Come se fossero di second’ordine e, invece, sarebbero dovuti essere tra i protagonisti assoluti della serata, in quanto sono di loro i cognomi che gli elettori del M5S dovranno scrivere sulla scheda elettorale.
In un partito, si sa, la gente sta ad ascoltare fino alla fine, perché il leader è importante ma lo sono anche gli altri esponenti e la base, figuriamoci i candidati.
Ma nel Movimento Cinque Stelle ancora non succede (perfino Grillo si stava dimenticando di presentarli: aveva già lanciato la musica per sancire la conclusione del comizio, quando ha dovuto fermare tutto per dare la parola ai candidati per il Parlamento dell’Unione Europea).

Stando così le cose, verrebbe da dire che senza Grillo il Movimento Cinque Stelle si sgonfierebbe (e lo stesso discorso potrebbe valere per Forza Italia, il partito personale per antonomasia), perché è attorno al leader che ruota il consenso.
Nel presente, infatti, il M5S ha una forza indiscutibile, piaccia o non piaccia. Ma in futuro?
Ecco: è qui che i grillini devono ancora crescere. Rafforzare il rapporto tra il M5S in sé e la gente e fare in modo, un giorno, che la piazza resti piena anche dopo che Grillo termini il suo discorso.

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07 maggio 2014
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