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Il Pd siciliano ha un nuovo segretario

Fausto Raciti ha vinto le primarie con l'affluenza più scarsa che si ricordi

17 febbraio 2014

E’ stata scarsa l’affluenza nei gazebo allestiti in Sicilia per l'elezione del nuovo segretario del Pd e dei 180 componenti dell'Assemblea regionale del partito. Tre i candidati: Fausto Raciti, il segretario uscente Giuseppe Lupo e Antonella Monastra. A vincere la corsa per la segreteria il giovane catanese Fausto Raciti, diventato nuovo segretrario col 61,3% dei voti in 7 province su 9 sull’uscente Lupo (33,2%).
Raciti è forte a Catania del 63,6% pari a 8.058 voti (Lupo è al 32,3% con 4.093 consensi) e a Caltanissetta del 78,3% (5.824 voti) contro il 15% di Lupo (1.108 voti). Largo vantaggio su Lupo pure a Enna (6.032 voti pari all’83% contro 267 pari al 13%), Agrigento (5.120 contro 1.734), Siracusa (63% pari a 2.375 voti contro 31,1% pari a 1.164 voti) e Trapani (3.816 voti contro 1.469).

Lupo ha invece incassato il successo a Ragusa (54% pari a 2.431 voti contro il 41% di Raciti forte di 1.856 voti), a Messina (73% contro il 17%) e nei 12 seggi di Palermo - città dove sfiora il 50% - anche se il dato dell’intera provincia premia Raciti col 59%. Raciti dovrebbe essere anche riuscito ad eleggere circa 100 dei 180 membri dell’assemblea (il parlamentino del Pd).
Risultato positivo di Antonella Monastra: la candidata dell’area Civati chiude intorno al 5,5% con buone punte a Palermo e Ragusa.

Esulta il sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Berretta: "La vittoria di Fausto Raciti, al quale auguro buon lavoro, ci riempie di soddisfazione: sono sicuro che con Fausto il Partito Democratico sarà forte ed autorevole e saprà assumere quel ruolo da protagonista che gli spetta, sia nei processi di rinnovamento che coinvolgono la nostra Isola, sia nel dialogo con i siciliani e con il Governo regionale. Adesso è importante che attorno al nuovo segretario regionale possa emergere una squadra rinnovata, composta da giovani con idee fresche, che sappia supportare il partito in vista di nuove sfide, a partire dalle elezioni europee".
"Con Fausto Raciti vince la voglia dell'unità e del rinnovamento, in un partito che deve dimostrare di sapere essere agile e realmente vicino ai siciliani", ha detto Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd all'Ars, a proposito dell'elezione del nuovo segretario regionale. "Ha vinto la scelta di un percorso unitario, chiaro e trasparente - ha aggiunto - ma la vera sfida inizia adesso: tutti noi dobbiamo impegnarci per radicare il Pd fra la gente e ascoltare i cittadini, facendoci interpreti delle loro esigenze. Sono convinto che Raciti abbia le carte in regola per far iniziare al Pd siciliano questo percorso nuovo".

Parlavamo della bassissima affluenza ai gazebo. Soprattutto a Palermo i primi dati hanno mostrato un’affluenza al di sotto del 50% rispetto i dati del 2009, ultima convocazione della base per la scelta del segretario regionale. Secondo un monitoraggio i dati meno confortanti sono arrivati dal centro città. A questo è praticamente impossibile replicare o avvicinarsi al dato dell’affluenza registrato nelle primarie del 2009 per il segretario regionale: in quel caso gli elettori furono poco più di 197 mila. Ma sarà difficile anche avvicinarsi al dato registrato in Sicilia l’8 dicembre scorso nel caso delle primarie nazionali che hanno incoronato Renzi: furono 129 mila i siciliani che si recarono ai gazebo.

Il basso dato dell’affluenza ha subito attivato polemiche dentro e fuori il Pd. L’assessore comunale di Palermo, Giusto Catania (Rifondazione comunista) ha criticato la scelta di far votare gli extracomunitari in un solo seggio, a piazza Bellini. "Il Pd nel suo momento più alto di partecipazione, le primarie, pratica delle scelte che evidenziano, probabilmente in modo inconscio, una pulsione discriminatoria. È inaccettabile che in occasione delle votazioni in corso per scegliere il segretario regionale del partito, che, gli immigrati a Palermo debbano votare in un solo seggio, una sorta di riserva indiana, dove concentrare gli emarginati, evidenziando il fatto che per il Pd il voto agli extracomunitari è una sorta di concessione di un favore, funzionale alle dinamiche interne e non al riconoscimento di un diritto negato".
Secondo Alfredo Rizzo, presidente della Commissione regionale per il congresso, "c’è stata una scarsa comunicazione nelle scorse settimane per promuovere un evento così importante".

Ha votato per le primarie anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, coordinatore di Mov 139. "Sono grato ai tanti volontari del seggio in Piazza don Bosco che mi hanno accolto con simpatia, chiedendomi affettuosamente decine di foto ricordo. - ha detto - Dieci minuti durante i quali sono rimasto unico elettore nel seggio". "Gli apparati si autoconservano e gli elettori disertano le primarie del Pd. Davanti i gazebo delle primarie in Sicilia appaiono lontane anni luce le file di elettori del centro sinistra convinti appena poche settimane fa che potesse il PD essere il riferimento per la costruzione di un campo largo, al di là di logiche di casta e di apparati". "La confusione politica nazionale in Sicilia - ha aggiunto - si somma al permanere di una dirigenza che da oltre 10 anni pur di conservare scampoli di potere ha condannato il centro sinistra alla sistematica sconfitta elettorale". "In queste condizioni il Pd ha scoraggiato cinicamente e scientificamente la partecipazione di iscritti e non iscritti. - ha concluso - Si sta compromettendo il ruolo che il Pd dovrebbe svolgere di riferimento ad una area larga che chiede una alternativa ad anni di cattiva politica e soffocanti inciuci".

Il neosegretario Fausto Raciti, ha commentato oggi alcune affermazioni che ieri hanno accompagnato la sua elezione. Orlando? "Parla di apparati alle mie spalle ma quando è diventato sindaco per la prima volta io avevo appena un anno". Crocetta? "La rivoluzione non si fa per decreto. Bisogna condividere i progetti. Con la coalizione, e con il primo partito della coalizione".
Ma Raciti non sarà certo un uomo solo al comando. Il 61% dei voti presi risente, sul territorio, dello sforzo dei big: ha stravinto a Enna e Caltanissetta, per esempio, dove Crisafulli e Speziale lo hanno spinto oltre l'80 per cento, mentre Cracolici e Lumia, in provincia di Palermo, gli hanno permesso di compensare il successo del suo rivale Giuseppe Lupo in città. "Ma non mi sento condizionato dai big, è normale che mi abbiano dato una forte mano, in una logica di partito. Per me quelli che chiamate leader - dice Raciti - sono compagni di viaggio. Non farò il vigile del traffico. Io dico che in alcune realtà, da Messina a Trapani (le province di Genovese e Papania, ndr) ci sono stati degli sconvoglimenti di cui occorre tener conto". Quanto alla scarsa legittimazione che proverrebbe dall'affluenza bassa, il neo-segretario corregge subito il tiro: "Voglio vedere quanti partiti riesono a portare 73 mila persone al voto. Magari c'è un po' di stanchezza nei nostri elettori, non so quante volte chiamati a esprimersi per primarie, parlamentarie ed elezioni varie negli ultimi anni. E poi, diciamolo, gli eventi che hanno portato Renzi a Palazzo Chigi hanno disorientato in qualche misura il nostro elettorato".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, GdS.it, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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17 febbraio 2014
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