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Governo ancora sotto per la riforma delle Province

A nulla è valso l'aut aut di Crocetta: "O passa la riforma o andiamo tutti a casa"

20 febbraio 2014

Il governo Crocetta è andato ancora sotto in aula e, adesso, è bagarre nella maggioranza. Durante il secondo giorno di voto a Sala d'Ercole della tanto attesa riforma delle Province, è passato un emendamento del MoVimento 5 Stelle che obbliga al referendum popolare per i Comuni che vogliono costituire nuovi Liberi Consorzi rispetto ai nove che dovrebbero nell'immediato sostituire le Province.
Il governo aveva dato parere contrario, anche perché la norma dei grillini renderebbe difficile creare nuovi consorzi, con il governatore che spinge per creare quello di Gela, ad esempio. Ma con 40 voti favorevoli la proposta dei 5 Stelle è passata.

In aula è stato subito caos e il presidente Giovanni Ardizzone ha rinviato la seduta ad oggi pomeriggio. Già martedì scorso il governo era andato sotto su un emendamento che rischiava di cancellare le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina (LEGGI).
Nonostante il vertice di maggioranza convocato a Palazzo d' Orleans, cresce la fronda in casa Pd: alcuni deputati, come Anthony Barbagallo, Mario Alloro e Giuseppe Lupo, chiedono variazioni al testo. In particolare chiedono l'elezione diretta dei presidenti dei Liberi Consorzi. Il malumore cresce anche in casa Udc: alcuni deputati non hanno gradito la nomina di Antonio Ingroia come commissario della Provincia di Trapani.

Insomma, a nulla è valso l'aut aut di Crocetta: "O passa la riforma o andiamo tutti a casa", aveva detto ieri mattina.
"Se qualcuno pensa di potermi fare cambiare idea trincerandosi dietro il segreto dell'urna sbaglia di grosso, io non arretro di un solo millimetro e porterò avanti le riforme. Se sarà possibile va bene, altrimenti quando non sarà più possibile vuol dire che ci sono dei parlamentari che si sono stancati di stare all'Ars" aveva scritto Crocetta sul suo profilo facebook (LEGGI).

A proposito dell’andamento in Aula della discussione sulla riforma delle Province, ma anche del nulla di fatto ancora sulle variazioni di bilancio, necessarie  a seguito dell’impugnativa della Legge regionale di stabilità da parte del Commissario dello Stato, Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, ha detto: "E’ una politica irresponsabile e incompetente quella che tiene banco oggi in Sicilia, che mette in scena ignobili teatrini mentre l’isola affonda". "La politica non capisce - ha aggiunto Pagliaro - che c’è ormai un malessere diffuso e trasversale che mette a rischio la coesione sociale e anche l’ordine pubblico e di fronte al quale servono risposte immediate". Per Pagliaro "se la riforma delle Province fallisse sarebbe un grave colpo alla credibilità del governo. C’è da dire - ha aggiunto ancora - che questa riforma è partita male, senza analisi e studi preliminari che evitassero l’approssimazione con cui sono stati formulati i contenuti, per giunta sommersi da emendamenti mirati solo a creare ulteriore confusione, e che favorisce un blocco decisionale che con evidenza però poggia pure su ragioni politiche".

Sulla questione degli stipendi che derivano dal bilancio della regione, il segretario della Cgil rileva che "si sta giocando col fuoco, e che è inconcepibile che il governo non sia ancora in grado di dire quante risorse riuscirà a recuperare". "In una fase politica di passaggio sul piano nazionale - ha sottolineato il segretario Cgil - c’è ancora più bisogno di avere la certezza di un esecutivo regionale che si fa carico dei problemi. A Crocetta - ha infine concluso - chiediamo di adoperarsi in tutti i modi affinchè questo segnale venga e sia chiaramente percepito dai siciliani".

"L’Ars dimostri senso di responsabilità e rinunci ai soliti trucchetti. La riforma che abolisce le Province non può essere ostaggio dei giochi della politica. In ballo c’è la credibilità della Regione siciliana". E’ quanto sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: "E’ necessario chiudere subito questa vicenda per evitare di tornare al voto per un ente, che a parole sono tutti favorevoli ad abolire. Chi è contrario dovrebbe avere il coraggio di uscire allo scoperto. Certo tagliare gli sprechi non è mai facile e le riforme sono sempre migliorabili ma adesso bisogna uscire dall’impasse. Ora si deve votare la riforma possibile e immediatamente avviare il confronto di merito su come utilizzare i lavoratori e i gestire servizi, sia quelli che erano assegnati alle Province sia i nuovi che bisognerà delegare invece ai Consorzi".

Antonio Ingroia commissario della Provincia di Trapani - L'ex pm Antonino Ingroia è il nuovo commissario della Provincia di Trapani. Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ha firmato il decreto di nomina. "Mandiamo Ingroia nella terra di Matteo Messina Denaro", ha detto Crocetta, conversando con i cronisti alla buvette di Palazzo dei Normanni.
"Ho offerto la mia disponibilità - ha detto Ingroia - per continuare un percorso istituzionale, non politico. Non lascio la guida di Sicilia e-servizi, anzi il nuovo incarico è in continuità con la mia attuale esperienza. Anche la Provincia di Trapani ha delle società partecipate su cui fare luce. Sì, ci sto prendendo gusto. In fondo, oggi come ieri in magistratura, sono al lavoro per fare pulizia".
I commissari, nelle altre Province, dovrebbero restare invariati. La giunta prevede di farli restare in carica sino a giugno. A meno che non salti la riforma che abolisce le Province.

[Informazioni tratte da ANSA; Adnkronos/Ign; Republica/Palermo.it; articolo di Giacinto Pipitone per GdS.it; Lasiciliaweb.it]

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20 febbraio 2014
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