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Gli ultimi saluti

Giorgio Napolitano prepara l'addio: domani rassegnerà le dimissioni da presidente della Repubblica italiana

13 gennaio 2015

E’ arrivato il momento. Oggi il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, saluterà i dipendenti del Quirinale e domani, mercoledì 14 gennaio 2015, rassegnerà le dimissioni.
Ieri, un ultimo passaggio delle consegne, quando al Quirinale sono saliti il premier Matteo Renzi (che oggi ha chiuso a Strasburgo il semestre di presidenza italiana Ue) ed il ministro delle riforme Maria Elena Boschi.
Solo la lettera delle dimissioni, una volta firmata, sarà però la conferma ufficiale della fine del novennato. Verrà portata alla Camera al Presidente Laura Boldrini, che convocherà il Parlamento in seduta comune 15 giorni dopo (presumibilmente il 29 gennaio) e poi al Senato, che il Presidente Pietro Grasso lascerà per raggiungere Palazzo Giustiniani e da lì esercitare il ruolo di supplenza. Un rituale repubblicano solenne, stando al quale il Presidente Napolitano, dopo la firma delle dimissioni, lascerà il Colle per tornare nella sua privata abitazione al quartiere romano Monti.
Quest’ultimo è il momento che più aspetta Clio Napolitano, moglie del presidente, che già nel periodo natalizio sovrintendeva agli ultimi passaggi del trasloco: "Già il semplice tornare a casa sarà un po’ come andare in vacanza".

Ancora ventiquattr’ore, dunque, gli ultimi saluti ai corazzieri e ai dipendenti del palazzo, e poi scatterà la cerimonia dell’addio, che Napolitano vuole semplicissima e senza discorsi ufficiali. Tra le nove e le dieci il capo dello Stato andrà nello studio alla Vetrata, quello delle consultazioni politiche per formare i nuovi governi e degli incontri con gli ospiti di riguardo, e firmerà quattro documenti. Il primo, di appena un paio di righe, saranno le dimissioni vere e proprie. Il secondo e il terzo, indirizzati ai presidenti di Senato e Camera assieme a copia autentica di quell’atto, daranno informazione del passaggio che si compie. Il quarto sarà rivolto al presidente del Consiglio, con la medesima comunicazione. A quel punto il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, salirà in macchina e provvederà a recapitare "per le vie brevi", ossia personalmente, le missive a Palazzo Madama, Montecitorio e Palazzo Chigi. E solo dopo un "atto ricognitivo" preliminare, l’esecutivo farà pubblicare la comunicazione sulla Gazzetta Ufficiale. E la procedura sarà davvero completa e formalizzata.

Intanto si mette a girare ad un ritmo sempre più serrato il meccanismo per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. I grillini, che più volte il premier ha cercato di coinvolgere nella intesa politica sulla scelta, fanno sapere che con "un nome fuori dal pantano" potrebbero starci. Ma è soprattutto sui fuoriusciti da M5s (circa 26) che Renzi conta per irrobustire le truppe di grandi elettori composte da Pd (450 voti) Fi (140) Area Popolare (un centinaio), che potrebbero perdere per strada pezzi importanti se Renzi, Berlusconi e Alfano non riusciranno a tenere insieme minoranza e maggioranze dei rispettivi partiti. Proprio tra gli alfaniani, tra l’altro, c’è chi spinge a fare di Quirinale, legge elettorale e riforme il terreno sul quale convincere il premier che l’appoggio di Ncd non deve più essere dato per scontato.
Con questo calendario, il 29 potrebbe esserci il primo voto (con l’alto quorum dei due terzi e la prima fumata nera), il 30 i successivi due voti sempre non decisivi e, dopo la pausa del week end, il 2 febbraio potrebbe essere il giorno della quarta votazione, quella utile ad eleggere con la maggioranza assoluta di 505 voti il nuovo Presidente.

Intanto oggi cadono altri petali dalla rosa dei "papabili". Emma Bonino, acclamata dal web come possibile nuovo Presidente donna, annuncia di essere in cura per un tumore ai polmoni e si chiama fuori. E anche Franco Marini, a fronte di indiscrezioni sul suo nome, ricorda il "fallimento del 2013" per dire che la corsa non lo riguarda e raccomandare a Renzi di cercare l’unità nel Pd. Il segreto dell’urna è un habitat perfetto per i franchi tiratori.

[Informazioni tratte da ANSA e Corriere.it]

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13 gennaio 2015
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