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Le buste paga della Regione

Sbloccati i pagamenti urgenti dell'amministrazione, compresi gli stipendi dei dipendenti regionali

01 febbraio 2014

Sono stati pubblicati ieri sulla Gazzetta Ufficiale la Legge di Stabilità e il Bilancio di previsione della Regione siciliana per l'anno finanziario 2014 e il bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 senza le parti impugnate, circa due terzi, dal commissario dello Stato.
Lo scorso 24 gennaio l'Assemblea siciliana aveva votato un ordine del giorno che impegnava il governatore a pubblicare sulla Gazzetta la parte non impugnata in modo da sbloccare i pagamenti urgenti dell'amministrazione, compresi gli stipendi dei dipendenti regionali.
Una scelta che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha fatto a malincuore, perché se da un lato ha sbloccato le spese più urgenti dell’amministrazione, dall’altro lato restano congelati circa 500 milioni di altre uscite bocciate dal commissario dello Stato per pagare 40 mila stipendi.

Nello stesso giorno, da Roma, è arrivato l’ok per salvare i conti della Sicilia. Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta dei ministri dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione, Gianpiero D'Alia, e per gli Affari regionali e le Autonomie locali, Graziano Delrio, uno schema di decreto legislativo che corregge un altro decreto legislativo sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi. La norma varata viene incontro non solo alla Sicilia ma anche ad altre regioni in difficoltà. Questa prevede per le regioni in difficoltà la previsione di un piano di rientro decennale, che per la Sicilia dovrebbe essere esteso ad undici anni. Le somme così liberate andranno in una Finanziaria bis, che dovrebbe andare in Aula all'Ars nei prossimi giorni.
"Il decreto costituisce la più ampia e organica riforma, di contabilità degli enti territoriali mai realizzata in Italia, diretta a garantire la qualità e l'efficacia del monitoraggio e del consolidamento dei conti pubblici ed a superare l'incapacità del vigente sistema contabile di dare rappresentazione ai reali fatti economici (ad esempio misurare i debiti commerciali)", spiega Palazzo Chigi nella nota diffusa dopo il Consiglio dei Ministri. Lo schema di decreto legislativo verrà trasmesso alla Conferenza unificata e successivamente alle Commissioni parlamentari (di merito e per il federalismo fiscale) per i pareri necessari.

Insomma, entro la prossima settimana saranno erogate le buste paga di gennaio a una platea di oltre ventimila persone: dagli impiegati alle dirette dipendenze della Regione e pensionati fino ai 1.400 forestali con contratto a tempo indeterminato. Poi scatterà la corsa per erogare le retribuzioni a 40 mila dipendenti nell’orbita di Palazzo d’Orleans. Nell’arco di un mese, le retribuzioni dovrebbero arrivare anche ai lavoratori Enti parco, Ente di sviluppo agricolo, Ente acquedotti siciliani, consorzi di bonifica, teatri e accademie.

Ars, scoperto un "tesoretto"
AI DEPUTATI STIPENDI PUNTUALI
di Emanuele Lauria (Repubblica/Palermo.it)

Loro, gli stipendi, li hanno presi. La paralisi finanziaria che ha colpito la Regione, dopo la mazzata del commissario dello Stato alla legge di bilancio, non ha bloccato la cassa di Palazzo dei Normanni: giovedì i 90 deputati dell'Ars hanno ricevuto regolarmente le busta paga e gli accrediti bancari. In lieve ritardo rispetto alla solita scadenza del 23 di ogni mese, ma in netto anticipo rispetto ai ventimila dipendenti regionali che, per via della tardiva approvazione del bilancio, avvenuta solo ieri mattina, percepiranno i loro emolumenti non prima della fine della prossima settimana. E in attesa rimangono pure i 22 mila precari degli enti locali. Per non parlare del personale dei teatri o di altre categorie di lavoratori a contratto, come i 20 mila forestali, i cui salari restano incagliati nella parte censurata della Finanziaria: per liberarli ci vorrà un'altra manovra.
Eppure la fonte è la stessa: il bucherellato bilancio della Regione. Com'è possibile che i disagi di questi giorni, che hanno spinto i sindacati autonomi a proclamare lo sciopero per martedì, abbiamo risparmiato gli onorevoli siciliani? Semplice: malgrado la più volte sbandierata difficoltà finanziaria, che a inizio gennaio l'ha "costretta" a chiedere due milioni di euro in più a mamma Regione, l'amministrazione dell'Ars aveva messo da parte un "tesoretto". Cinque milioni di euro provenienti dall'ex fondo di solidarietà dove confluivano i soldi per le buonuscite dei deputati. Con quelle risorse, l'Assemblea ha deciso di pagare non solo i parlamentari, ma anche i 240 amministrativi e gli 80 stabilizzati dei gruppi.

Il deputato questore Paolo Ruggirello spiega che l'operazione è stata dettata anche da ragioni di decoro: "Qualcuno aveva cominciato a scrivere, con l'intento ormai diffuso di ridicolizzare l'istituzione, che all'Ars erano finiti pure i soldi per la carta igienica. Allora il collegio dei questori ha deciso di rimediare a questa situazione e, in attesa del trasferimento della prima rata di contributo da parte della Regione, è stata deliberato l'utilizzo delle risorse dell'ex fondo di solidarietà, soppresso con la legge sulla spending review, per pagare anche i deputati. Cosa c'è di male? Mica li rubiamo gli stipendi?".
Il discorso, a sentire Ruggirello, non fa una piega. Anche perché, da questo mese, i parlamentari regionali hanno una freccia in più da scoccare contro chi li ritiene privilegiati: l'avvenuta riduzione dei compensi, scesi a circa 8.300 euro al mese. Cifra comunque non indifferente, nello scenario attuale. Di certo, la vicenda segna una volta ancora il divario fra il Parlamento posto in cima al Cassaro (dove peraltro una trentina di burocrati ormai superano abbondantemente gli emolumenti dei deputati) e il resto di un comparto pubblico o parapubblico che risente in modo maggiore (eufemismo) gli effetti della crisi. Per carità, non è che anche gli onorevoli, a volte, non abbiamo pagato la difficile congiuntura. E non abbiamo dovuto attendere anche una ventina di giorni per avere le loro indennità. Ma quando accadde, nel luglio del 2012, l'allora presidente dell'Ars Francesco Cascio gridò solennemente allo scarso rispetto dell'istituzione: "Siamo trattati come fornitori". Esagerò decisamente in pessimismo, Cascio, visto che i fornitori della Regione reclamano, da mesi, crediti milionari.
Insomma, fatto salvo il diritto di tutti i lavoratori di prendere lo stipendio a fine mese, ecco di nuovo la Sicilia a due velocità. Produttrice di disparità e paradossi: mentre il governatore Crocetta, mercoledì, decideva di tenere in sospeso la pubblicazione del bilancio e di rinviare dunque il pagamento degli stipendi a oltre ventimila impiegati, si apprestava a ricevere  -  in modo probabilmente inconsapevole  -  il suo stipendio di oltre 8 mila euro in qualità di deputato dell'Ars.

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01 febbraio 2014
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