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In Sicilia il condono edilizio troverebbe applicazione, ma alla Regione rimane qualche perplessità

L'assessore Fabio Granata, perplesso sull’immediata applicazione del condono

18 febbraio 2004
"Nella Regione Siciliana trova applicazione la disciplina del condono edilizio di cui alla Legge 24 novembre 2003 n. 326".
È quanto recita la circolare emanata, la scorsa settimana, dall'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mario Parlavecchio, indirizzata a tutti i comuni dell'isola e alle nove province regionali.
"Era un passaggio doveroso - spiega Parlavecchio - per sgomberare il campo da ogni equivoco: la Sicilia applica automaticamente la normativa nazionale".
L'assessore ricorda le due recentissime ordinanze del Tar Sardegna, che hanno chiarito come la normativa vada estesa anche alle Regioni a Statuto speciale alla luce dell'esigenza di non compromettere i risultati economici e finanziari attesi dalla sanatoria.

"Resto perplesso sull'immediata applicazione del condono, alla luce delle nostre prerogative statutarie e delle nostre competenze esclusive. Comunque il fatto non è tecnico ma politico".
E' quanto sostiene l'assessore regionale ai Beni culturali Fabio Granata. "Credo - aggiunge - che un passaggio e una discussione franca e aperta in giunta possano contribuire a una soluzione di effettivo governo del territorio, attraverso il coinvolgimento pieno delle università e degli ordini professionali".

Secondo Granata "bisogna pertanto trovare un percorso che, sciogliendo i nodi del passato, riesca a ripensare la politica urbanistica della Regione, individuando tracciati e strategie e soprattutto, evitando 'spinte' verso nuovo abusivismo, che sarebbero incoerenti con la politica di sviluppo sostenibile del governo della Regione". "La mia non è una polemica verso il collega Parlavecchio - conclude Granata, rivolgendosi all' assessore al Territorio - ma solo un invito all' approfondimento, che punti alla migliore soluzione ed eviti, in un momento particolarmente delicato della politica regionale, nuove campagne di diffamazione mediatica contro la Sicilia".

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18 febbraio 2004
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