Il protocollo d'intesa sanitaria tra la Regione siciliana e le università
Interscambi nell’assistenza, la didattica e la ricerca e un osservatorio sanitario regionale
Il documento, composto da sedici articoli - e che dovrà regolare in modo omogeneo i rapporti tra Regione e Università - , dovrà ora essere approvato dagli organi interni delle università. Previsti rapporti di collaborazione nel campo della formazione del personale medico e sanitario, dello sviluppo della ricerca medica e della qualità ed efficienza del sistema sanitario pubblico.
La principale novità sarà la suddivisione della struttura dei policlinici in D.A.I (dipartimenti ad attività integrata), ovvero in centri di integrazione tra l'assistenza, la didattica e la ricerca.
Il protocollo inoltre prevede il contributo delle università all'elaborazione dei piani sanitari regionali e alla definizione di programmi di intervento. Per raggiungere gli accordi sulla programmazione sanitaria, è stata istituita una commissione composta da sei membri (tre nominati dall' assessore regionale alla Sanità e tre dai rettori delle università). L'organismo dovrà formulare proposte per la redazione del piano sanitario regionale.
Collaborazione anche sul fronte delle specializzazioni. Per questo sarà istituito un osservatorio regionale (tra i primi in Italia) composto da tre dirigenti medici ospedalieri e da tre rappresentanti medici in formazione specialistica. L'obiettivo sarà quello di valutare l'effettivo fabbisogno del territorio e avanzare le opportune proposte.