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Il M5S continua a portarsi addosso la sua "Crocetta"

Il governatore rimane al suo posto: l'Ars ha respinto la sfiducia per Rosario Crocetta

30 ottobre 2013

Dopo un dibattito politico durato nove ore, tra pesanti e velenose accuse, citazioni colte e brucianti verità svelate, l'Assemblea regionale siciliana ha respinto la mozione di sfiducia del Movimento 5 stelle al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta.
Contrari 46, favorevoli 31. Tredici i deputati assenti.
Subito dopo la votazione il governatore, senza soddisfazione, ha detto: "Per me quella di oggi comunque è una pagina dolorosa".

Tutto è cominciato con l’esordio dotto di Giancarlo Cancelleri, capogruppo del M5s, che ha citato il discorso fatto da Oliver Cromwell, condottiero e politico inglese, alla Camera nel 1653: "È tempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto... siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie. Siete diventati intollerabilmente odiosi... portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave".
Cancelleri ha poi fatto un elenco di quelli che ha definito i "proclami" di Crocetta, annunci che secondo il capogruppo dei Cinquestelle non avrebbero trovato poi alcun riscontro durante questo primo anno di legislatura. "Questa sfiducia - ha detto Cancelleri - l'hanno firmata i precari, i disoccupati, le famiglie, le imprese, quelle piccole e quelle medie, gli agricoltori, gli allevatori, i giovani e gli anziani. Perché la rivoluzione di Crocetta non ha portato a niente" (LEGGI).

A favore della mozione, oltre ai 14 deputati cinquestelle, altri 17 parlamentari di altri gruppi di opposizione (Pdl, Pid, Pds-Mpa, lista Musumeci). Cinque gli assenti nelle file dell'opposizione: Toti Lombardo (Pds-Mpa), Giuseppe Federico (Pds-Mpa), Dino Fiorenza (Pds-Mpa), Santi Formica (lista Musumeci) e Mimmo Milazzo (Pdl). Assenti anche due parlamentari del gruppo Misto (Riccardo Savona e Girolamo Fazio).
Contro la mozione hanno votato il Pd, l'Udc, il Megafono, i Drs e il gruppo Articolo 4. Assenti al momento del voto sei deputati della maggioranza: Franco Rinaldi (Pd), Bruno Marziano (Pd), Giovanni Panepinto (Pd), Pippo Digiacomo (Pd), Paolo Ruggirello (Art.4), Marco Forzese (Drs).

A chiusura della discussione generale sulla mozione nei suoi confronti, ha preso la parola Rosario Corcetta che, per non essere da meno del suo diretto contendente, ha esordito citando un salmo della Bibbia: "Eccomi, sia fatta la tua volontà", indicando il Parlamento e criticando Cancelleri per il suo invito al governo a farsi da parte "in nome di Dio". "Vi chiedo di non scomodare Dio. Decida il Parlamento che è sovrano".
Il governatore, quindi, ha ribattuto in aula alle considerazioni fatte dai deputati dell'opposizione: "Io non ho mai corteggiato nessuno e ho avuto rapporti corretti con tutti, anche col Movimento cinque stelle. Io credo nella democrazia e nel pluralismo come valore, pensavo ai miei avversari politici non come nemici ma come un'occasione di crescita e confronto".

Poi ha tirato fuori i numeri sul suo stipendio: "Guadagno 7.495 euro al mese, tolte le spese arrivo a 5.000 euro. Non posso guadagnare meno del mio segretario o di un usciere. E' stata fatta una campagna di sciacallaggio sui miei compensi, io posso rendicontare tutto. I cinquestelle dicono che guadagno quanto Obama, ecco la mia busta paga. Col mio stipendio pago l'affitto della casa a Palermo perché non vivo nell'appartamento di servizio a Palazzo d'Orleans e mi pago personalmente anche le missioni: mi rimangono 5.500 euro".
Oltre a parlare della sua indennità ("perché voglio chiudere una volta e per tutta questa storia"), Crocetta ha fornito al Parlamento altre cifre, per dimostrare i tagli alla spesa pubblica che ha operato. Per le spese di rappresentanza, quest'anno il governo ha previsto impegni per 43 mila euro rispetto agli 813 mila euro dell'anno scorso, al milione e 700 mila euro del 2011 e al milione e mezzo di euro del 2010. "Volete sapere quanto ho speso dei fondi riservati al presidente? Zero", ha aggiunto il governatore, ricordando che il suo predecessore, Raffaele Lombardo, aveva speso 400 mila euro.

"Siete diventati partitocratici come tutti gli altri, siete soltanto dei politicanti. Mi sento tradito da un movimento in cui credevo", ha quindi detto Crocetta rivolto ai banchi dove erano seduti i deputati cinquestelle. "Ho operato in assoluta buona fede con i ragazzi dei cinquestelle ma quando cominciano a 'inciuciare', chi è la mosca nocchiera che guida il bue ed è convinto di guidarlo?", ha aggiunto.
Crocetta ha anche difeso l'assessore al Turismo Michela Stancheris che nei giorni scorsi era stata criticata da un deputato del Pdl (Marco Falcone), durante una seduta parlamentare, per una foto che l'esponente di governo aveva inserito nel suo profilo facebook che la ritraeva con un pigiama da Superman (LEGGI). "È stata attaccata - ha urlato Crocetta - mentre era negli Stati Uniti, ma non era lì per scherzo. È andata negli Usa per curarsi da una grave malattia". Crocetta, inoltre, ha affrontato il tema della lotta alla legalità: "Abbiamo presentato 30 denunce alle Procure siciliane. Bisogna aspettare, ma vi assicuro che quello che succederà sarà straordinario e vedrete quando qualcuno sarà arrestato. Perché rispetto a Pasolini, io so e ho le prove".

Crocetta, dunque, rimane al suo posto ma, dicono i Cinquestelle a fine giornata, non è stata una promozione a pieni voti per il presidente della "rivoluzione".
"Non ci illudevamo troppo - ha affermato Cancelleri - che la mozione potesse passare, ma l'atto ha avuto il grande merito di fare chiarezza in Aula" e "ha fatto gettare la maschera a parecchi parlamentari". "Da ora in poi - ha aggiunto Cancelleri - chi ha votato contro la mozione non avrà il diritto a lamentarsi. A chiunque, da domani, verrà in Aula a criticare il governo, ricorderemo che, nel momento in cui si poteva fare qualcosa, era assente".
Per i parlamentari Cinquestelle la vera ragione della bocciatura della mozione non sta nell'operato del governo, ma nella volontà di conservare il posto da parte dei deputati, che "profumano della colla con cui si sono incollati alle poltrone".
Dal Movimento è arrivata in Aula anche una stoccata ad Antonio Venturino, per bocca di Salvatore Siragusa, che ha definito l'ex Cinquestelle, vice presidente dell'Ars, "la vergogna e il più grande errore del Movimento". L'intervento di Siragusa è arrivato in replica a quello di Venturino, che contro il Movimento aveva dato il là ad una Filippica, a suon di "demagoghi" e "populisti".

Alla fine della fiera, il presidente Crocetta ha concluso dichiarando: "Abbiamo il dovere di governare e non fuggire dalle nostre responsabilità. Dobbiamo dar vita ad una discussione franca sui tanti ddl che abbiamo pronti. Credo ci siano tutte le condizioni per governare con serenità - ha aggiunto -. Mi dispiace che le opposizioni non abbiano accolto il mio invito alla collaborazione sulle riforme. Devo prendere atto che all'ennesima apertura del Presidente si è registrata l'ennesima chiusura. La mozione di sfiducia si è rivelata un boomerang per chi l'ha promossa". "Io sono sereno, tranquillo e deciso e continuo a lavorare adesso, in questi giorni e domani con maggior vigore a quei cambiamenti di cui la Sicilia ha bisogno".
Il 'modello Sicilia', insomma, non c'è più (se mai c’è stato in passato). Questa volta, scavata la fossa, essa è stata riempita e ricoperta. L’innovativo modello politico che avrebbe dovuto servire da esempio all’Italia intera, giace sepolto, dopo un movimentato funerale al quale hanno partecipato tutti.

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30 ottobre 2013
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