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La città di Messina alla vigilia delle elezioni. E dentro l'urna la scheda elettorale rischia di non entrarci

26 novembre 2005

E' lunga 97,5 centimetri e larga 50: è la maxischeda elettorale che sarà consegnata domani, domenica e lunedì agli elettori che si recheranno alle urne a Messina per le comunali. ''Una scheda da record del mondo'', l'ha definita il leader dell'Unione, Romano Prodi, ''segno che la Cdl ha paura di perdere''. Per il presidente dei senatori di An, Domenico Nania, il cui partito ha presentato 8 liste, invece, ''è un modo per vincere una battaglia che ha un solo obiettivo: difendere Messina da chi vuole mettere le mani sulla città''.
Nella maxischeda, che è leggermente più larga di quella presentata nelle scorse amministrative di Catania dove i problemi per gli elettori furono evitare di ricalcare il voto e soprattutto ripiegarla, sono riportati i nomi dei sei aspiranti a sindaco e di 41 liste. I candidati ai 45 posti in Consiglio comunale sono 1.725. Il numero maggiore di liste, 21, le ha presentate la Casa delle Libertà che candida Luigi Ragno, esponente di An, figlio d'arte con nonno e papà senatore e parlamentare.

E il ''record'' spetta proprio a Alleanza nazionale con otto liste. Sono 12 invece quelle che sostengono il candidato sindaco del centrosinistra, Francantonio Genovese, anche lui erede di un big della politica messinese: nipote del leader della Dc Nino Gullotti. Ma a caratterizzare il voto a Messina non è soltanto la maxischeda, c'è anche l'esperimento ''terzo polo'' costituito da quattro liste del Movimento per l'Autonomia, fondato da Raffaele Lombardo, e da una di Alleanza Siciliana, di Nello Musumeci uscito da An, che hanno candidato a sindaco il presidente dell'ordine dei medici Nunzio Romeo.

Una coalizione che potrebbe risultare decisiva in caso di eventuale ballottaggio. Ipotesi che non intacca l'ottimismo di Luigi Ragno e Francantonio Genovese che si dicono entrambi ''certi di vincere al primo turno''. Gli altri tre aspiranti alla poltrona di primo cittadino sono: Filippo Clementi, di Alternativa Sociale Sicilia con Alessandra Mussolini; Vincenzo Alastra, di Fiamma Tricolore; Antonico Di Trapani, del Nuovo Psi. Una discesa in campo quest'ultima che ha fatto nascere polemiche in casa socialista, con tanto di decisione del Tar di Catania che ha sospeso in via cautelare la candidatura e lista. Il contenzioso socialista riguarda la ''proprietà'' del simbolo del Garofano tra Gianni De Michelis, che appoggia Di Trapani, e Bobo Craxi.
Decisione che ha creato un problema alla macchina elettorale per il voto di domenica e lunedì prossimi.
La prefettura è stata infatti colta di sorpresa dal provvedimento, giunto quando le schede erano state già stampate e pronte per essere distribuite oggi pomeriggio nei 254 seggi della città. Occorrerà infatti rimuovere dalle schede il simbolo cassato dai giudici catanesi.
La prefettura è in contatto con l'assessorato regionale agli Enti Locali e con il ministero dell'Interno per risolvere la complessa questione. Non vi sono infatti margini per stampare nuove schede e si valuta se e come correggere quelle esistenti.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, sezione staccata di Catania, ha ordinato alla Commissione Elettorale Circondariale di Messina ''di procedere immediatamente alla esclusione della lista presentata dal signor Salvatore Gennaro (lista n.31), su delega dell'on.Gianni De Michelis, per le elezioni dei consiglieri comunali e del sindaco del comune di Messina, che si terranno i prossimi 27 e 28 novembre 2005''.

Fonte: La Sicilia

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26 novembre 2005
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