Gli "stipendi d'oro" dei burocrati siciliani
Dopo lo stop di un emendamento che bloccava a 200mila euro l'anno la retribuzione dei burocrati, sembra ci sia adesso un intesa tra i partiti
Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, si è detto profondamente amareggiato "per la mancata approvazione in commissione Bilancio dell'emendamento che blocca a 200 mila euro l'anno la retribuzione dei burocrati (a firma di Antonello Cracolici, ndr) e dall'altra parte l'approvazione di un altro emendamento che intenderebbe ripristinare il contributo agli ex Pip, prescindendo dalle condizioni di reddito familiare dei medesimi".
"Tale atteggiamento - ha scritto in una nota - offende profondamente i poveri e i disoccupati della Sicilia che vedono confermati privilegi e clientele. Occorre cambiare passo, occorre cambiare verso. La Sicilia si salva se riesce a risanare il proprio bilancio e la propria economia, attraverso la lotta agli sprechi e ai privilegi, anche i più piccoli, che diventano il segno di una politica che non vuole fare sul serio. Il governo intende modificare l'articolo sui Pip, proponendo la valutazione sul reddito individuale esclusivamente per coloro che vivono a carico famiglia di origine, ma diventa sicuramente inaccettabile che nuclei familiari che vantano patrimoni di milioni possano usufruire di contributi che sono destinati ai poveri".
Sul piano el blocco degli stipendi a 200 mila euro, ha scritto ancora Crocetta, "il governo è incondizionatamente contro, ritenendola una scelta di giustizia sociale ma anche di ripristino dei compensi alle reali capacita professionali. E' impossibile infatti che i nostri dirigenti possano essere più pagati di quelli del parlamento europeo o addirittura della stessa Onu. Faccio appello a tutte le forze politiche che su questi due punti si possa raggiungere l'intesa con governo per un voto etico, morale e giusto".
Ieri, il capogruppo del Pd all'Ars Baldo Gucciardi, ha però detto che sulla questione "stipendi d'oro" c’è una intesa di massima per arrivare "all'obiettivo di una riduzione che riporti la Sicilia ai livelli in vigore a Roma". "Entro domani - ha aggiunto Gucciardi - decideremo lo strumento tecnico per arrivare a questo obiettivo".
La questione aperta è se intervenire sugli stipendi del personale dell'Ars in aula con l'emendamento Cracolici (che stabilisce un tetto di 200 mila euro lordi annui omnicomprensivi) o procedere attraverso una delibera del Consiglio di presidenza, come prevede il regolamento parlamentare.