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L'Europa ha ceduto! L'Ue apre le porte al mais BT11, geneticamente modificato

Il commissario David Byrne si è imposto superando l'indecisione mostrata da 25 paesi europei

03 giugno 2004

L'Europa ha ceduto alle forti pressioni degli Usa e ha aperto le porte ai prodotti geneticamente modificati.
Primo tra tutti il mais BT11 della multinazionale svizzera Syngenta che per 5 anni è stato tenuto lontano dalle tavole europee e  adesso ha avuto la meglio sulle divisioni tra 25 paesi.

Nelle scorse settimane, infatti, la Commissione europea ha deciso d'autorità sui contrasti mostrati dai 25 che in diverse occasioni (l'ultima il 26 aprile) non sono stati in grado di prendere una decisione unanime sull'argomento.
Per tutti ha deciso il commissario David Byrne, da sempre favorevole agli ogm, che ha salutato con entusiasmo il mais geneticamente modificato sottolineando la possibilità di scelta dei consumatori. "Noi assicuriamo che gli ogm che circolano sono sicuri. Abbiamo la legislazione più restrittiva del mondo", ha ripetuto Byrne. Di diversa opinione sono i Verdi che hanno protestato dinanzi all'edificio di Romano Prodi definendo la decisione pericolosa e scarsamente democratica dato che  i 25 non hanno mai espresso una decisione unanime, il Parlamento è ancora molto critico in proposito e i cittadini europei  sono contrari.

Anche Legambiente dice no agli ogm sottolineando i limiti delle analisi effettuate sul mais BT11 e mettendo in discussione l'utilità economica di tutta l'operazione. La moratoria, decisa il 25 giugno 1999, era stata chiesta da Italia, Francia, Grecia, Lussemburgo e Danimarca, a cui si erano poi aggiungente Germania e Belgio. I 7 paesi sottolineavano l'importanza di una normativa completa sulla tracciabilità e l'etichettatura dei prodotti finiti. Tale normativa è stata in effetti approvata lo scorso 18 aprile e adesso la Commissione ha tolto dalla quarantena il cosiddetto "mais dolce".
La decisione si rivela assai importante dal punto di vista politico perché allontana la  richiesta di multa per 1,8 miliardi di euro presentata dagli Stati Uniti all'Organizzazione  mondiale del commercio (Wto) contro l'Ue come compensazione delle mancate esportazioni  nordamericane di derrate transgeniche e  prepara gli animi verso lo scontro vero sul permesso alla coltivazione delle sementi gm e sulla coesistenza tra aree ad agricoltura tradizionale e transgenica.

Comunque  per ottenere il via libera bisognerà tenere conto anche  di un giudizio scientifico sulla coltivabilità del BT11  che verrà espresso entro giugno, e anche se il Commissario Byrne appare assolutamente a favore non è affatto scontato che  l'Ue apra le porte al mais BT11. L'Europa infatti, è decisamente contraria, mentre l'Italia ha dato approvazione alla commercializzazione solo dopo aver ottenuto delle precise garanzie sul no alla coltivazione e sul blocco della direttiva sulle soglie di contaminazione accettata nelle sementi tradizionali (la Commissione intende proporre una forbice tra 0,3-0,5% a seconda delle piante, le omg considerano già criminale anche lo 0,1%).

"Tutti i sondaggi - spiega il ministro dell'agricoltura italiano, Gianni Alemanno - ribadiscono l'altissima percentuale di consumatori contrari agli alimenti transgenici: sarà quindi il mercato a giudicare sull'utilità della commercializzazione e noi saremo vigili sulla possibilità, per i consumatori, di esercitare consapevolmente questo diritto di scelta. Problema ben più serio è invece quello relativo alle sementi gm utilizzate in agricoltura. E' in questo ambito che occorre essere rigidissimi perché il loro utilizzo può portare a una contaminazione diffusa che distruggerebbe le filiere ogm-free e metterebbe in pericolo la libertà di scelta dei consumatori dei produttori".

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03 giugno 2004
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